“Fase 2, Cagliari è la città più avvantaggiata d’Italia”: riuscirà ad approfittarne? [di Vito Biolchini]
Cagliari è la città dove la ripartenza potrebbe essere più facile, grazie ad un ottimo sistema di trasporto pubblico integrato dai servizi di sharing mobility e fortemente digitalizzato, e ad una rete di sensori collegati ad una centrale di controllo urbano molto avanzata. Chi lo dice? Un rapporto della società Ernst & Young dal titolo “La Fase 2: sono pronte le città italiane?”, nel quale il capoluogo sardo sopravanza tutte le altre città. Con 80,84 punti, Cagliari precede infatti Siena (75,04), Pisa (70,56), Bari (67), Lecce e Udine (rispettivamente 61 e 60 punti) nella categoria delle città ritenute “a ripartenza facile”. Una buona notizia: di questa categoria fa parte anche Sassari (50,76 punti). Sulla base della situazione relativa al contagio da Coronavirus (“che condiziona l’allentamento dei vincoli”) e su quello del concetto di resilienza (“cioè le infrastrutture e le tecnologie che consentono di supportare la ripartenza e di raggiungere più facilmente o più velocemente il ‘new normal’), la società ha prefigurato quattro scenari. Nelle città a ripartenza frenata (alto contagio e buona resilienza) spiccano invece Milano, Piacenza, Bergamo, Brescia, mentre in quelle a ripartenza critica (alti contagi e scarsa resilienza) si segnalano Cremona, Lodi, Alessandria. Ci sono infine le città a ripartenza lenta (basso contagio ma scarsa resilienza), tra cui Caserta, Viterbo, insieme alle nostre Oristano (35,71), Nuoro (29,38), Carbonia (8,9 punti). Il rapporto individua anche sei leve a disposizione delle città per ripartire: 1 – Un’organizzazione della risposta sanitaria all’altezza (posti letto negli ospedali, medici di medicina generale, farmacie per la distribuzione dei dispositivi di protezione). 2 – Infrastrutture di mobilità capienti (in grado comunque di trasportare un certo numero di cittadini senza eccessivo affollamento), flessibili (ad es. integrate con bike e car sharing e anche i monopattini, secondo alcuni il mezzo più indicato nella nuova situazione) e organizzate per la logistica urbana, il tutto supportato da servizi di infomobilità (es. app) che ne consentano un più facile e immediato utilizzo. 3 – Ampia copertura delle infrastrutture di comunicazione a banda ultralarga fissa (fibra ottica) e mobile (5G), wi-fi pubblico capillare, scuole e amministrazioni già connesse in fibra ottica. 4 – Capacità di tenere sotto controllo la città attraverso la sensoristica e le centrali di controllo urbano (traffico, sicurezza), elementi indispensabili per monitorare in tempo reale i flussi di spostamento dei cittadini, prevenire le situazioni di congestionamento e regolare tempi e orari di spostamento dei cittadini evitando i picchi degli orari di punta. 5 – Servizi pubblici interamente digitalizzati, che permettono la continuità di erogazione dei servizi evitando l’affollamento agli sportelli. 6 – Elevata capacità di engagement digitale dei cittadini (comunicazione con app e social network), perché garantisce maggiormente che le app di tracciamento vengano scaricate dalla maggioranza dei cittadini, più abituati ad interagire con la pubblica amministrazione attraverso gli strumenti digitali. È chiaro dunque che una definitiva rivoluzione digitale aiuterà le nostre comunità ad affrontare la crisi e che senza una reale innovazione la situazione non potrà che peggiorare. Inoltre, bisogna fare in fretta, non perdere tempo e avere le idee chiare. L’amministrazione Truzzu sarà in grado di sfruttare al meglio questo vantaggio? Vedremo. A me la situazione appare abbastanza chiara: per ripartire serve internet, non piani casa e cemento sulle coste. Chi glielo dice al presidente Solinas e alla sua maggioranza di centrodestra che governano alla Regione?
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