Quelle donne che hanno lasciato il segno [di Maria Antonietta Mongiu]

L’Unione Sarda 14 ottobre 2021. La città in pillole. Sarebbe piaciuta ad Annalisa Diaz che ci ha lasciato da qualche giorno. Si tratta di Storie di donne tra le carte d’Archivio, iniziativa promossa, il 10 ottobre nell’ormai consolidato contenitore, Domenica di carta, dal MiC e, specialmente, dalla Dir. Generale Archivi. A Cagliari dall’Archivio di Stato e dalla Soprintendenza Archivistica della Sardegna.

Le sarebbe piaciuto anche nei modi, nei temi, e per il luogo. Uno scrigno in Via Gallura, dove il passato prende parola, potente e generativa, nei faldoni che abitano gli scaffali. Lo sapeva bene, quando costruì il Centro delle donne, riconosciuto dal MiC, che, soltanto formalizzando memoria, ogni vissuto acquista auctoritas; che, generata dalla consapevolezza di sé, impedisce di essere escluse/i e pretende di prendere parola nel dibattito pubblico.

Memoria riconoscibile di donne che non tollerano di essere zittite o di fungere da quinte sceniche o da quote, variamente colorate. Provano persino imbarazzo quando il maschile, autoritario e patriarcale e quindi fragile, specie nella scena politica, pensa di poterle cooptare, ritenendole, di fatto, inessenziali.

Ecco perché domenica scorsa all’Archivio, straordinaria è parsa la prossimità tra donne della storia passata, molto citate e poco conosciute, e donne della nostra contemporaneità, di cui Annalisa è stata un fulcro. Bellissimi, anche esteticamente, i documenti di settecento anni di storia delle donne provenienti dall’Antico Archivio Regio (1323-1841) e dal fondo del Regio demanio (1331-1861) relativi a Eleonora  d’Arborea (1340  ca.  –  1404 ca.); a Violante Carroz, prima feudataria di Quirra (1372-1408); a sua nipote Violante Carroz II  (1456-1511).

Che dire dell’archivio di lavoro di Clara Gallini (1931-2017), maestra di molti/e di noi in quei fecondi anni Sessanta/Settanta, in cui l’Università di Cagliari era un crocevia? All’Archivio sono conservati 21 faldoni con i materiali di ricerca su temi decisivi, ove solo si pensi al lavoro sui Noverari.

Arrivata a Cagliari con Ernesto De Martino, maestro di Giulio Angioni e di Placido Cherchi, non fu mai gregaria o supponente. Piace ricordarla per quel capolavoro che è Intervista a Maria. Protagonista dell’intervista, effettuata tra il 2 e il 6 ottobre del 1979 a Tonara, una donna, nata nel 1910, che non ha complessi verso un’antropologa e intellettuale raffinatissima. Una vera pratica di dialettica del riconoscimento tra donne.

Grazie a queste madri, tutt’altro che subalterne e grazie all’Archivio di Stato.

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