Fuga da Londra [di Gregorio Sorgi]
L’Huffington post 21 marzo 2020. L’annuncio di norme restrittive per il coronavirus ha convinto i londinesi a lasciare la città. Presi d’assalto i distributori di benzina. Come ai tempi della peste, la borghesia londinese si è trasferita fuori città per ridurre il rischio del contagio da coronavirus. Molte famiglie sono fuggite da Londra, l’epicentro dell’epidemia, per trascorrere il periodo di auto isolamento nelle loro case di villeggiatura in campagna. Le destinazioni più popolari sono le contee del Gloucestershire, Norfolk e Suffolk, dove molti londinesi possiedono dei cottage circondati da valli verdi e grandi pianure. Il picco delle partenze si è registrato negli ultimi giorni, quando sembrava che il governo stesse per imporre delle norme ad hoc per contenere l’emergenza a Londra. I distributori di benzina sono stati presi d’assalto dai londinesi in fuga verso la campagna a partire dalle prime ore della mattina. Il premier Boris Johnson ieri ha imposto delle misure restrittive in tutto il paese, tra cui la chiusura di pub, ristoranti, palestre e altri luoghi di assembramento. Dopo avere sottovalutato a lungo l’epidemia, anche a Londra si è diffuso il panico da coronavirus che ha già contagiato le metropoli dell’Europa continentale. Hyde Park è più vuoto del solito, e anche chi fa jogging indossa guanti e mascherine, mentre i negozi di lusso nel quartiere di Chelsea hanno alzato le saracinesche e confezionato la merce. Le principali catena di supermercati hanno introdotto il razionamento, alcune stazioni della metropolitana sono state blindate e molte attività commerciali hanno deciso di sospendere la produzione a causa del calo dei consumi. La chiusura delle scuole dalla prossima settimana ha convinto molte famiglie benestanti a trasferirsi in campagna con i loro figli, provocando l’ira dei residenti locali che temono di essere contagiati. Il coronavirus ha alimentato il disprezzo degli abitanti di provincia verso i nuovi arrivati da Londra, che vengono visti con sospetto. Caroline, una signora londinese che si è appena trasferita nella sua casa di villeggiatura nel Gloucestershire, a 190 chilometri dalla capitale, racconta di “non avere ricevuto una cattiva accoglienza perché vado in campagna ogni fine settimana, e ho molti amici in paese”. “Tuttavia, credo che il coronavirus possa alimentare le tensioni sociali tra Londra e la provincia – prosegue Caroline -. Molti londinesi si sono ritirati in campagna per la prima volta a causa del coronavirus, e rischiano di essere visti come dei privilegiati e degli egoisti. Ad esempio, stamattina mi sono sentita leggermente in colpa mentre mi preparavo per la partenza. Ho realizzato di avere la grande fortuna di potere scegliere dove trascorrere il periodo di auto isolamento. Molte persone non hanno il mio stesso privilegio, e sono costrette a restare in città”. La deputata gallese Liz Saville-Roberts ha chiesto al governo di limitare gli spostamenti all’interno del paese, affinché ognuno sia obbligato a trascorrere il periodo di auto isolamento nel proprio indirizzo di residenza. Molti abitanti di provincia temono che i londinesi in fuga diffondano il virus in tutto il paese, mettendo sotto pressione le strutture ospedaliere locali. “Chiunque pensa di trasferirsi fuori Londra dovrebbe guardare alla disponibilità di posti letti in terapia intensiva”, scrive un utente commentando un articolo del Times. “Arriveranno senza dubbio con i loro figli, che sono tra i peggiori diffusori della pandemia”, si lamenta un altro lettore: “Svuoteranno i supermercati di provincia e poi si lamenteranno di non avere nulla da fare”. La fuga da Londra ha fatto lievitare il prezzo degli affitti in alcune aree del paese, rivelandosi una grande opportunità per le agenzie immobiliari. Molte famiglie benestanti vogliono trasferirsi in delle grandi ville, per le quali sono disposti ad offrire anche 50 mila sterline al mese. In alcune località è diventato impossibile trovare una casa in affitto per un periodo di oltre due settimane. Un agente immobiliare ha raccontato all’Evening Standard di avere ricevuto un aumento di richieste per residenze di lusso tra cui vecchi castelli scozzesi, ville con bunker e isole private ai Caraibi. Ciò che resta dell’aristocrazia britannica, invece, si è rifugiata nei propri castelli in campagna. L’esodo dalle grandi città si è verificato anche in altri paesi colpiti dal coronavirus. La borghesia parigina ha trascorso la quarantena nelle proprie case in campagna – alimentando ulteriormente il risentimento della provincia verso la capitale – e molti ricchi newyorchesi si sono rifugiati negli Hamptons. Questo fenomeno si verifica spesso in tempi di pandemia; nel 1600 i ricchi londinesi scapparono dalla città per proteggersi dalla peste. Pare che Shakespeare completò l’opera Re Lear nel 1606 in provincia mentre Londra era in preda all’epidemia. Anche l’élite dell’epoca venne criticata per il presunto egoism |