“L’interpretazione autentica” del Ppr della Giunta di Solinas? Solo pura speculazione sulle coste che alla Sardegna nel passato ha regalato la perdita di migliaia di posti di lavoro e la chiusura di centinaia di imprese [di Michele Carrus]
Una norma sospetta, forse inutile, probabilmente dannosa. Questo penso e con me tutta la Cgil in totale disapprovazione sull’”interpretazione autentica” del Ppr che domani verrà discussa in Consiglio regionale. E’ davvero singolare che pensino di poter reinterpretare unilateralmente a livello regionale una disciplina di rango costituzionale qual è il Ppr e lo è ancor più il contenuto della norma che, come l’uovo di colombo, pretende di consentire quel che oggi la legge vieta ma che ieri si poteva fare perché la legge non c’era! Sembra un escamotage ridicolo, ma forse non servirà neppure a risolvere il problema da cui origina, stando alle dichiarazioni dei proponenti, ovvero la necessità di fare un’intesa fra Enti locali, Regione e Governo per poter completare la strada Sassari-Alghero. Il timore fondato è che, al di là delle intenzioni, sotto la norma si nascondano i soliti appetiti edilizi speculativi, soprattutto sulle coste, poiché è un sostanziale lasciapassare per la continua manomissione del Ppr. Dovremmo invece essere orgogliosi di averlo, perché difende il nostro patrimonio paesaggistico e culturale, un bene comune condiviso fra generazioni che nessuna ha il diritto di espropriare alle altre. L’obiettivo giusto dovrebbe essere di estendere la pianificazione all’intero territorio regionale. Se da una parte è vero che la classificazione del territorio, la delimitazione dei beni ambientali, la catalogazione dei beni culturali, la graduazione dei diversi livelli di tutela, l’aggiornamento puntuale della cartografia, sono aspetti da verificare nel tempo, è però anche essenziale che la disciplina di governo del territorio tenga insieme il principio della tutela con la valorizzazione, abbandonando definitivamente la tentazione di stravolgerlo o addirittura cancellarlo. Quando le opere che comportano la trasformazione del territorio hanno un impatto rilevante, devono esserci forti motivazioni e ampia condivisione, anche attraverso gli accordi inter-istituzionali che coinvolgono i diversi livelli di governo interessati, trattandosi di materia di rilevanza costituzionale, senza cercare scorciatoie. Perciò la Cgil considera sospetto che si utilizzi il bisogno di completare un’arteria stradale come quella per Alghero, per portare un attacco ai principi anziché perseguire l’intesa istituzionale che, probabilmente, non potrà essere aggirata in ogni caso. Aggirate invece, se passasse l’interpretazione proposta da Giunta e maggioranza, rischiano di essere le norme che difendono ambiente e paesaggio dalla speculazione. È ormai spericolato il refrain sul rilancio dell’edilizia che deriverebbe da nuove norme per aumentare le cubature poiché tali norme esistono e vanno avanti da almeno dieci anni attraverso il cosiddetto Piano casa, reiterato ancora una volta nei giorni scorsi, ma negli stessi dieci anni l’edilizia ha conosciuto forse la più devastante crisi dal dopoguerra, con la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro e la chiusura di centinaia di imprese, a dimostrazione della falsità di quell’assunto. Per la Cgil la strada per rilanciare il settore è un’altra e passa dalla sistemazione idraulica del territorio, dalla riqualificazione ambientale, dalla rigenerazione urbana, dall’efficientamento energetico, bio-edilizia, nuovi materiali e tecnologie, dall’aggiornamento di competenze professionali e tecniche operative, passa cioè dall’ammodernamento complessivo del settore e dal lavoro buono e sicuro, che hanno bisogno di imprese serie e capaci: così potrebbe davvero rappresentare un motore di progresso e sviluppo a vantaggio dell’intera collettività. Per questi motivi esprimiamo contrarietà a questa norma equivoca e pericolosa, mentre restiamo favorevoli al rafforzamento delle risorse e competenze delle amministrazioni locali, alla semplificazione delle procedure della pianificazione urbanistica, al bilanciamento degli interessi nel governo del territorio, da valutare anche secondo strategie di area vasta, nel rispetto delle diverse vocazioni e caratteristiche dei luoghi ai fini della loro migliore destinazione d’uso in un moderno quadro di politiche generali di sviluppo. *Segretario generale CGIL Sardegna |