Il secondo principio della termodinamica e la politica [di Sergio Vacca]
Un consigliere regionale, nell’illustrare la sua posizione in Consiglio, mise in campo il “Secondo Principio della Termodinamica”. Il riferimento, lì per lì, non apparve peregrino; tuttavia, chi scrive, ricorrendo alla memoria di un esame di Fisica I di oltre 50 anni fa, rimandò l’argomento ad un approfondimento bibliografico. Tra le diverse formulazioni del “Secondo Principio della Termodinamica”, vi è : “Il calore tende spontaneamente a spostarsi da un corpo caldo a un corpo freddo”. Non accade il contrario. O perlomeno, non accade spontaneamente; è necessario un lavoro, con la spendita di energia, perché questo avvenga. Il Secondo Principio è basato su una cosiddetta “funzione di stato”, l’Entropia. Nella sua prima definizione del fisico Rudolph Clausius (1864), ricalcava la parola “energia”, in greco antico “capacità di agire (ergon), per cui “entropia” ha il significato di “capacità intrinseca di un sistema di trasformarsi”. In altri termini, l’Entropia viene interpretata come la misura del disordine presente in un qualsiasi sistema fisico; nella Termodinamica classica si parla di Entropia quando un sistema passa da uno stato di equilibrio ordinato ad uno stato di equilibrio disordinato, nel qual caso l’entropia aumenta. Di recente è stato coniato il termine Estropia (T. O. Morrow, 1988), il contrario dell’Entropia. Il significato attiene ad un sistema fisico che tende all’ordine, avendo tuttavia necessità di disporre di energia per essere mantenuto. Perciò – al contrario – un sistema che tenda verso l’entropia, perderà energia. Fin qui, le memorie rinverdite di un esame. Mutatis mutandis, questi concetti trovano applicazione in tutti gli aspetti della vita, dalle scienze Fisiche, alla politica, alle scienze sociali. Riguardo alla politica, intesa come le attività che si riferiscono alla “vita pubblica” e agli “affari pubblici” ogni azione andrebbe valutata in termini di spendita di energia e di razionalità per comprendere se tali input siano sufficienti ed efficaci rispetto all’obiettivo che si intende raggiungere. È concepita, di volta in volta, come la ricerca del bene comune; come luogo della contrapposizione regolata di una pluralità di interessi ideali e materiali divergenti, radicati nella società civile, oppure ancora come relazione “amico-nemico”. La politica, può essere intesa come lo strumento (Georgescu, Weber e altri) per realizzare all’interno di una nazione un saldo “ordine” politico e per confrontarsi all’esterno con il “disordine” generato dall’esistenza di altre entità politiche sovrane. In entrambi i casi la politica ha sempre fatto ricorso in ultima istanza, come suo specifico strumento di azione, alla forza, che in casi estremi, nei confronti di altri Stati, si esprime attraverso la guerra. Riguardo a quest’ultimo aspetto, è da considerare la situazione che riguarda l’Ucraina. Invasa dalla Federazione russa, ha risposto agli attacchi con razionalità, disciplina, contributi energetici (armamenti e mezzi), anche provenienti dall’esterno, e ha mantenuto la sua struttura in ordine ed efficiente. Senza questi input di energia fisica e morale degraderebbe in un’armata di razziatori, perdendo di vista l’obiettivo di difendere la propria Terra! Tanti i possibili esempi di rapporto entropia/estropia nella vita quotidiana, perciò riferimenti al Secondo Principio della Termodinamica: si tratta di uno tra i tanti fondamentali aspetti della complessità della vita e della sua evoluzione. * già professore di Scienza del Suolo dell’Università di Sassari e sindaco di Milis |