Ancora su Covid-19 e turismo in Sardegna: quando si dice responsabilità politica [di Pietro Casula]
Le crisi aumentano l’impulso, lo stimolo a chiudersi a riccio. Il senso di responsabilità è tutt’altra cosa. Attualmente, nel mondo, accadono cose raccapriccianti che intristiscono. In America l’odio predicato dalla massima agenzia governativa da quando è in carica il presidente Donald Trump, ora si scarica trasformato in violenza. Ma non solo. Eventi sconvolgenti in tutto il mondo: in Yemen infuria una guerra civile e agli operatori umanitari vengono a mancare le risorse. A questo possiamo aggiungere tanto altro, ma focalizziamo sul pericolo che è stato messo più in evidenzia in questi mesi: il pericolo mondiale del Covid-19. Pericolo, questo, tutt’altro che scongiurato, anche se molti, in questo nostro Paese, non ne vogliono sapere o forse pensano che una pandemia possa essere interrotta solo affermando ripetutamente a mezzo stampa che il pericolo è passato. Adesso che sono stati riaperti i confini delle regioni, c’è da aspettarsi che chi può si metterà in viaggio per raggiungere destinazioni turistiche come se non avessero imparato nulla dai rischi di contagio ancora presenti, o dalle macabre colonne di mezzi militari carichi di feretri che in pochi sembrano ricordare. Anche se non saranno le solite vacanze, adesso che l’alta stagione è alle porte, la probabilità che si apra una corsia diretta verso la Sardegna è molto alta. E vogliamo credere, quindi, a quanto detto dal presidente Christian Solinas nella sua ultima videoconferenza, e cioè che in questa nuova fase di “apertura totale” della nostra isola, il piano di potenziamento modulare e progressivo delle strutture ospedaliere sia, quantomeno, a buon punto. E vogliamo anche credere che il presidente Solinas dica il vero quando afferma che la Sardegna è in grado di dare risposte rapide ed efficienti sotto il profilo dell’innovazione digitale e della semplificazione per quanto riguarda il monitoraggio di infezioni. Sarebbe stato anche giusto, però, dire che il pericolo Cod-19 permane e che i piani di viaggio per la Sardegna possono diventare automaticamente obsoleti se il tasso di infezione – a destinazione o nel luogo di provenienza – supera il limite di tollerabilità. Ma a questi annunci del governatore Solinas ha fatto seguito, purtroppo, quanto successo in questi ultimi giorni ovvero l’arrivo di nutriti gruppi di viaggiatori sbarcati sulla nostra isola senza che un minimo di controllo o richiesta di documenti sanitari sia stato notato da nessuno di loro. Solo Dio sa se a costoro almeno gli sia stata misurata la temperatura nel luogo di partenza. La situazione, come sempre, è quella del predicare bene e razzolare male, anzi malissimo. Chiaro che il problema principale sia combattere la presenza reale del Covid-19, ma si tratta anche di un confronto che riguarda sia i virologi che gli economisti. Gli uni che vogliono andare sicuri attraverso la pandemia e gli altri che vedono incombere il pericolo del collasso delle economie. Il Virus, non dimentichiamolo, ha causato tantissimi malati e decine di migliaia di decessi e ingenti danni economici. Credere, pensare che questi sono sviluppi “la fuori”, lontani dalla nostra isola, destano preoccupazione e rafforzano la sensazione che si sarebbe potuto sperimentare il blocco del Corona-Lockdown standosene chiusi a casa, muoversi limitando spostamenti nel raggio in cui si può lavorare. Chiudersi a riccio, appunto. Perché chi non vuole saperne delle malvagità di questo mondo si rifugia dietro una protezione irta e spinosa e passa alla difesa con l’isolamento. Naturalmente simile ritirata, talvolta, è necessaria, ma non c’è diritto di ignorare quanto ti accade intorno. Perlomeno non all’altezza delle tue responsabilità di cittadino illuminato e libero, se decidi che la vita degli altri non ti riguarda per niente. Questa è una linea sottile tra il necessario isolamento dal mondo che serve all’unirsi e all’auto protezionismo e la fuga in un conforto comprato con l’ignorare. Ognuno può decidere dove scorre il confine. Secondo scienza e coscienza. Ai pericoli del Corona Virus non si può mettere ancora la parola fine, almeno non nel prossimo futuro. Anche se sono disponibili farmaci per curare e vaccini per prevenire un contagio da Covid-19, milioni di persone rimangono a rischio. E per quanto molti sognino, bramino che tutto possa tornare al prima del Corona, attenzione, non sarà così semplice come premere un tasto. Per questo i viaggiatori di questa estate devono tenere a mente che anche se facessero vacanze da Re, non faranno vacanze dal Corona, ma solo vacanze con il Corona. Buon viaggio. |