Il Distretto rurale dell’oristanese [di Sergio Vacca]
Si è tenuta venerdì 25, presso la sala consiliare della Provincia di Oristano, la conferenza stampa di presentazione del Distretto rurale dell’Oristanese. Rilanciare lo sviluppo imprenditoriale e permettere alle realtà del territorio di attrarre finanziamenti e affacciarsi ai mercati internazionali, è stato l’argomento che ha caratterizzato l’incontro. Non solo slogan, ma soprattutto obiettivo del costituendo Distretto rurale della Sardegna Centro Occidentale. I soggetti promotori sono i GAL Barigadu Guilcer, Marmilla, Terras de Olia e Sinis, insieme al Flag Pescando Sardegna Centro Occidentale. I cinque enti sono espressione di un territorio molto vasto. Nelle loro forme societarie comprendono 9 unioni dei comuni, 88 comuni, 477 soggetti imprenditoriali, la Camera di commercio di Cagliari-Oristano e le Università di Cagliari e Sassari. Nel corso dell’incontro è stato evidenziato che si tratta di un’iniziativa che nasce in risposta alle disposizioni regionali sui distretti rurali, intesa come possibilità di accompagnamento delle piccole e medie imprese, nel processo di sviluppo, permettendo loro di affacciarsi ad un ampio mercato; saranno certamente partner e organismi di riferimento le Università di Cagliari e Sassari, presenti ad Oristano con alcuni importanti Corsi di Laurea. E’ stato anche affermato con forza che i reali titolari dei Distretti – che pure ricomprendono una importante quota di pubblica amministrazione, rappresentata dagli Enti Locali – sono gli imprenditori ed il settore economico. E’ stato pure messo l’accento sulla necessaria sinergia che deve riguardare i settori dell’Agricoltura e dell’Itticoltura, aspetti questi di grande importanza le tante identità e realtà del Territorio Oristanese. Si tratta, in conclusione, di un progetto inclusivo, di un’idea innovativa che faccia marciare all’unisono le anime produttive dei territori, dall’agropastorale, al vitivinicolo e alla pesca. Un argomento che è stato posto all’attenzione è quello relativo all’Agrumicoltura, che vede il paese di Milis leader indiscusso per tradizione pressoché millenaria, fortemente legata alle condizioni ambientali, rappresentate da suoli di altissima suscettività per le produzioni frutticole, agrumicole in particolare, grazie alla ricchezza in minerali alterabili di origine vulcanica e da un clima particolarmente adatto. E’ appena il caso di ricordare che il primo impianto fu realizzato in località San Giorgio di Calcaria di Milis nell’anno 1148 dal Priore Camaldolese Bonizio. Le antiche varietà, tradizionalmente presenti nel territorio di Milis furono, sulla base di un malinteso adeguamento alle esigenze del mercato, sostituite integralmente dalle cultivar Washington, Naveline, Clementine; si tratta – come è noto – di varietà in voga negli anni 60-70 del millenovecento che, se è vero che incontravano il gusto del consumatore, non rappresentano certamente la migliore espressione della nostra tradizione agrumicola, ma nemmeno riescono a caratterizzare il gusto del Territorio. Nei giardini dello Stabilimento/Villa Pernis-Vacca, negli anni 90 del secolo scorso, furono impiantate, per crearne una sorta di giardino botanico, circa 70 piante di agrumi, molte delle quali eredi delle antiche varietà. Quella collezione, ancorché a lungo trascurata, tuttavia formata da piante ancora vitali, rappresenta i più importanti genomi delle antiche varietà agrumicole del territorio; questa collezione è unica e rappresenta un patrimonio genico di straordinaria importanza. La salvaguardia di quella collezione rappresenta perciò un momento estremamente importante per mantenere viva la conoscenza sulle antiche varietà, delle quali andrà approfondito lo studio genomico, ma anche verificata la possibilità di miglioramento di alcune caratteristiche, come ad esempio l’eliminazione della presenza di semi. Il recupero di queste antiche varietà potrebbe – ovviamente il condizionale è d’obbligo – far sviluppare commercialmente prodotti di nicchia, che caratterizzerebbero ancora di più il territorio. A tutto vantaggio dell’agrumicoltura oristanese, che oltre a Milis vede in prima linea territori della bassa Valle del Tirso. Che – è appena il caso di sottolinearlo – registrano la forte presente degli agrumicultori milesi. |