“Nessun profitto sulla pandemia. Vaccino anti-Covid gratis per tutti”: la campagna europea della Sinistra [di Daniele Nalbone]

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http://temi.repubblica.it/micromega-online/. Di fronte a una pandemia, tutti hanno diritto alla cura. Tutti dovrebbero avere accesso a un vaccino o a un trattamento contro il Covid-19.

Il Gruppo parlamentare della Sinistra Europea, insieme a tredici partiti della sinistra tra cui gli italiani Rifondazione comunista e Potere al popolo, lancia una petizione online per chiedere che la Ue intervenga, che i soldi pubblici dati per la ricerca non siano usati per i profitti di pochi, ma per il benessere di tutti. “Le cure e i vaccini contro le pandemie devono diventare un bene pubblico globale”. Marc Botenga: “Come disse colui che trovò il primo vaccino anti-poliomelite, Jonas Salk, non si può brevettare il sole”.

Insieme a tredici partiti europei di sinistra, il gruppo della Sinistra unitaria europea ha lanciato una campagna per garantire l’accessibilità gratuita al vaccino anti-Covid. Come spiegato a MicroMega nell’intervista dello scorso 27 maggio da Marc Botenga, eurodeputato GUE/NGL, “la prima forma di cooperazione” per contrastare l’epidemia “deve riguardare proprio lo sviluppo dei farmaci e dei vaccini. Ormai è chiaro che ciò che farà la differenza per superare questa fase sarà proprio la ricerca farmaceutica.

Il problema, in questo settore, si chiama concorrenza. A livello universitario c’è una grande collaborazione europea e mondiale ma manca una linea politica che intervenga su questo aspetto. Lo scoglio più grande è quello relativo alla proprietà intellettuale del futuro vaccino. La domanda da porsi è: la ricerca, finanziata in gran parte pubblicamente può essere commercializzata, privatizzata da un’azienda?”.

Per sconfiggere la pandemia il futuro vaccino – o “un” futuro vaccino – deve essere accessibile a tutti. “Questa non è solo una questione di giustizia” spiega Botenga a MicroMega, “ma anche di salute pubblica. Il vaccino contro la polio è entrato sui mercati senza brevetti e la malattia è stata ormai estirpata in molte regioni del mondo”. Al momento, invece, la strada per il vaccino anti-Covid sembra andare nella direzione opposta: tutto lascia pensare che la “cura” potrebbe invece essere brevettata ed essere, quindi, di proprietà di aziende private.

“Non c’è niente di più deprimente che non sapere come curare le persone” denuncia l’eurodeputata Kateřina Konečná, membro del comitato ENVI (Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare): “Niente è più prezioso della vita umana. Tuttavia, temo che quando verrà scoperto il vaccino, ancora una volta, un gruppo di persone resterà escluso: chi non potrà permettersela”.

Il presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ha promesso che il vaccino, una volta trovato, sarebbe diventato un bene pubblico. Tuttavia, di tali promesse non c’è traccia nella strategia europea per i vaccini. La petizione, lanciata oggi, chiede che la presidente della Commissione cambi velocemente rotta. Tradotto, per Konečná, il vaccino dovrebbe “essere liberamente disponibile”. La ricerca, spiega, “è stata finanziata direttamente dagli europei o dai loro stati” e “sarebbe assurdo dovere ora pagare il vaccino”.

Il modello preso dai tredici partiti della sinistra europea è quello di Jonas Salk, medico e scienziato statunitense, batteriologo e virologo, realizzatore nella prima metà degli anni Cinquanta, del primo vaccino antipoliomielite. “A precisa domanda su chi avesse ottenuto il brevetto per il vaccino contro la polio, rispose: ‘Il popolo. Non c’è brevetto. Potremmo brevettare forse il sole?’. Così il vaccino contro la poliomelite entrò sul mercato internazionale in maniera libera. Ecco, per il vaccino contro il Coronavirus dobbiamo seguire la strada indicata da Salk” sottolinea Botenga.

Strumenti per andare in questa direzione? L’Ue ha una serie di leve per raggiungere questo obiettivo. Uno, il più rapido ed efficace, sarebbe quello di inserire la non remunerazione del vaccino all’interno delle norme che disciplinano il gettito fiscale dell’industria farmaceutica. Inoltre “l’OMS ha istituto una banca dati di tutti brevetti” spiega Botenga: “Tutti i dati delle ricerche possono quindi essere riuniti e poi condivisi in tutto il mondo. L’Ue deve chiedere che i medicinali sviluppati con fondi pubblici per la ricerca siano inclusi all’interno di questa banca dati”. Il rischio, però, è che il vaccino venga sviluppato da chi non ha attinto ai fondi europei. Ma anche qui una soluzione ci sarebbe: l’Ue, volendo, potrebbe infanti rompere ogni tipo di possibile monopolio attraverso delle “licenze obbligatorie” da ottenere prima di mettere in commercio il farmaco.

Il problema, a Bruxelles, è chiaro. Così come chiare sarebbero le soluzioni. Quella che va fatta, in questo momento, è una scelta politica. Da qui la decisione di dar vita a una petizione – che può essere firmata su https://www.right2cure.eu/ – promossa dalla Sinistra europea e da tredici partiti, per fare pressione sulla Commissione europea “affinché mantenga la sua promessa”: vaccino libero e gratis per tutti.

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