L’allucinatorio COVID-19 [di Guido Pegna]

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Viviamo come in una allucinazione. L’ennesimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (il nono, il decimo?) emanato in questi giorni permette alle cartolerie e ai negozi di vestiti per bambini di riaprire al commercio: per loro da domani business as usual. Infatti il nostro solerte presidente si preoccupa: fra tutte le cose di cui si può avere necessità in isolamento, come si può vivere senza poter comperare una gomma per cancellare o un temperamatite? Come potranno i bambini continuare a stare nei loro vestiti dato che, come si sa, in un mese saranno cresciuti tanto da non poterci più entrare?

In tutti i canali televisivi sono comparse figure di annunciatori, presentatori, lettori di veline, inviati per i servizi esterni che non si erano mai visti prima. Viene da pensare che gli annunciatori a cui eravamo abituati se ne stiano a casa per non rischiare il contagio, che quelli che facevano i servizi in esterno abbiano paura, e che siano stati assunti avventizi che verranno cacciati una volta che il sistema sarà tornato alla normalità.

Nei giorni a ridosso della Pasqua sono molto aumentati i controlli eseguiti da tutte le polizie di cui questo paese è dotato: Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Guardia Forestale,  Guardia Costiera, le innumerevoli polizie locali, i vigili urbani, con l’aggiunta, tanto per rinforzare, dei Vigili del Fuoco con funzioni di polizia.  A quanto è dato arguire da ciò che si vede in televisione, tutte se la prendono prevalentemente con gli automobilisti. Sono appostate sulle strade in uscita dalle città.

Ogni automobilista è sospettato di viaggiare per recarsi nella seconda casa, cosa vietatissima. Gli viene intimato di aprire il portabagagli: se c’è una valigia… hai! Questa è la prova che sta andando nella seconda casa. Come se uno non potesse andarci solo con quello che ha indosso. Non è chiara l’origine di questa idiosincrasia per le seconde case.

L’immagine che i nostri perspicaci dirigenti politici devono averne è che siano luoghi di festini, di orge con ballerine francesi e escort asiatiche, di balletti verdi, di incontri di pervertiti, pederasti e preti pedofili a scambiarsi foto ripugnanti, di riunioni segrete della Guardia Forestale o della X-Mas di Junio Valerio Borghese (1) per ordire colpi di stato, di incontri ad alto livello della loggia P2 o del gruppo Bilderberg  per progettare  nuovi audacissimi spropositati meccanismi di dominio economico e politico del mondo.

In realtà molti milanesi, semplicemente per abitudine, non possono rinunciare a passare i week end nella seconda casa sui laghi o in riviera, ma normalmente in solitudine o con una moglie noiosa, annoiandosi mortalmente e irritati dai costi crescenti delle manutenzioni necessarie; quindi senza fare alcun male, non incontrandosi con nessuno e non in maggiore pericolo di contagiare o di essere contagiati che in città.

In realtà è proprio in città che si fanno festini. Il giorno di Pasqua, a Palermo  i droni della polizia hanno scoperto una  fumata bianca che si levava densa nel cielo da un tetto a terrazza in cima a un palazzo di otto piani, fumata che si vedeva benissimo anche senza droni: si trattava di una grigliata con barbecue che un gruppo di buontemponi stava facendo, fra risate e balli.

La polizia è intervenuta sequestrando il barbecue. Qui da noi la regola di non andare nella seconda casa imposta agli italiani del nord affluente e frenetico è fuori luogo. Girando per le campagne del Campidano per stradette di penetrazione agricola e tratturi vicinali come vado facendo a piedi in questi giorni, non si incontra nessuno. Non si passa vicino a ville otto locali doppi servissi, a principesche ville locali quaranta ampio terrazzo sui laghi veduta panoramica, a ville doppie, a case villerecce, a ville rustiche, a rustici di ville, ma a modeste case con un po’ di terreno intorno coltivato a ortaggi nelle quali un uomo lavora da solo con un trattorino o una motozappa.

A volte c’è anche un asino che guarda incuriosito, e sempre le galline, il gallo che canta, alcuni cani che abbaiano festosi.  Si tratta di abitanti dei paesi vicini che vanno tutti i giorni in macchina a lavorare la terra, a sistemare la recinzione, a aggiustare le pompe dei pozzi. Che senso avrebbe impedirglielo, e sanzionarli con multe salate come vorrebbero i nostri governanti?  Pare tuttavia che anche nelle nostre campagne verranno impiegati i droni per scoprire questi criminali contagiatori.

A proposito di droni, un servizio in televisione ha mostrato in che modo i droni vengono impiegati. Si trattava di una operazione di “monitoraggio” (2) e repressione dei pochi solitari runners nel parco del Valentino a Torino. Per ogni drone grande come un piatto per la pizza c’erano tre addetti, che a giudicare dalla tenuta forse non erano nemmeno poliziotti, e molti veri poliziotti tutt’intorno, a guardare le manovre aeronautiche.

