Da Mozart all’etnojazz [di Franco Masala]

Nello stesso spazio dove sabato 23 settembre sono risuonate le note auree di Mozart e Benedetto Marcello, domenica 24 mattina si sono sentite musiche ancestrali, sempre nell’ambito della rassegna La musa Euterpe nei luoghi della memoria ritrovata, organizzata dal Museo Archeologico Nazionale di Cagliari e in corso fino a tutto il mese di ottobre. Uno spazio con pareti e coperture variegate che hanno restituito acusticamente timbri sonori di grande fascino e udibili in tutto il Museo.

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2023 la Cittadella dei Musei si è affollata per la visita alle cannoniere cinquecentesche, ripulite e aperte per la prima volta al pubblico con le preziose visite guidate dell’architetto Alessandro Sitzia ma anche per seguire i concerti con partecipazione emotiva palpabile.

Il primo concerto ha visto il sestetto dell’Orchestra da camera della Sardegna guidata dal violinista Simone Pittau con un insieme di archi e l’oboe di Francesca Viero che ha eseguito il Concerto in Do minore di Benedetto Marcello, celebre per il famoso Adagio reso con emozione totale.

Non meno significativo il Divertimento K. 138 mozartiano, inframmezzato dal brano Expectancy dello stesso Pittau in omaggio a Ennio Morricone con la citazione di sue musiche nell’incipit. A Morricone si è tornati con alcune pagine di celebri film entrati ormai nel repertorio corrente e palesemente riconosciute dagli ascoltatori.

È toccato invece al polistrumentista e virtuoso Gavino Murgia il secondo concerto che ha letteralmente trascinato il numeroso pubblico presente, anche i non pochi spettatori in piedi, con un mix di musiche che provenivano dal clarinetto, dal sassofono, da su sulittu (flauto pastorale), dai campanacci intercalati dalla voce con bassi sorprendenti, provenienti da una Sardegna arcaica, nello stesso tempo proiettata nella contemporaneità.

Con due ottimi compagni, il percussionista americano Jarrod Cagwin, alternatosi su tamburi di varie dimensioni toccati con le mani o soltanto con un dito, e il chitarrista etno-jazz Marcello Floris, capace di assoli di grande interesse, Murgia ha restituito modi ed emissioni che rivelano un apporto originale e personale, fatto di stilemi antichi applicati anche alla voce con contaminazioni che vivono sorprendentemente nel nostro mondo di oggi.

 

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