Interferenze governative. I musei entrano in azione [di Riah Pryor]

https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/interferenze-governative-i-musei-entrano-in-azione/ 1 luglio 2022. L’ingerenza dello Stato «sta annientando la capacità delle istituzioni», afferma il commissario del progetto di gestione della governance di Museum Watch.  L’allarme è scattato in aprile dopo licenziamento ingiustificato di Jaroslaw Suchan, direttore del Museo Sztuki. Supporto immediato dei direttori di Tate, Guggenheim e MoMa.

Le principali organizzazioni museali hanno collaborato per pubblicare una nuova serie di linee guida utili ai musei per difendersi dalle interferenze politiche, di fronte ai livelli preoccupanti di ingerenza statale nella governance di molti musei, soprattutto nei Paesi dell’Europa centrale. L’analisi, commissionata dal Comitato internazionale per i musei e le collezioni d’arte moderna (Cimam) e dal Comitato internazionale per la gestione dei musei (Intercom), sarà all’ordine del giorno per un incontro di alto profilo alla conferenza del Consiglio internazionale dei musei (Icom) che si terrà a Praga il prossimo agosto.

Il Museum Watch Governance Management Project è stato annunciato per la prima volta alla fine di maggio, sulla base di un rapporto commissionato da Cimam e Intercom e pubblicato in aprile. Secondo i commissari il rapporto ha rilevato «casi sorprendenti, quasi assurdi» di interferenze politiche nella gestione di alcuni musei.

«Una buona gestione museale è legata a una governance efficace. Il rapporto tra stakeholder interni ed esterni è fondamentale per raggiungere questo obiettivo» afferma in un’intervista Goranka Horjan, presidente di Intercom e direttore del Museo Etnografico di Zagabria. Il nostro approccio inizia con l’identificazione dei problemi. Poi cerchiamo delle soluzioni attraverso strumenti coadiuvanti le condizioni di lavoro e le procedure operative dei musei, applicando una governance trasparente e responsabile basata sull’eccellenza professionale».

Un focus europeo (per ora). Sebbene l’ambizione di elevare gli standard sia globale, ci si è inizialmente concentrati sulle regioni europee, privilegiate a causa degli alti livelli di preoccupazione e di «un’ampia base di comprensione e riferimenti comuni. Nei Paesi che spesso chiamiamo Europa dell’Est e del Sud-Est, in realtà Europa centrale, abbiamo assistito di recente a casi d’interventismo politico che hanno praticamente annientato l’autonomia delle istituzioni», afferma Bart De Baere, presidente del programma generale Museum Watch del Cimam e direttore del Museo d’arte contemporanea di Anversa. Questi interventi sono palesemente frutto di un’ideologia eppure incidentali a tal punto da apparire casuali, quasi random».

Un esempio di recente interferenza è il licenziamento «ex abrupto» del direttore del Muzeum Sztuki, in Polonia, di Jaroslaw Suchan a favore del quale si sono schierati i direttori della Tate, del Guggenheim e del MoMA. Richard Armstrong, direttore del Guggenheim, ha dichiarato che il licenziamento di Suchan «è sintomo di una mossa sbagliata del governo che vuole ridurre i musei alla stregua di marionette ideologiche».

Gli autori del rapporto, Annick Schramme e Ian King, hanno condotto focus group, sondaggi e interviste per determinare le principali sfide che i musei devono affrontare. Come punti prioritari sono emersi la condivisione di medesime terminologie tra organizzazioni diverse, l’arginamento di decisioni che limitano l’autonomia dei musei (siano esse di natura legale, di consuetudini regionali o di relazioni informali) e la difficoltà a barcamenarsi nel rapporto con la politica. De Baere osserva: «Ci si trova di fronte a un paradosso. Vige l’idea che i politici debbano essere esclusi dalla governance dei musei ma nella realtà dei fatti risulta fondamentale rimanere in costante dialogo con queste figure di potere».

Un paesaggio in evoluzione. Tensioni di lunga data si mescolano a questioni contemporanee in un cocktail esplosivo: le pandemie, i conflitti in Europa, le rivoluzioni digitali, i nuovi ecosistemi finanziari e l’urgenza ambientale. «Nonostante i musei siano chiamati a promuovere la sostenibilità ambientale, nel concreto non ricevono il supporto adeguato per rendere le loro attività più verdi e rispettose dell’ambiente», afferma Goranka. Nel rapporto vengono evidenziati alcuni conflitti interni, anche se gli autori ammettono che l’interferenza politica può essere in alcuni casi positiva, a patto che sia allineata alle scelte del museo.

Sarebbe prioritario delineare un codice di governance e un kit di strumenti guida per i decisori che potrebbe essere utilizzato dai direttori dei musei di tutto il mondo. Un’altra raccomandazione chiave del rapporto è quella di aiutare le istituzioni a trovare un equilibrio tra «l’impatto e la gestione degli stakeholder, da un lato, e l’approccio etico e l’integrità istituzionale, dall’altro».

Questa è solo una delle numerose iniziative lanciate dalla comunità museale. Intercom e Icom hanno recentemente ottenuto un finanziamento per un progetto che definisca ulteriormente la nozione di leadership all’interno dei musei, con un’attenzione particolare alla governance delle istituzioni in paesi dell’America Latina, oltre che a musei specifici in Bosnia, India e Zambia.

Continuano anche le indagini del Cimam, tra cui quella di Călin Dan, direttore del Museo Nazionale d’Arte Contemporanea di Bucarest, che sta preparando un rapporto più approfondito sui problemi dell’Europa orientale già al centro della ricerca Intercom. Victoria Noorthoorn, direttrice del Museo de Arte Moderno di Buenos Aires, sta indagando sulla situazione dei musei in Venezuela. La pubblicazione è imminente.


Traduzione di Mariaelena Floriani

 

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