C’era il pilota del drone con in mano il radiocomando a joystick che si divertiva come un bambino. Poi c’era il secondo pilota, che guardava su un monitor le immagini riprese dalla telecamera del drone, e infine uno specialista con uno strano apparecchio montato sulla testa che lo muoveva qua e là, ottenendo in questo modo di ruotare la telecamera del drone per esplorare i prati intorno, prati che d’altronde si vedevano benissimo anche da terra.  A terra sull’asfalto erano stati fissati dei ridicoli adesivi con il diametro di una trentina di centimetri con la figura caratteristica dell’area di atterraggio e decollo (TLOF: Touchdown and Lift-off) usata per i veri elicotteri. Con un accenno di rammarico nella voce il capo dell’operazione spiegava all’intervistatore che la quota massima ammessa per i suoi droni era di soli 40 metri.

Sembra di essere in preda di allucinazioni. Sentito alla televisione: “Oggi il numero dei decessi, rispetto a ieri, è negativo”. Cosa vuol dire: che  non solo non sono morti, ma che addirittura sono risuscitati? Essendo oggi Pasqua di Resurrezione, ciò sarebbe congruente con il momento. E ancora, su un altro canale. “Hai visto che il presidente Mattarella ha i capelli molto lunghi?”. “ È vero”, risponde  serio l’interlocutore, “si vede con che con questa limitazione agli spostamenti anche lui non è potuto andare dal parrucchiere”.

Per molti questa straordinaria evenienza è stata la fortunata occasione di un rilancio di immagine che non gli sarebbe mai capitata in tempi normali. Così, in questi giorni il Papa compare in tutte le salse, e viene presentato come un eroico militante che fida il pericolo celebrando riti e messe nella più pericolosa delle circostanze: completamente solo su un trono dorato sotto un gazebo bianco eretto per l’occasione al centro di piazza San Pietro, o ancora completamente solo sotto un baldacchino color porpora al centro della immensa basilica.

Ma una allucinazione l’ho vissuta davvero nella notte di Pasqua. Essendo andato a letto presto, ho acceso la radio sintonizzata su Radio3. Si è diffusa una meravigliosa musica dal ritmo lento, costante, dal volume molto smorzato, con una dolcissima melodia ripetuta all’infinito con lentissime impercettibili variazioni, con sporadici interventi di una bellissima voce femminile che accompagnava in sottofondo le note dell’orchestra e perdendosi in essa, con affascinanti soffocati interventi di pianoforte.

Ho continuato ad ascoltare questo miracolo, che si è sviluppato senza pause per otto ore, fino alle sei del mattino. Alzatomi, ho scoperto che si trattava del brano “Sleep” di Max Richter, concepito come musica di accompagnamento per il sonno, da eseguire in teatri nei quali gli spettatori dormono sdraiati per terra nei loro sacchi a pelo.

In alcuni momenti l’infinita ripetizione della stessa melodia mi ha provocato un fenomeno di allucinazione uditiva: spegnevo per prova la radio e continuavo a udirla nitidamente, perfetta, ricca di tutte le componenti armoniche della grande orchestra sinfonica, delle risonanze e del riverbero dell’ambiente in cui veniva eseguita. Una esperienza straordinaria che solamente il coronavirus poteva creare. Ho saputo poi che questo brano è stato trasmesso nella notte di Pasqua simultaneamente da 150 radio in tutto il mondo.  Una meravigliosa allucinazione.

(1) Junio Valerio Scipione Ghezzo Marcantonio Maria dei principi Borghese, eroe di guerra, uomo politico e congiurato negli anni ’60 contro l’ordine democratico.

(2) Questa espressione è stata usata e ripetuta più volte dal capo dell’operazione per specificare lo scopo della missione.

*Fisico e Scrittore

2 Comments

  1. Giangi

    Molte misure restrittive sono anacronistiche e dovrebbe essere fatta salva la condizione di mantenere una distanza di sicurezza da chiunque per evitare di essere contagiati o di contagiare altri anche inconsapevolmente.
    Naturalmente tra una riga e l’altra si scorge un raffinato spirito anarchico mescolato ad una sana insofferenza per le regole fini a se stesse, cosa che approvo.

  2. Francesco Frigo

    Guido Pegna è uso pubblicare in questo sito, ma non solo, sontuosi interventi per pregnanza, acume e rigorosità scientifica su temi tra i più disparati, a testimonianza di vastità di studi e dotte letture. Egli è anche uno straordinario conferenziere per la semplicità con cui tratta complicati argomenti attinenti alla sua figura di Fisico rinomato, con l’immediato corredo di esperimenti eseguiti coram populo. Parlo con cognizione di causa per aver avuto l’opportunità di avervi talvolta presenziato.
    Dalla premessa, penso si spossa arguire quanta stima nutra nei confronti del Prof. Pegna. Tuttavia qui, e per quest’ultimo suo intervento, non posso trattenere il mio sconcerto nell’osservare come Egli abbia speso la sua torrenziale facilità di scrittura per argomenti per lo più e da più parti già ampiamente espressi su qualsivoglia mezzo di informazione, specie da chiunque abbia in uggia Governo e circondario (per carità, non che non se lo meritino). Ha ragione quindi sia ben chiaro, ma francamente mi ha sorpreso scoprirlo intento ad una disputa tanto lontana dal suo costume, almeno per l’idea che me ne sono fatto, e con un piglio che sa di invettiva, di personalissimo sfogo, di un’aperta polemica che ormai non può che essere fine a se stessa.

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