Una storia di agricoltura americana [di Alberto Mario Delogu
Chiamavo solo per prenotare un centinaio di tonnellate di senape bianca del prossimo raccolto. Dall’altro capo del filo, a quattromila chilometri di distanza, un agricoltore settantenne. «Al chimico, faccio io. » E mi chiede: «posso farti una domanda?» «Ho un terreno che ha perso tutta la fertilità, mi dice, chiedo a destra, chiedo a sinistra, chi mi dice di usare un NPK, ma io lo uso ogni anno e va sempre peggio, chi mi dice di usare dei chelati, ma non ne parliamo. Non so più che fare, mi sento vecchio e stanco, ed è anche per questo che ho rinunciato al biologico. Tu che ne pensi? » Oddio, io che ne penso? «Penso che mi sento pesante come quando mio padre mi diceva “mi raccomando, Alberto Mario”. » «Ma non ci sono agronomi di là da te?- gli chiedo- Centri di assistenza tecnica?» «Ho capito, ho capito Dayle (si chiama Dayle), scusami se ti interrompo. Sai, anch’io sono un agronomo e sono nato e cresciuto in Europa, in un paese, l’Italia, dove quelli come noi vanno a lavorare per i servizi di assistenza, i centri di ricerca, le università, e non hanno niente da vendere perché da noi non ci sono agricoltori da mille ettari come te, tutt’al più da mille pecore, ad esagerare, e che cosa gli vuoi vendere ad un pastore, giusto qualche sacco di mangime.» Risatina di Dayle, che mi ascolta senza fiatare. E gli racconto che il suo terreno non è un corpo morto ma è un essere vivente, che la fertilità non è un sale da aggiungere come si fa con la pasta ma è struttura viva, fibre in disfacimento, argille, lombrichi, funghi e batteri, acidi umici, macromolecole, catabolismo lento e controllato. Gli racconto che deve restituire struttura, deve aggiungere letame e composta, poche bentoniti per ricostituire le argille e tanta pazienza, perché la fertilità è come la fiducia, non si riconquista in una sola stagione. E gli spiego che deve arare poco (sì, bravo, già lo faccio! – mi dice) e deve rispettare il terreno come farebbe con la donna che ama, nutrendola e accarezzandola senza doverle sollevare subito le sottane per metterne a nudo le intimità. E gli consiglio di lasciar perdere gli NPK, di farsi sempre la sua scorta di semente, di piantare molte leguminose che sono una benedizione di Dio, e di tornare al biologico, che il mondo è pieno di clienti che vorranno pagare bene la sua senape bianca, e il primo sarò io. «Come hai detto che ti chiamavi?» Oggi non ho comprato niente e non ho venduto granché. Ma non mi sono mai sentito tanto fortunato e ricco. *Agronomo |
Interessante, ma sull’aratura avrei delle perplessità. Sono un povero laureato in Economia ma per decenni ho lavorato nel settore forestale.
Molti saluti
Caro Alberto Mario,
scusa ma negli USA non funziona così. Ci sono i migliori Extension Service del mondo, in genere associati alle Land Granted Universities, sono pubblici e sono pieni di gente seria ed indipendente. Non c’è bisogno di rivolgersi a Monsanto o altre aziende per avere consigli validi e disinteressati.
Un caro saluto,
Antonello
Enrico hai ragione, nell’articolo forse do l’impressione di considerare l’aratura una pratica dannosa tout court, ma non è così, io sono contrario solo alle arature violente e radicali, quelle che espongono e sterilizzano tutto fino a mezzo metro di franco. È anzi proprio qui in Nordamerica che è nato il sistema chiamato “minimum tillage” o “row tillage”, dove si smuove solo la fila che ospiterà il seme. Un terreno ben strutturato con una fauna e microfauna in equilibrio trova sempre il sistema di aerarsi e di far posto alle radici delle piante.
io ho smesso da molti anni d’usare l’aratro che adopero ormai solo per i canali di scolo.
-quando posso uso il tiller per smuovere le infestanti ed alleggerire il terreno
-prima della semina o dei trapianti, quindi prima della fresa, uso solo il tiller per aprire ed areare senza rivoltare il terreno che esporrebbe la parte più acida e ricca di humus e microelementi ai raggi del sole inaridendola
-dopo la fresa uso sempre di nuovo il tiller per rompere la suola dura che la fresa crea sotto i 15 cm
….benedetto il tiller… abbasso il convenzionale e gli ogm
Antonio, che misera …..”fine”!