Liberisti democratici [di Pier Giorgio Testa]
Forse qualcuno può ricordare da chi e quando, in televisione, venne espresso il concetto, secondo cui se avvenisse l’improvvisa scoperta di un farmaco miracoloso in grado di debellare hic et nunc il cancro, in tutte le sue forme, ci sarebbe l’avvento, non di una grande felicità nel Mondo, ma un globale, quanto spaventoso Crack finanziario, che potrebbe indurci in povertà. Chi sosteneva questa ipotesi parlava in una di quelle trasmissioni, che interrompono ore di pubblicità ed i suoi interlocutori lasciavano intendere, anche dalla mimica, quanto ciò potesse essere vero e naturale. Anche chi scrive, che capisce di finanza quanto di analisi matematica, trovava logica questa ipotesi, proprio a causa del fatto che i denari impegnati per ricerca, terapie mediche e chirurgiche, strumenti per indagini cliniche, fossero diventati, evidentemente, enormi pilastri dell’economia di mercato nel quale, brutto da dirsi, anche l’assistenza ai malati diventa oggetto di scambio economico. E, però, come si trova in Wikipedia, “esiste un dibattito di etica della finanza, legato all’ipotesi che la finanza sia un gioco a somma zero, capace quindi solo di spostare denaro fra soggetti economici, piuttosto che un gioco a somma positiva, cioè in grado di creare ricchezza. C’è chi dubita che oltre allo spartire una “torta di valori”, lo scambio finanziario possa ingrandirla”. Ma se all’etica del miglioramento dell’economia, con la ridistribuzione, si oppone l’etica, così definita, del solo profitto, che alcuni professano, allora possiamo anche capire chi spera che nessuno scopra il farmaco miracoloso, per non vedersi svalutati i titoli di Borsa. Da questo pastrocchio tra medicina ed economia derivano tante storture, a loro volta tra loro embricate e valutabili da posizioni differenti: la cultura medica, per sua natura protesa unicamente a lenire sofferenze fisiche e morali, deve confrontarsi con altre culture che si occupano di altro e quindi:
Vista in questa chiave la recente sortita di Mario Monti sul fatto che ci vorrebbe “Meno democrazia nell’informazione su alcuni temi” non deve essere vista come una regressione dell’alto livello democratico e culturale raggiunto dall’Italia, ma deve essere considerata la base, attraverso cui si potranno dare le giuste lezioni da impartire agli ignoranti, che osano farsi domande sul comportamento del nostro governo o su altri argomenti. Purtroppo, ancora una volta, c’è da rilevare come l’espressione “Liberismo democratico” sia ormai ridotta ad essere solo un grande ossimoro. |
liberismo democratico sciacallatico.