La Triennale di Milano e l’auto-promozione del suo presidente [di Carlo Quintelli]
https://ilgiornaledellarchitettura.com/2022/07/26/. Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta al sindaco di Milano Giuseppe Sala che commenta il modus operandi di Stefano Boeri Gent.mo sindaco Giuseppe Sala, mi rivolgo a Lei in quanto rappresentante di un’istituzione che, tra le altre, mi pare la più coinvolta riguardo al ruolo culturale ed identitario che riveste la Triennale per la città di Milano e non solo. In breve, Le segnalo che nel numero del mese di luglio di “Millenium”, magazine d’inchiesta e d’opinione allegato al “Fatto Quotidiano”, si legge un’intervista di Gabriele Miccichè a Stefano Boeri, presidente della Triennale, finalizzata ad introdurre il tema dell’attuale edizione dal titolo “Unknow unknows” che, dice il testo, potremmo tradurre in “quello che non sappiamo di non sapere” [ne abbiamo trattato qui; n.d.r.]. Non entro nel merito di certa sensibilità neo-socratica che indirizza una “manifestazione ambiziosa” che dal 15 luglio vede “22 partecipazioni internazionali e una significativa presenza di artisti africani che riporta dopo decenni la Triennale al suo ruolo di protagonista e collettore dello stato dell’arte, dell’architettura e del design”. Non entro nel merito di questa im-modestia che sentenzia l’ininfluenza storico culturale delle Triennali del passato, né del ruolo d’influencer del suo presidente che decreta essere Francis Kéré “il più grande architetto del mondo” (solo dopo che gli hanno consegnato il Pritzker Prize, quindi certificato). Allo stesso tempo apprezzo l’affermazione di Boeri di una Triennale molto “politica” ma, essendo lui identificato dall’intervistatore come politico per i suoi trascorsi, uno strano meccanismo sillogistico ha fatto sì che nell’intera seconda parte dell’articolo si parli solo di Boeri anziché della Triennale. E passi anche questo livello del discorso. Quello che invece non può passare, ed è il motivo per il quale mi appello a Lei quale protagonista della Fondazione La Triennale, riguarda il fatto che l’architetto Boeri, da presidente di un’istituzione pubblica, promuova in un’occasione come questa la propria figura professionale anziché la Triennale, dove il mantra del “provare a immergere la città nel verde” vedrà “la svolta dei grattacieli detti Bosco verticale… un progetto su cui il mio studio ha lavorato tantissimo” (edificio subito restituito in foto nell’articolo poiché un’immagine vale mille parole). A questo punto, a fronte di tanto successo ideativo e professionale, l’intervistatore pone anche la domanda su “quanti ce ne sono?”. Risponde il presidente architetto: “a Treviso e Anversa, quattro in Cina, in Svizzera… poi a Eindhoven” un Bosco verticale “popolare”. E da lì l’intervista si chiude con principi generali del Boeri politico pensiero (quelli di Kéré probabilmente poco importano) sulla “logica positiva” (?) delle città, sulle comunità, sull’identità ecc. ecc.. Gentile sindaco Sala, da ex studente di un Politecnico di Milano al quale va tutta la mia riconoscenza per la formazione ricevuta, oggi impegnato sui temi della ricerca del progetto architettonico e urbano in altra accademia, Le esprimo tutta la mia perplessità su tale modus operandi. Il mio pensiero, e al tempo stesso auspicio, va a quella tradizione della Triennale che a mia diretta o indiretta memoria ha visto importanti figure della cultura milanese prestarsi in modo disinteressato, e in particolare senza atteggiamenti di personale auto-promozione professionale. Fuori da ogni critica personalistica, nel mero interesse della Triennale e della città di Milano che considero la mia seconda città di appartenenza. I più distinti saluti.
*Carlo Quintelli (Parma 1958) dopo la laurea a Milano e il Dottorato allo IUAV, insegna progettazione al Politecnico di Torino. Dal 2001 è Ordinario di Composizione architettonica alla Facoltà di Architettura di Parma di cui promuove la fondazione con Guido Canella nel 1998. Dirige il Festival dell’Architettura dal 2003 al 2011, e si applica alla ricerca, tra architettura e città, con particolare attenzione al contesto emiliano (Cittaemilia). Tra i progetti più recenti l’allestimento dell’archivio-museo-laboratorio dello CSAC all’Abbazia di Valserena a Parma.
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