Insularità: serve provvedimento di compensazione per il riequilibrio dei conti [di Roberto Frongia e Maria Antonietta Mongiu]
Il Comitato per l’Insularità chiede l’intervento della Commissione speciale per l’Insularità affinché si faccia portavoce di una Proposta di legge tesa al riconoscimento da parte dello Stato di quel necessario meccanismo di perequazione in favore dell’Isola-Sardegna, gravemente danneggiata dalla sua condizione insulare, quindi dalla distanza con la terraferma. Sebbene l’inserimento del principio di insularità in Costituzione resti il primo vero obiettivo senza il quale non verrebbe sanata la ferita che ci distanzia dal “Continente”, è comunque necessario che alla Sardegna venga riconosciuto quanto le è dovuto, in termini economici, a causa della sua condizione insulare. Per fare questo serve un intervento forte e concreto, in seno al Consiglio regionale, finalizzato anche a sostenere quella rivoluzione in senso culturale che segni il passaggio dall’accettazione supina di un impossibile sviluppo basato sull’assistenza e dia avvio a una nuova stagione. Un intervento che prenda corpo in una proposta di legge. La richiesta di legiferare in merito, rivolta alla Commissione speciale per l’insularità, arriva dopo le numerose iniziative che hanno visto protagonista il Comitato per l’insularità, confortato anche dal primo calcolo scientifico in materia, che individua per la Sardegna la perdita di PIL pro capite annuo in 5.700 euro (fonte Istituto Bruno Leoni). Vale la pena ricordare come per stimare tale grandezza, il centro studi Ibl abbia tenuto conto della perdita di PIL pro capite per chilometro di distanza (circa 11,6) e della media tra le distanze Cagliari-Roma e Sassari-Roma (pari a circa 495 chilometri). Prevenendo l’intervallo di fiducia al 95 per cento, la “tassa dell’insularità” per la Sardegna si colloca appunto nella forchetta 3.800-7.600 euro pro capite. Un costo che è causa ed effetto di una serie di squilibri che possono essere sintetizzati in alcuni punti: disparità di trattamento tra i cittadini europei; marcata differenza del reddito disponibile; maggiore carenza di prodotti energetici che incidono sui costi monetari delle imprese e dei consumatori e quindi sullo sviluppo economico della Sardegna; la lontananza e/o il carattere periferico (distanza chilometrica e distanza temporale rispetto ai mercati, in particolare quello interno, ai grandi centri demografici, industriali, finanziari o politici); impossibilità di realizzare economie di scala, tenuto conto delle piccole dimensioni del mercato che comportano costi unitari elevati, a livello sia di funzionamento delle imprese che di servizi pubblici; costi commerciali più alti rispetto alle regioni; elevati costi di infrastrutturazione del territorio, tenuto conto della maggiorazione indotta dai costi di trasporto delle materie prime necessarie; assenza di sviluppo di una rete ferroviaria intraregionale; elevata dipendenza da porti e aeroporti e grande vulnerabilità rispetto ai contesti e avvenimenti esterni. Da qui la necessità urgente di un intervento legislativo che sproni, impegni e inchiodi lo Stato alle proprie responsabilità, alla luce anche dell’esperienza passata – internazionale, italiana e della stessa Sardegna, che oggi ci consentono di individuare meglio gli strumenti per affrontare e alleviare il gap dell’insularità: ▪️Deficit infrastrutturale. È essenziale che gli eventuali trasferimenti nell’alveo delle politiche di coesione siano chiaramente indirizzati a colmare i maggiori gap derivanti dall’insularità, vale a dire anzitutto quello infrastrutturale (incluse le infrastrutture di telecomunicazioni) ▪️Capitale umano. Per promuovere lo sviluppo della Sardegna, occorre effettuare un forte investimento nel potenziamento del capitale umano, che può avvenire sia attraverso il rafforzamento dell’offerta educativa interna sia attraverso una maggiore fruibilità delle opportunità formative esterne (le due cose, ovviamente, non necessariamente si escludono a vicenda) ▪️Qualità della PA. Le politiche devono contenere una componente di assistenza tecnica volta a migliorare la qualità delle istituzioni: l’efficienza del settore pubblico è una determinante essenziale della crescita, specialmente in presenza di rilevanti flussi di spesa che possono addirittura finire catturati dalla criminalità organizzata. *Presidente del Comitato per l’Insularità in Costituzione e Presidente del Comitato Scientifico
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Provate a calcare la mano anche sulla questione servitù militari, prodotto dell’alleanza NATO, i cui costi ricadono in gran parte, a livello europeo, sulla sola Sardegna. Altro che i due spicci dei costi insularità col continente!
https://www.today.it/cronaca/sardegna-isola-militarizzata-basi-poligoni.html