Vedove, leoni e giocolieri [di Franco Masala]

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Nel dicembre 1905, a pochi giorni dalla prima di Salome di Richard Strauss, una seconda donna, La vedova allegra, spiccò il volo nel mondo musicale del primo Novecento. Fu il primo, vero successo di Franz Lehár, e tanta era la cupezza della prima opera, piena di inquietudini, quanto scintillante è l’operetta popolarissima anche in Italia.

E proprio ancora una volta in lingua italiana la Vedova torna a Cagliari a pochi anni dall’ultima sciagurata produzione del 2015, privata delle parti parlate. Si torna ora alla tradizione in occasione dell’apertura della seconda edizione di Classicalparco che nell’Arena del Parco della Musica di Cagliari riscuote un gran successo, suggellato alla fine dall’esplosione di coriandoli dorati su tutta la compagnia.

Il demimonde della Belle Epoque è forse il modo migliore per esorcizzare la crisi virale che ci opprime ormai da mesi e può essere una buona speranza per un’estate finalmente più tranquilla.

Il maestro Giuseppe Finzi ha condotto orchestra e coro del Lirico con il brio, il ritmo e l’abbandono necessari, sostenendo adeguatamente gli interpreti. La protagonista, Elisa Balbo, dotata di bella voce e di una figura sinuosa, esaltata soprattutto dai costumi neri del primo e secondo atto (meno da quello iniziale), è degnamente affiancata da Leonardo Caimi, compassato ma efficace nel ruolo ingrato di Danilo, e dalla seconda coppia formata da Maria Laura Iacobellis e da Levy Segkapane, giovane tenore sudafricano e quindi l’unico non italiano del cast, tutti perfettamente in ruolo.

Una menzione speciale per il veterano Bruno Praticò e per Gennaro Cannavacciuolo, irresistibile coppia comica che ha punteggiato soprattutto le parti recitate. Il lungo e variegato cast comprende un gran numero di caratteristi, tutti ben impegnati, cui si aggiungono figuranti, acrobati e ballerini.

L’operetta è infatti ambientata in un circo che fa da sfondo all’azione pensata nell’originale per una Parigi Art Nouveau della quale non rimane traccia. Se quindi la regia di Blas Roca Rey è leggera e non invasiva, rimane la perplessità del divario tra la vicenda narrata e il mondo circense, popolato di leoni, cavallini scalpitanti e orsi secondo tradizione. La scena unica di Antonella Conte, le luci di Andrea Ledda, le garbate coreografie di Luigia Frattaroli fanno da sfondo ai costumi di Marco Nateri, alcuni dei quali non completamente riusciti ma ricchi comunque di colori.

Il successo è decisamente notevole e ritma il finale degli applausi a suon di musica. Buon auspicio per il prosieguo.

*foto di Priamo Tolu ©

 

La vedova allegra

operetta in tre atti

libretto Viktor Léon e Leo Stein, dalla commedia L’Attaché d’ambassade di Henri Meilhac

musica Franz Lehár

traduzione ritmica italiana di Ferdinando Fontana ed adattamento di Filippo Crivelli

mercoledì 16 giugno, ore 21

giovedì 17 giugno, ore 21

venerdì 18 giugno, ore 21

sabato 19 giugno, ore 21

Arena all’aperto del Parco della Musica di Cagliari

 

 

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