Ombre rosse [di Franco Masala]
Chiunque abbia attraversato il Montiferru dopo gli spaventosi incendi del luglio 2021 difficilmente può dimenticare la desolazione di un paesaggio divenuto lunare e tale da ricordare scene dell’Inferno dantesco. Il documentario L’ombra del fuoco di Enrico Pau, presentato e premiato (con l’Antropocene Muse) al Trento Film Festival di quest’anno, comincia proprio con una serie di immagini cupe riguardanti un territorio fortemente colpito – nella vegetazione, negli animali, nelle aziende – dall’azione di un fuoco implacabile. La voce narrante fuori campo si incarica di evocare anche poeticamente l’oltraggio alla natura, alternandosi a interviste emotivamente forti di chi ha perso tutto e di esperti che spiegano l’azione del fuoco. Una partecipazione corale che vale più di ogni protagonismo e che sottolinea immagini di grande impatto visivo come i tronchi anneriti e contorti in primo piano atti a ricordare certe opere dello scultore Giuseppe Penone. Il racconto rievoca momenti terribili con l’avanzare inesorabile del fuoco fino a coinvolgere uomini e bestie, e desta sorpresa il cameo con la “personificazione” dell’asinella gravemente ustionata e guarita dall’uomo, ringraziato per la bontà nell’aiuto verso la guarigione ma anche condannato per la sua cattiveria intrinseca. Il valore aggiunto del filmato risiede nella parte musicale affidata a Sos Cantores di Cuglieri e a Su Cuncordu ’e su Rosariu di Santu Lussurgiu che contribuiscono ad accendere una speranza, ben veicolata da alcune delle immagini finali caratterizzate dal verde che allude al miracolo di una natura rinascente. Il documentario, sostenuto dall’Università di Cagliari e dall’Hortus Botanicus Kalaritanus, andrebbe inserito in quella educazione permanente che assume grande valenza pedagogica riguardo alla sensibilizzazione sul problema gravissimo degli incendi. Parafrasando la cura Ludovico van dell’indimenticabile Alex di Arancia Meccanica (Stanley Kubrik, 1971), sarebbe bene costringere i piromani a vedere il documentario per chiarire che spessissimo la devastazione è opera loro e a loro si deve quel terribile risultato. |