Scavare nel pensiero di Giovani Lilliu [di Maria Antonietta Mongiu]
L’Unione Sarda 15 dicembre 2022. La città in pillole. È possibile rileggere e, quindi, reinterpretare l’opera di un uomo come con un’opera d’arte con luci e ombre? Tradutio vel interpretatio (traduzione o interpretazione) già nell’antichità romana, multilinguistica e multiculturale, pone chi legga un brano architettonico, artistico o letterario, nell’ininterrotta traducibilità. Walter Benjamin inviterà a varcare, nella traduzione, i confini o meglio ad accettare gli sconfinamenti come necessari per la sopravvivenza di un testo. Come l’acqua di un fiume, non è mai uguale a sé stesso. La modifica dello sguardo fa sì che i prodotti dell’ingegno umano, quali le mille declinazioni dei paesaggi, da inattuali, solo perché in un tempo altro, possano abitare la contemporaneità. Perciò sono necessari uomini e donne capaci, come quando ci si innamori, di riconoscerli, amarli, custodirli. Non più sciamani, sacerdoti, re taumaturghi, custodi della sacralità della terra, ma uomini e donne competenti che i paesaggi sono esito delle intelligenze di miliardi di persone e che li leggano, oltre l’eterno presente, nella traiettoria delle future generazioni. Ecco perché l’art. 9 della Costituzione tutela il paesaggio come summa di storie di milioni di anni, non negoziabile, alla cui tutela sono chiamate le declinazioni della Repubblica. Chi più di Giovanni Lilliu ne è stato un osservante fedele quanto visionario. Questi i pensieri nel rileggere spigolature del suo paesaggio autobiografico più proprio. Fu la politica nei ruoli istituzionali, regionale, provinciale, comunale. Si potrebbe immaginare Giovanni Lilliu senza Barumini e viceversa? Potremo figuralo senza la politica, in tutte le sfumature comprese quelle eterodosse nelle svariate stagioni del movimentismo e viceversa? Un potente richiamo, Resoconto di mezza legislatura (Sassari 1972), i discorsi nel Consiglio regionale dacché fu proclamato consigliere, mercoledì 4 ottobre 1967 “[..] in seguito alle dimissioni dell’on. Eulo Atzeni […] nella lista numero 1, avente il contrassegno scudo crociato con scritto “Libertas”, il candidato maggiormente votato tra i non eletti è Lilliu Giovanni […]”. Che mirabilia gli articoli nell’Unione Sarda, nella Terza di Albero Rodriguez. Rispetto dei lettori, lungi da ogni birignao, perché credeva che un giornale fosse un intellettuale collettivo. Continua, tra luci e ombre, ad esserlo. Anche un Museo. Perciò domani il Museo archeologico alle 10, gli dedica la Prima Sala dell’ex Regio Museo. Inizia lo scavo più difficile: nel suo pensiero. |