Le geografie, le culture, e la pandemia [di Maria Antonietta Mongiu]
L’Unione Sarda 6 maggio 2021. La città in pillole. Negli anni veloci della globalizzazione, molta storiografia ha pensato che si potesse superare il condizionamento geografico che ha inerito senza soluzione sulla storia umana. Non a caso la Geografia è stata ridimensionata nei programmi scolastici e a nulla sono valse le proteste. Si è detto che il mondo, interconnesso come mai prima, non era più una terra incognita e irraggiungibile. Non importava che, per generazioni, l’ora di Geografia sia stata l’unico sguardo per intravvedere l’altrove e l’irraggiungibile. Non sapremmo immaginare infanzie e adolescenze senza un mitico oggetto, chiamato Atlante geografico. Per tacere dell’Atlante storico in cui si materializzavano personaggi e regioni che, altrimenti, non avremo saputo dove collocare. Piccoli Salgari che sognavano mondi esotici, riconosciuti grazie alle narrazioni di geografi e di scrittori che forse non vi erano mai stati. Malgrado le meraviglie delle geografie vere o immaginarie, la storiografia ha, con superficialità e semplificazione, messo in discussione quanto le differenze di costumi, vegetazione, clima, paesaggi continuassero ad inerire. Improvvisamente un virus, intronizzandosi nel vissuto del mondo, ha risituato ognuno nei luoghi di origine o di residenza. Anzi lo ha costretto ad un’insolita autoreclusione senza neanche, in tanti casi, l’ora d’aria. Quanto si è vissuto, imporrà agli storici ma pure ad antropologi e sociologi di ritornare sui propri passi per riconsiderare i contesti in cui abiteranno le nuove geografie. Non solo quella eterodiretta dal virus e dai suoi effetti su spazi pubblici, privati, paesaggi, luoghi di cultura e del tempo libero, ma anche quella della relazione tra il culturalmente agito nel passato e i nuovi mondi sorti, come un’araba fenice, dai vecchi. Il cambiamento forzato pone interrogativi inquietanti. In uno scenario non omologabile quanto incidono le differenze delle mille soggettività? Che peso specifico avranno le geografie delle identità? Una sorta di archeologia della contemporaneità già evidenzia differenze economiche che ineriscono su quelle culturali. Interdipendenti dalle prime. Prova del nove per verificare quanto le geografie delle culture siano radicate e durevoli e non piuttosto effimere e autoriferite. Il virus ha evidenziato che è arrivato il tempo di selezionare i veri topoi della cultura e il loro rango nella città di Cagliari e una necessaria decompartimentazione di cultura e formazione. Ha anche evidenziato l’urgenza di classi dirigenti adeguate. |