La Crisi Armistiziale del 43: dalla Tragedia navale al Riscatto della Battaglia alla Maddalena (V) [di Mario Rino Me]
A fronte del disastro nazionale, ritengo tuttavia doveroso mettere in risalto quest’evento di riscatto rimasto per così dire in un cono d’ombra. In effetti questa vicenda risente del fatto di essere stata sottovalutata e, come detto, sminuita dagli stessi Comandi interessati. E, come tale, ha subito la damnatio memoriae del paradigma di Erodoto, per il quale la Storia doveva narrare le gesta degli eroi: quello non riconosciuto come evento di valore è come se non fosse mai accaduto e dunque, non degno di quella “Grande Storia” scritta con lettere di sangue”, per dirla con R. Aron[1]. Come afferma il Prof Manlio Brigaglia, alla Maddalena “inizia una vicenda in cui incomprensione, tendenza al compromesso e viltà dei capi si mescolano con l’eroismo di uomini che non vogliono arrendersi[2]». La lettura delle opere delle fonti citate, mette in risalto fatti e personaggi che, riusciti a svicolarsi dagli occupanti, stretti nella morsa del perenne dilemma tramandatoci da Sofocle tra valori e codici degli uomini, tra legittimità degli ordini e lealtà ai titolari, riescono nell’intento di una mobilitazione, che possiamo definire sia interforze che, in un certo senso ibrida civile-militare, grazie all’attiva partecipazione di operai dell’Arsenale, militarizzati ma non combattenti. La Maddalena è dunque il contesto in cui nella reazione di riscatto si gioca anche l’importante partita dell’identità in una comunità che, da un lato, compensa il passaggio degli uomini della Nembo al campo tedesco, e dall’altro, in aderenza a uno degli aspetti che ci vengono riconosciuti, la sensibilità [3], non fa mancare l’assistenza umanitaria anche nei confronti dei prigionieri assistiti nell’Ospedale. In un contesto intricato di interpretazioni di Convenzioni Internazionali, la peculiarità di questo evento risiede anche nel fatto che l’intera schiera dei combattenti, assiemata in poco tempo non era inquadrata in unità organiche, nè preparata a quella prova, peraltro vietata dai Comandi locali: ciò nonostante e, pur nella consapevolezza di dover fronteggiare unità d’élite, hanno messo in chiara evidenza il coraggio delle loro scelte di campo in un momento di disperato bisogno di esempio. Senza poi perdere di vista l’ulteriore aspetto “operativo” della situazione paradossale che mette in risalto il contrasto tra postura e azione dei resistenti in contrasto con la policy dell’appeasement deli Comandi Militari Locali, ma in sintonia con gli ordini del Comando Supremo appena reintelatosi a Brindisi. Ora, è venuto il tempo di avviare un profondo ripensamento e studio di quei fatti storici, un vero case study e di dare risposta al dovere morale di farli conoscere, al fine di dare il giusto risalto a quella resistenza dal basso, nel difficile contesto di quelle giornate di cambio di fronte. Nonostante la portata limitata dei numeri e dei mezzi anche improvvisati [4], quella ghirlanda di azioni eroiche ha un alto contenuto simbolico come archetipo e apripista di quel complesso fenomeno di dinamiche socio-politico-militari strutturato della Resistenza, che il Presidente Mattarella ha definito come “serbatoio di valori morali e civili” [5]. In un contesto di devastazioni e violenza mai visti prima, la reazione armata del 9-13 settembre della Maddalena, oltre a dimostrare il valore dei nostri connazionali, che, smentendo un luogo comune, non esitano a battersi coraggiosamente per una causa giusta, ci appare inizio di una nuova Italia che ha reciso i legami con un passato. Per definizione, tutto ciò che sa di eroico, supera la sfida del tempo ed è dunque attualizzabile. E sempre nella simbologia degli eventi, non si può non rilevare un filo conduttore tra la Marina Sarda, che attribuisce la prima Medaglia d’Oro al Valor Militar al Maddalenino Domenico Milllelire, e la Maddalena dove le Forze Navali da battaglia della Regia Marina erano dirette. L’alfa e l’omega[6] di una lunga storia.(Fine). NOTE [1] Jean-Louis Missika et Dominique Wolton, Raymond Aron le Sectateu.r Engagé, Feuille à Feuille, Paris 1983. [2] Manlio Brigaglia, La Sardegna nella Seconda Guerra Mondiale, http://www.italia-liberazione.it/portalenuovo/60moliberazione/PAGINE/REL_27.HTM [3] Joseph Maila, citato da CA Jean Dufourq, Le Volet Sécurité, Révue de Defense Nationale, Hors Serie, 2008, [4] Come il cannone piazzato su un rimorchiatore . [5] Palo Foschi, “No al baratto tra libertà e ordine” 25 Aprile, il richiamo di Mattarella, Corsera , 26 Apr 2018 [6] L’Ammiraglio Angelo Iachino l’aveva definito come “Il tramonto di una Grande Marina”. |