Solinas vs Azzolina: e se anche la tesi di laurea del presidente della Regione fosse copiata? [di Vito Biolchini]
Avete saputo della neo ministra all’Istruzione Lucia Azzolina? Il linguista Massimo Arcangeli (che, tra l’altro, insegna all’Università di Cagliari) ha scoperto che ben quattro passaggi della tesi di specializzazione della esponente del M5S sono stati copiati da precedenti lavori accademici e ha denunciato il plagio dalle pagine di Repubblica.Matteo Salvini ha chiesto subito le dimissioni della ministra la quale, senza entrare nel merito delle accuse, si è difesa affermando che il leader della Lega “non sa distinguere una tesi di laurea da una di fine tirocinio”. Sarà: ma se interi passaggi della tesi sono stati maldestramente riportati senza citare la fonte, possiamo anche discutere sulla gravità o meno del fatto (ovvero se per una questione del genere un ministro si debba dimettere) ma per il resto c’è poco da dire: si tratta di plagio. Che non è una cosa bella, e verrebbe quasi da dare ragione a Salvini sulla richiesta di dimissioni. “Ma in tutto questo, cosa c’entra il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas?”, vi chiederete voi. In effetti, poco. Perché se la tesi della ministra Azzolina è liberamente consultabile (ed è per questo che il professor Arcangeli ha potuto denunciare l’esistenza di parti ritenute copiate), quella discussa il 12 dicembre 2018 dal presidente Solinas, alleato della Lega e di Salvini, è invece protetta dall’Università di Sassari come se fosse un segreto di stato. Il motivo? Come si legge nella risposta data dall’ateneo turritano alla richiesta di accesso agli atti presentata dal Fatto Quotidiano (che sulla questione ha scritto un documentato articolo uscito il 23 aprile dello scorso anno), il presidente della Regione “non ha prestato il proprio consenso alla pubblicazione”. Il motivo? Tenetevi saldi: per l’Università di Sassari la tesi di laurea di Christian Solinas (la seconda, perché la prima fu conseguita nientemeno che presso la prestigiosa Università del New Mexico e ritirata nel 2006 a Bucarest), essendo assimilabile “a opere di ingegno creativo” non può essere consultata né utilizzata da eventuali soggetti interessati senza il consenso del laureato. Consenso che il presidente Solinas ovviamente si guarda bene dal concedere. Come se non bastasse il tortuoso percorso amministrativo che ha contrassegnato il cammino dello studente Christian Solinas fino all’agognato pezzo di carta sassarese, con esami registrati anche un anno dopo il loro svolgimento e tasse di iscrizione pagate con tempistiche bizzarre (ed è esemplare la ricostruzione fatta dal professor Paolo Maninchedda nel post “96 giorni di silenzio. I casi Solinas e Carpinelli” dello scorso 26 maggio), l’Università di Sassari ha perfino apposto un risibile segreto sulla tesi del nostro presidente della Regione, dottore in Giurisprudenza. Dubito che Salvini conosca questa storia perché, apprezzando la nota onestà intellettuale dell’ex ministro degli Interni, sono certo che potrebbe provare un certo imbarazzo nei confronti del suo alleato Solinas, visti gli evidenti punti di contatto con il caso Azzolina. Per cui, veniamo al dunque. Gentile presidente Solinas, siamo giornalisti e abbiamo il vizio di farci qualche domanda, e di sicuro non abbiamo alcuna prova che lei abbia copiato la sua tesi di laurea (la prima perché, avendo letto gli articoli pubblicati dal Risveglio di Sardegna, del prestigio dell’Università del New Mexico non abbiamo motivo di dubitare). Però finché non avremo la possibilità di consultare la sua tesi presentata a Sassari, quella sulla quale lei si ostina a non prestare il consenso alla pubblicazione, ci permetta di avere se non qualche sospetto, almeno qualche dubbio. Gentile presidente, faccia un piccolo grande gesto: renda pubblica la sua tesi. Anche Salvini apprezzerebbe. E anche tutti i giovani sardi che il pezzo di carta se lo sono sudato veramente. Renda la sua tesi consultabile e ci faccia fare qualche verifica; così, giusto per capire se ci sono parti prese qua e la, oppure se è, come noi crediamo, tutta farina del suo sacco. Dopodiché stia sicuro che riceverà le nostre scuse. Però gentile presidente Solinas, intanto renda pubblica la sua tesi. Perché finché non lo farà noi saremo autorizzati a pensare male. Perché, sa com’è, noi giornalisti abbiamo il vizio di non fidarci di nessuno. Nemmeno di lei. Nemmeno di Salvini. E nemmeno dell’Università di Sassari. |