Il suolo? Se lo conosci impari a rispettarlo e a proteggerlo [di Sergio Vacca]
Didascalia. L’immagine rappresenta un suolo, così come può essere osservato in uno scavo, detto profilo, che si realizzi in qualsiasi parte della terra. Si tratta, ovviamente, di una rappresentazione di uno spaccato di suolo in cui siano presenti tutte le componenti stratigrafiche (orizzonti); in relazione alla cosiddetta roccia madre, ai climi, alle forme del paesaggio, alla vegetazione, all’uso che ne ha fatto l’uomo, il suolo può variare in profondità, può avere o meno tutti gli orizzonti, per cui – analogamente a quanto avviene, ad esempio, nei comparti biologici (biodiversità) – si ha la cosiddetta “pedo-diversità”. Per questi motivi, estrema importanza nello studio dei suoli è attribuita al loro riconoscimento e quindi all’inserimento in una specifica tassonomia; tra le più importanti e maggiormente diffuse la Soil Taxonomy, dell’U.S. Department of Agriculture. Il suolo è in sintesi quel corpo naturale, che supporta la vita delle piante, che si forma per l’azione combinata dei fattori sopra elencati, detti, appunto, fattori della pedogenesi.L’oggetto, il suolo, che si genera nelle diverse parti del pianeta, in condizioni ambientali le più diverse, manifesterà perciò differenti caratteri e proprietà e, perciò, potenzialità a sostenere biomassa, in un termine fertilità. Questi i motivi per i quali la conoscenza dei suoli è la base di ogni processo di pianificazione su base territoriale. Fin qui la didascalia dell’immagine. Sempre in www.sardegnasoprattutto.com, chi scrive ha spesso richiamato l’attenzione sui danni realizzati a carico dei migliori suoli e, di recente, dell’area del dominio del Rio di Sestu, nei quali si producevano ortaggi rinomati in tutta l’isola, con l’insediamento di un’area commerciale artigianale. Si è persa quindi una capacità produttiva straordinaria! Negli scorsi giorni, è stata celebrata la Giornata Mondiale del Suolo. Scienziati del Suolo, attraverso seminari ed articoli hanno chiesto ai reggitori delle nazioni del pianeta perché nelle rispettive azioni di governo del territorio prestino grande attenzione alla conservazione del suolo, del suo patrimonio genetico, della fertilità, perché da queste azioni dipende l’equilibrio alimentare del globo. Appello che non sembra interessare i governanti dell’isola. Deciso scalpore, peraltro, ha destato la risposta, data nel corso di un’intervista, da un rappresentante dell’attuale maggioranza, il quale, richiesto di rispondere alle obiezioni che cittadini, diverse categorie professionali, il mondo universitario muovono al cosiddetto “piano casa”, parla di “crescente domanda verso gli ampliamenti nella fascia costiera dei 300 metri, le costruzioni di nuove abitazioni a ridosso della fascia, ma anche delle costruzioni nell’agro”. All’ incalzare dell’ intervistatore riguardo a responsabilità umane per il disastro di Bitti, il rappresentante della maggioranza ha farfugliato di “Bombe d’acqua” di “piogge assassine” e via elencando. In conclusione. Il suolo nedlla realtà concreta è un sistema estremamente complesso; occorrono da migliaia fino a centinaia di migliaia di anni per la sua genesi ed il suo sviluppo. Bastano, talvolta, pochi minuti per distruggerlo! I danni, sempre causati da azioni dirette o indiritte, comunque sempre sconsiderate dell’uomo, diminuiscono, o annullano su vaste superfici, la sua capacità di produrre biomassa, sia naturale, sia per le coltivazioni. Tali vanno considerati l’erosione del suolo ad opera delle acque meteoriche, della gravità, delle acque di ruscellamento. Con le conseguenze dei recenti disastri nella Sardegna nord-orientale. Tale va pure considerata l’espansione edilizia nell’agro, che col DDLR in discussione rappresenta lo stravolgimento completo dei concetti di pianificazione. Consentire l’edificazione “ad libitum” – perché tale è il senso delle modifiche fortemente peggiorative all’articolo 26 della legge regionale n. 8 del 2015 – nelle terre agricole avrà conseguenze – va ribadito con forza – in primo luogo nella sottrazione di terre spesso molto fertili alla funzione produttiva primaria di quei suoli, quindi, in relazione alla posizione nel paesaggio, innescare o esaltare processi di erosione del suolo. E’ appena il caso di ricordare che il materiale trasportato dalle acque, nel recente episodio di Bitti, è suolo eroso; la fluidità del liquido, in tali condizioni, è tale che aumenta fortemente la capacità di trasporto e perciò dei danni a persone e cose. A chiusura di questo intervento è d’obbligo una bella frase di Carlo Petrini, (Repubblica, 5 dicembre 2020), in occasione della Giornata Mondiale del Suolo, con l’auspicio che serva come motivo di riflessione per i decisori pèolitici della Regione Autonoma della Sardegna. “Per troppo tempo abbiamo lasciato la salute del suolo nelle mani di logiche speculative, per puro ed esclusivo business. E’ arrivato il tempo di pensare al suolo come una risorsa vitale e non infinita, in cui tutti noi ci identifichiamo” * Sindaco di Milis. Già Professore di Scienza del Suolo, Università di Sassari.
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«Si dice e si crede
che Attila era
un gran figlio di cane,
che dove passava
più nulla lasciava
al naturale!
–E invece?
–E invece no!!
Egli era un distinto signore
dai modi di fare
gentili gentili,
così educati
che più di così non si può.»
(de poeta iscartzudhu ma anónimu)