I Masaniello destinati a perdere [di Marcello Fois]

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La Nuova Sardegna 30 agosto 2019Esiste nella nostra Commedia dell’Arte una figura specifica, una sorta di bamboccio tracotante, un Capitan Fanfara chiassoso e gradasso, un Fracassa vanesio e permaloso, che ha successo perché incarna la parte molle, mobile del nostro assetto etico. E’ quello sbruffone che tromboneggia contro il potere, ma non è abbastanza attrezzato per esercitarlo a modo tutte le volte che ne ha l’occasione.

Anzi, il potere esercitato da lui è proprio lo specchio esatto, se non peggiorativo, di quello che lui ha sempre millantato di combattere. E’ lo smargiasso che invoca la rivoluzione e poi, una volta ottenuto il suo scranno, legifera contro ogni possibilità di rivoluzione. E’ il gradasso che pontifica contro i ladri e poi ruba, che si dichiara cristiano, nemico giurato dei mori satanassi, ma non teme di passarli a fil di spada, che stigmatizza il lassismo morale, ma vive more uxorio. Ognuno di questi personaggi in carne ed ossa sul palcoscenico o di pezza nel teatro dei burattini, finisce bastonato.

Esiste poi nella nostra storia recente una figura specifica di scaldapopoli, arruffagente, rivoluzionario senza una rivoluzione se non quella di chi vuol sostituire il proprio potere a quello altrui. Quei tribuni che si fingono popolo perché ne hanno un’idea ingorda e riduttiva. A Masaniello il popolo sembrò tale solo quando lo acclamava. A Meo Patacca le leggi sembrarono ingiuste solo finché non si trovò nella condizione di poterle aggirare se non ignorare. Entrambi fecero una bruttissima fine. Entrambi vennero eliminati da coloro che avevano incitato.

Quella commedia e quella storia insegnano che l’appoggio popolare è caduco perché si basa su istanze personali e non su progetti comuni. La popolarità di Matteo Salvini che come quella di un Fracassa o un Patacca qualunque va scemando quanto più si allontana dal potere dimostra la potenza di quel dispositivo.

L’uomo non ha inventato narrazioni purché sia, ma sistemi per memorizzare e non ricadere negli stessi errori. Fatica sprecata perché la forza motrice con cui i Masanielli, i Fracassa, i Patacca, i gradassi di tutti i tempi si sono fatti forti è costituita per lo più da smemorati. E gli smemorati si sa non garantiscono tempi lunghi né stabilità perché tendono a cedere la propria vuotaggine al migliore offerente.

Gli stessi che brindarono al Papeete, finito il mojito, liquidata l’ennesima Miss Maglietta bagnata, si chiederanno fino a che punto potranno affidare il proprio destino e il proprio Paese a uno come loro. Fino a che punto si sentiranno garantiti nei propri diritti da uno che non ha nessun senso dei propri doveri. Fino a che punto si sentiranno tutelati da chi in nome del popolo imbavaglia il popolo infastidito persino dagli striscioni per strada.

Il populismo è una vacanza, una voce grossa, un gesto enfatico, come le minacce tonanti degli spacconi, le prove di impunità negli acquascooter della Polizia, le felpe quattro mori in Sardegna, le felpe della polizia, della Finanza quando si è stati condannati per aver sottratto 49 milioni allo Stato e quindi al popolo.

Ora che è a termine, ridimensionato, Matteo Salvini fa il ministro, frequenta alacremente, senza felpe, il suo ufficio. Ma in realtà il suo dicastero non lascerà granché oltre l’eco sempre più lontano delle esternazioni di quando più che il Ministro degli Interni recitava Matamoros nelle piazze a spese dei contribuenti.

I Masanielli, i Meo Patacca così come ci sono stati consegnati lamentano quella cattiva sorte che essi stessi hanno generato. Per loro la reciprocità non esiste e fanno le vittime. Dentro ogni gradasso c’è un ragazzone un po’ pingue che ha semplicemente bisogno d’affetto, ma questa è un’altra storia, e un’altra commedia.

2 Comments

  1. Mario Pudhu

    Is ministros Trequattrotto. E is Sardos mi paret ca aus a passare a s’istória… (Passare? A fàere!) coment’e macos ancora aifatu insoro ca… arratza de locomotores! Giai tirant pagu! Sèmpere aifatu de is Trequattrotto e miraculàrgios fintzes ca (o própriu ca) parent prus sérios.
    Chi siat prus pagu sériu e meda prus grave a andhare aifatu de sa libbertade e responsabbilidade nosta?! O seus totus calaos a calatzone?!

  2. Mariano Pirisi

    Se il Sig. Fois lasciasse perdere la Commedia Italiana e studiasse la Storia potrebbe dire qualcosa di piu’ interessante e pregnante.

    Prima di prendere il potere Hitler veniva sminuito per motivi simili a quelli citati dal Sig. Fois. Hitler prese il potere tuttavia, e non grazie alla sua abilita’ o la sua strategia, ma grazie all’arroganza e incompetenza di chi voleva mantenere il potere, i von Papen e i von Hindenburg.

    Il fatto che i partiti, i politici, e gli intellettuali che dovrebbero contrastare i Salvini mostrino arroganza, incapacita’ di parlare ai non convertiti, e incapacita’ di imparare dai propri errori non lascia sperare che abbiamo visto la fine dei Salvini. Tenedi Contu

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