La maggioranza che governa la Regione Sardegna pensa che i gioielli paesaggistici siano bigiotteria? Questo è la Proposta di Legge 153 presentata in Consiglio regionale [di Giuseppe Biggio]

Cantiere-Tuerredda

Ma il Consiglio regionale non ha niente da fare che dare l’assalto alle coste con una proposta di legge, per di più, assai pasticciata sotto il profilo giuridico? Nella tragedia economica e sociale che si sta abbattendo sulla Sardegna, la maggioranza non ha uno straccio di progetto di sviluppo che non sia la brutale cementificazione del territorio?

Con la Proposta di Legge 153, presentata in Consiglio Regionale, ancora una volta si scatenano gli assalti al PPR. Si mette in scena una scalcinata sceneggiatura o una logora commedia che non convince neanche chi la propone perché sa in partenza che non potrà mai andare in scena per i plateali errori. La commedia è sempre la stessa ma ormai non diverte neanche più. Si è ridotta ad una banale macchietta da avanspettacolo per di più grottesca. Che la maggioranza abbia bisogno di una cortina di fumo?

Questa ultima proposta di legge esordisce con l’ennesima proroga al c.d. Piano Casa che già ha modificato le nostre architetture senza portare i vantaggi economici che tanto si attendevano. Ma la gravità maggiore consiste nel cercare ancora una volta di affossare il PPR con una legge che vorrebbe fornire una “interpretazione autentica” della norma in maniera unilaterale.

Sì, proprio così. Strano vero? Che il processo di copianificazione tra Mibact e Regione Sardegna, che ha prodotto il PPR, secondo l’intento dei nostri legislatori potrebbe essere modificato unilateralmente attraverso una “interpretazione autentica” della norma. Già questo è sufficiente per qualificare il livello di attendibilità della proposta di legge.

Ma non basta. Perché oltre a questo c’è da sottolineare che la competenza in materia di paesaggio è proprio del Ministero. Siamo arrivati veramente alla burla istituzionale. Gli argomenti che il legislatore vorrebbe che venissero lasciati in completa balia della Regione sono di varia natura e di diversa importanza, alcuni quasi trascurabili, altri invece strategici.

Come dire, mettiamo tutto nel mucchio e forse nessuno si accorge che dentro c’era anche qualche gioiello. Si tratta infatti dei gioielli del paesaggio (i beni paesaggistici e i beni identitari).

Ma stiamo parlando non di quelli dal rango da bigiotteria ma nientemeno della fascia costiera della Sardegna, cioè di quel gioiello fondamentale che l’art. 19 delle NTA del PPR definisce bene paesaggistico d’insieme ed è considerata risorsa strategica fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio sardo.

Un altro tema caro a coloro che hanno portato in Consiglio regionale la Proposta di Legge 153, è l’edificato urbano diffuso, cioè quel tessuto residenziale, prevalentemente unifamiliare, limitrofo alle periferie urbane dei centri maggiori. In sostanza quei territori che più solleticano gli appetiti della speculazione edilizia intorno ai grandi centri.

La sensazione più disarmante però è nel confrontare i comportamenti di questi legislatori e la loro fissazione su punti di vista triti e ritriti quanto superati e le sensibilità davvero diverse, in Italia e nel resto del mondo, specie in una fase storica in cui la pandemia sta mutando i paradigmi sul rapporto dell’uomo con ambiente e paesaggio.

Come ha scritto di recente Roberta Carlini sull’Internazionale, l’Unione Europea ha superato i limiti delle politiche dell’austerità, consentendo un maggior debito pubblico e privato, facendo cadere il muro del patto di stabilità, esercitando il controllo degli spread ed eliminando le condizioni capestro del Mes.

Tutto ciò accompagnato da una cospicua quantità di denaro (750 Mld) per la ripresa economica che però potrà essere speso solo nel segno del cambiamento, privilegiando le produzioni tecnologiche e industriali virtuose nel rispetto dell’ambiente, delle economie circolari,

“Rilanciare l’economia non vuol dire tornare allo status quo che c’era prima della crisi, ma lanciarsi in avanti”, si legge nel documento della Commissione Europea. Tra i capitoli d’investimento elencati ci sono: infrastrutture ed edifici (in questo caso, per lo più ristrutturazioni che migliorino l’efficienza energetica); transizione alle fonti rinnovabili di energia; trasporti e logistica; economia circolare. Questi sono gli obiettivi che ci attendono nel futuro prossimo, anzi oggi.

Ancora una volta si conferma quindi la lungimiranza del PPR che da quasi tre lustri ha puntato sul recupero urbano, sul rispetto dell’ambiente, sul risparmio di suolo e sulla tutela dei beni identitari e dei beni paesaggistici, di cui la fascia costiera rappresenta la punta di diamante.

*Già direttore del Servizio Pianificazione Territoriale della Regione Autonoma della Sardegna

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