Diario di un sindaco ai tempi del virus [di Sergio Vacca]
Parafrasi del bel romanzo di Garcia Màrquez, El amor en los tiempos del còlera. Molto più modestamente, il Florentino Ariza della situazione è ogni sindaco di un piccolo paese della Sardegna, impegnato nella gestione degli effetti – a scala di paese – di una crisi di dimensione planetaria. Può perr fortuna capitare che domenica mattina, alle nove e trenta una gentilissima signora, porti un vassoio di paste e salatini. Buonissimi! Caramella – è uno pseudonimo – aveva contattato, nei giorni precedenti, il sindaco per chiedere se – chiuso al pubblico il negozio – avrebbe potuto consegnare a domicilio i suoi prodotti. Rapida consultazione con la selva delle “fonti del Diritto” ed ecco il via libera. Bell’inizio di una giornata domenicale, scandita dallo scorrere delle ore ciascuno nella sua abitazione. Immediato avvio di telefonate in arrivo “Comunico che ci sono persone nella via Roma a parlare tra loro!” “; “Ci sono persone che si recano a casa dei parenti per futili motivi!”; “C’è gente che anche di domenica lavora in campagna usando il trattore e fa trattamenti anti parassitari!”; “ C’è un uomo che porta a spasso il cane in una zona distante da dove abita!”. Questo è il tenore della gran parte delle telefonate che riceve il sindaco di un piccolo paese. Non solo le più gravose perchè poi ci sono quelle delle persone preoccupate per la propria salute e condizione. Le risposte sono – anche perché devono esserle – cortesi! Perché ciascun amministratore deve ricordarsi del giorno del Giuramento da civil servant. Perché questo deve essere il rapporto con la Comunità, un mandato di servitore pubblico che si assume responsabilità specie in momenti così particolari come questi che ci capita di vivere! A maggior ragione per quella parte dei rapporti ormai solo telefonici di tipo istituzionale. Funzionari responsabili di Servizio con i problemi che riguardano la governance dell’Amministrazione. Perché sia detto con chiarezza il quesito è come si può ridurre al massimo la presenza del personale negli uffici, mantenendo in piedi i più importanti servizi. Quelli essenziali per la Comunità. E ancora come impostare una delibera di Giunta che reimposti il funzionamento degli uffici in tempi di crisi pandemica, rispettando – cose apparentemente inconciliabili – i decreti e le circolari ministeriali e la necessità di mantenere, sia pur ridotta, la funzionalità delle prestazione alla Comunità. Già, una delibera di Giunta! Come farla, visto che non possiamo riunirci e non abbiamo la strumentazione per le teleconferenze. C’è WhatsApp! E per la prima volta – ma c’è sempre una prima volta – la Giunta avviene in remoto. Così la giornata trascorre con la quotidiana telefonata col Comandante della locale Stazione dei Carabinieri sulla situazione complessiva dell’ordine pubblico. Domani? E’ un altro giorno! *Sindaco di Milis |
Bravo Sergio. Un articolo che rifleta la realtà di un piccolo comune che conosco bene. Geniale con sempre, complimenti per la riunione della giunta via WhatsApp.
Carissimo…..esercizi di equilibrismo civico e politico…..facendo attenzione a non cascar nella voragine…..tieni duro….e alla fine sarai riconosciuto ; se non altro dalla Tua coscienza di persona dedita alla causa ed onesta …..