Forse è più facile dimostrare il teorema di Fermat [di Franco Meloni]
Per lo stesso motivo di Jep Gambardella, non ho più tempo da sprecare. Quindi devo fare delle scelte di priorità per ragionamenti, quasi sempre faticosi. E lasciare da parte Dante e metafore e raccontini. Tra due mesi si vota per il parlamento europeo. In Francia, come previsto, i fascisti aumentano il consenso. La Russia, forte della debolezza di tutti gli esportatori di democrazia, annette regioni come in un terribile Monopoli e i confini si decidono in base ai tracciati delle fonti e dei flussi di energia. La Germania ripete gli errori del trattato di Versailles che, per la sua bieca rigidità, produsse il crollo economico di Weimar e la nascita del nazismo. Cento anni non sono bastati ad insegnare che amministrare una vittoria in una guerra, la prima cosiddetta mondiale, è più difficile che uscirne sconfitti.
Il sogno di Metternich si sta realizzando con la frammentazione di stati che si sentono espressione geografica e non comunità con storia condivisa. La Scozia, diventata ricca, vuole ripristinare il Vallo di Adriano e finalmente i valloni non frequenteranno gli odiati fiamminghi. Il Portogallo e la Grecia sono disperati e in Ucraina non sanno quale sarà la finale tra le scelte imposte da altri. In tutta Europa i no-euro crescono e il primo partito sembra essere quello del non-voto.
Il parlamento europeo è sempre stato il luogo dove si prendono decisioni che possono segnare il corso economico e quindi sociale dei paesi membri. Fino ad ora, nell’immaginario della corte dei miracoli che è la casta del potere politico, diventare rappresentante a Bruxelles è stato ritenuto un premio in caso di sconfitta in una delle infinite battaglie elettorali che rendono il nostro Bel Paese seggio permanente. Questo quando non si usano metodi che farebbero imbizzarrire il cavallo di Caligola.
Non credendo all’innata bontà dei governi amici, è importante, ora vitale, farsi rappresentare da persone preparate con una visione etica della politica. Altrettanto importante è elaborare, e non è facile in tempi brevi, una strategia che renda plausibile l’andare a votare. Quasi impossibile individuare una struttura, prima si chiamavano partiti, che possa, trovati i candidati, convincere gli elettori a rendere la strategia vincente. Forse è più facile dimostrare in pochi passaggi il teorema di Fermat.
In questi giorni si ricordano Enrico Berlinguer e l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Con questa memoria si deve dire che l’indifferenza, mai stata una virtù, ora può portare a danni inconcepibili. Poi riprenderemo la discussione sull’autonomia e su cosa significa essere e/o sentirsi sardi.
*Fisico. Università di Cagliari. Narratore |
Tutto vero, ma a noi piace ancora tanto l’oro bizantino…