Il senso di Solinas e della sua giunta per il cemento. La Delibera 17/21 del 1 aprile: ennesimo tentativo di cementificazione delle coste sarde [di Giuseppe Biggio]

le dune

Mentre tutto il mondo è col fiato sospeso per la grave pandemia in corso, la giunta Solinas e la sua maggioranza che fanno? Ne approfittano per aprire di soppiatto (ancora una volta come altre volte in questi ultimi anni) i cancelli alla speculazione edilizia sulle coste della Sardegna.

I soliti furbi? O piuttosto dei cinici maldestri che approfittano della distrazione della persone preoccupate per la propria incolumità, salute, lavoro? Anzi proprio usando forse lo stato di precarietà che sta vivendo una consistente fetta del popolo sardo. Sarebbe troppo. Ma tant’è

Il primo aprile la Giunta Solinas ha approvato la delibera 17/21 che dà il via a due interventi ricettivi della  Le Dune Service, una ad Arbus (“riqualificazione” della struttura turistica “Hotel Le Dune Piscinas”) e l’altra a Castiadas (nuova struttura alberghiera in località Monte Turnu) della Domus Sardinia srl.  Entrambe sono delle vecchie conoscenze per gli addetti ai lavori, come dire che…. a volte ritornano!

Ecco in breve la storia. Tempo fa ad Arbus, nelle splendida località Piscinas di Ingurtosu, l’hotel Le Dune (ricavato da un recupero di vecchie strutture minerarie) intraprese l’iter per ampliare i suoi posti letto con un’astuzia davvero notevole. Non potendo realizzare nuovi volumi, propose un progetto per  costruire 8 tende arabe da deserto (sic!). Queste dovevano essere destinate a “suites” di gran lusso, super climatizzate e super accessoriate.

Peccato che per mantenere la coibentazione dovevano essere edificati dei muri interni alla tenda e che per gli impianti era necessario creare dei sottoservizi nella spiaggia. La proposta venne ovviamente bocciata. Le tende erano delle quinte sceniche atte a schermare  un aumento di cubature.

A Castiadas l’astuzia giocava sul lessico della legge Salvacoste, cercando di validare ben 22 piani di lottizzazione nel territorio. Inutile descrivere la dimensione della colata di cemento che si sarebbe riversata su quella costa, malgrado la vigenza del PPR. Tra le tante iniziative ve ne era anche una sul Monte Turnu a cavallo della fascia dei 300m dal mare.

La Delibera della Giunta Solina 17/21 del primo aprile non solo avvalla le due iniziative palesemente illegittime, ma fa di più: impegna gli uffici regionali a seguire passo passo l’apposita variante al PUC di Castiadas (non adeguato al PPR), affinché questa possa raggiungere l’obiettivo prefissato.

Ma questa volta le furbizie arrivano proprio dalla Giunta Regionale che, per dare il via libera alle iniziative si appella ad una norma della LR 45/89 (ma non l’art. 20 bis, co. 2 come dichiarato nella DGR; errore voluto? o vera ignoranza?), laddove si dichiara il “preminente interesse generale e di rilevanza regionale … per colmare una lacuna oggi presente nell’offerta turistica del Sarrabus e dell’Arburense, dove risultano quasi assenti le strutture ricettive di gamma alta“.

Ora sorgono forti perplessità nel valutare che dei territori già dotati di un cospicuo numero di posti letto ricettivi, debbano avere quelli di “alta gamma” (termine tecnicamente insignificante) per sacrificare ambiti così delicati all’edificazione mascherandoli di preminente interesse generale e di rilevanza regionale. La qualità degli interventi non può certo essere elemento discriminante per gli interessi generali; eventualmente la si raggiunge con incentivi e sostegni di altra natura.

E poi come si concilia la necessità di un’alta qualità ricettiva col recente DdL di Solinas/Sanna sulla proroga del piano casa, laddove si incentivano volumi privati ovunque per la realizzazione di B&B? Qual’é il disegno politico e l’obiettivo da raggiungere? Sembrerebbe che le politiche sul territorio siano orientate alla schizofrenia e alla massima confusione possibile.

Un’altra perplessità nasce dal fatto che si cerchi di giustificare l’occupazione di nuovi suoli con la contiguità ad aree già edificate ai fini turistici.

Il PPR assume alla base della sua azione la volontà di contrastare la tendenza all’edificato lineare continuo lungo le coste della Sardegna. Per questo ha introdotto il concetto, più volte ribadito, che i nuovi interventi turistici potranno essere individuati in adiacenza ai centri abitati e alle aree edificate (delle frazioni). Ma non certo alle zone turistiche esistenti, la qual cosa evidentemente vanificherebbe il senso stesso del principio di interruzione della città lineare.

Ora siccome il PPR non è stato modificato nel corso degli anni, sorge il dubbio di capire su quale principio di legittimità viene modificata la sua interpretazione.

Dulcis in fundo, rimane la perplessità maggiore su una variante parziale al PUC che investe zone F (turistiche) e zone H (di salvaguardia) senza affrontare il problema nella sua complessità attraverso un formale adeguamento al PPR. Anche su questo punto non vi sono modifiche normative che possano giustificare un cambio di interpretazione.

Se poi ci si vuole trincerare dietro il fatto che, viste le possibilità di finanziamento, non si debba perdere l’occasione di investire quei fondi nel territorio, valga un elemento di riflessione: è più giusto che il Comune pianifichi il proprio territorio e che quindi gli interventi privati debbano seguire e attuare le sue previsioni, o piuttosto che il Comune debba inseguire le iniziative dei privati e modificare le proprie scelte a giustificazione di fatti già decisi da altri?  Qui sta il senso della Pubblica Amministrazione.

 

 

One Comment

  1. L’epidemia che stiamo vivendo, da a tutti quelli che la supereranno, delle possibilità nuove. Nuove.
    Costruire lungo le coste, è vecchio, cadente.
    La nostra classe politica, gli amministratori della cosa pubblica, sono figli del vecchio.
    Sarà difficile, ma obbligatorio.
    In Sardegna ci sono progetti cantierabili, fondi stanziati, inoltre pochi cittadini in giro, uguale pochi disagi, almeno nella fase iniziale.
    Mettendo prioritariamente la sicurezza dei lavoratori, pensando alle imprese che premono per riprendere, al Governo che deve dare segnali di ripresa, perchè non si punta con l’inizio immediato dei lavori infrastrutturali, che pongono le basi per una modalità di vita più sana e intelligente?
    Un esempio? La Metro Leggera della Città Metropolitana di Cagliari.
    Quanti cittadini arriverebbero a lavoro in Tram, piuttosto che con la propria automobile? Aria pulita, qualità della vita, migliore.

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