Una fiaba per grandi e piccini [di Franco Masala]
Nei paesi di lingua tedesca le feste natalizie portano immancabilmente l’allestimento di Hänsel und Gretel, opera di Engelbert Humperdinck rappresentata la prima volta il 23 dicembre 1893 a Weimar. In Italia è invece eseguita raramente e bisogna riandare a sessanta anni fa per ritrovare l’unica produzione cagliaritana, in lingua rigorosamente italiana come usava allora (e con una Fiorenza Cossotto giovanissima, pronta a spiccare il volo per una grande carriera internazionale). Ora l’opera ritorna sul palcoscenico del Teatro Lirico nella sua versione originale tedesca (con la consueta sovra titolatura in italiano) nella coloratissima versione del Teatro alla Scala, Premio Abbiati 2017 per la messinscena. Tratta dalla celebre fiaba dei fratelli Grimm (che forse oggi nessuno si azzarderebbe a raccontare ai bambini, in tempi di Telefono Azzurro), Hänsel und Gretel contiene musica piacevolissima con un’orchestrazione sopraffina anche sul frequente ricorso a canzoni popolari, ben individuabili all’interno della partitura. La vicenda dei due bambini, abbandonati nel bosco per la fame e la miseria che incombono sulla famiglia, si dipana in un susseguirsi di melodie che fanno affiorare anche più di un leit-motiv di origine wagneriana cui Humperdinck fu fedele. Autentico colpo di genio è la pantomima che illustra il sonno dei due bambini, assente dalla fiaba originaria come gli Omini della sabbia e della rugiada (in Italia tradotti come Nano Sabbiolino e Nano Rugiadoso) che vegliano su di loro. Lieder piacevoli, echi di corali luterani, il suono dei corni atti a rievocare la natura romantica da Carl Maria von Weber in poi, sono le componenti di una musica che Humperdinck scrive combinando fonti diverse in modo originale. L’esecuzione poggia sul giovane maestro Johannes Debus che regge l’impegnata orchestra e il duttilissimo coro di voci bianche del Conservatorio di musica cagliaritano con grande equilibrio, dosando sonorità e pianissimi. La compagnia di canto è pienamente all’altezza del compito sia vocalmente che scenicamente. La coppia dei fratellini è composta da Francesca Manzo, ottima Gretel, e da Anna Doris Capitelli che dà ad Hansel una voce brunita, ben differenziandosi dall’altra: insieme, raggiungono il vertice nella preghiera del secondo quadro, appena sussurrata. I “loro” genitori sono Gustavo Castillo, papà buontempone dalla voce sonora e ben timbrata, e Susan Neves (già acclamata Abigaille nel 2001 al suo debutto cagliaritano e italiano), talvolta sopra le righe ma efficacissima nella rabbia materna. Martina Serra è la Strega, vocalmente a suo agio e disinvoltissima in scena nonostante sia infagottata in un vestito di stracci sovrabbondante. Francesca Pia Vitale impersona l’Omino della Sabbia e l’Omino della Rugiada con grande gusto, soprattutto nella cullante melodia del primo, sfoggiando due bellissimi e indovinati costumi. Proprio la messinscena è l’altro punto di forza della rappresentazione. La regia di Sven-Eric Bechtolf (ripresa da Daniela Zedda) filtra la storia infantile attraverso gli occhi dei grandi, servendosi delle scene di Julian Crouch e dei costumi di Kevin Pollard, ripresi rispettivamente da Antonella Conte e da Marco Nateri, con le luci riuscitissime di Marco Filibeck e i movimenti coreografici di Luigia Frattaroli. Sullo sfondo di una metropoli irta di grattacieli, una favela di cartoni e scatole dismesse accoglie i clochard e la povera casetta della famiglia dei protagonisti prima di condurci nel favoloso bosco e davanti alla succulenta casetta di marzapane, mescolando le carte tra realismo e visione fiabesca di grandissimo impatto. Uno scatolone, sempre in scena, unifica la vicenda, fungendo ora da tavolino, ora da nascondiglio, ora da forno, e partecipando attivamente all’azione. Alcuni momenti sono di effetto indimenticabile a cominciare dalla sostituzione dei quattordici angeli custodi del sogno con altrettanti clochard che divengono poi evanescenti nella strepitosa resa video di Joshua Higgason, fino alla loro avanzata finale quando reggono i due bambini che abbiano visto giocare all’inizio (Davide Cocco e Dora Sulis, perfetti) morti, quasi a indicare la perdita dell’innocenza e il definitivo ingresso nell’età adulta dopo la dura prova di iniziazione. Grandissimo successo per uno spettacolo da non perdere, degno viatico per le prossime feste di fine anno. *Foto di Priamo Tolu © Hänsel und Gretel fiaba drammatica in tre quadri libretto Adelheid Wette, dalla fiaba omonima dei fratelli Grimm musica Engelbert Humperdinck esecuzione in lingua originale tedesca con sopratitoli in italiano
Teatro Lirico di Cagliari venerdì 13 dicembre, ore 20.30 – turno A sabato 14 dicembre, ore 19 – turno G domenica 15 dicembre, ore 17 – turno D martedì 17 dicembre, ore 20.30 – turno F mercoledì 18 dicembre, ore 20.30 – turno B giovedì 19 dicembre, ore 19 – turno L venerdì 20 dicembre, ore 20.30 – turno C sabato 21 dicembre, ore 17 – turno I domenica 22 dicembre, ore 17 – turno E Le recite per le scuole con l’esecuzione integrale dell’opera sono previste: martedì 17 dicembre alle 10.30 e venerdì 20 dicembre alle 10
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