Gal Terre Shardana : Ariborda?! [di Umberto Cocco]

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L’ultimo resistente amministratore del Gal Terre Shardana si è dimesso, venerdì finalmente davanti all’assemblea dei soci riunita ad Abbasanta. Un compare, e compaesano, gli subentra nel CdA. Anche gli altri nuovi amministratori sono scelti dai vecchi, vengono dallo stesso blocco di associazioni di categoria, anzi i due di peso erano già stati cooptati nel Cda; gli altri, soprattutto i due amministratori comunali (una donna e un trentenne) utili a far tornare i conti ai criteri di composizione, cooptati dai più anziani ad assetto già definito.

Così è finita venerdì una fase turbolenta della vicenda del Gal, partito nel 2009 con poco meno di 20 milioni di fondi da investire nello sviluppo rurale delle aree fra Sinis, Montiferru, Planargia, Guilcier, Barigadu, Bassa Valle del Tirso, e che si è incartato oltre un anno fa, chiuso per debiti, il personale mandato a casa e non pagato, il direttore senza compenso anche lui, per effetto di un buco fra 500 e 900mila euro determinato da spese non rendicontate all’autorità di gestione (la Regione) e dalle conseguenti penalità. Sono soprattutto fermi i bandi già vinti dai privati (fotovoltaico, b&b, ) e dai comuni (gestione di aree pubbliche, wi-fi, agricoltura sociale), ciò che ha fatto scoppiare lo scandalo, e ha dato il via appunto alla fase che ha portato alle dimissioni del CdA su richiesta degli amministratori comunali, sia pure in netta minoranza secondo il meccanismo delle quote che regola il Gal (ne parlo più avanti, e c’è da restare sconcertati).

Il Gal Terre Shardana torna in mano a un gruppo di oristanesi mentre Oristano non ne fa parte, un gruppo di non imprenditori; sindacalisti, amici e compari appunto, tenuti insieme dalla necessità di sanare un disastro commesso dai loro rappresentanti nella gestione di soldi pubblici, ma innanzitutto sembrerebbe con l’intento di coprirne le responsabilità. Non ci giurerei che così si mette fine alla crisi, e che si coprono responsabilità e vergogne.

Per non avere voluto accettare di introdurre qualche elemento di discontinuità con la vecchia gestione, di superare i conflitti di interesse, le incompatibilità palesi e imbarazzanti come la presenza nel CdA del fratello del legale al quale è stata affidata una causa al TAR, per non avere voluto puntare sugli imprenditori anziché sulle loro rappresentanze burocratiche, su espressioni del territorio dell’interno piuttosto che su oristanesi di città, hanno gli amministratori pubblici all’opposizione, all’opposizione un bel gruppo di privati fra quelli che non sono stati beneficiati dalle elargizioni discrezionali, anche qualche organizzazione di categoria considerata evidentemente non (più) affidabile, come la Cia.

Ricominciano con un atto di rottura non con il passato ma con gli amministratori pubblici che hanno sollevato il coperchio, rinunciano consapevolmente a una soluzione unitaria di rilancio del Gal proposta dagli amministratori comunali con un documento da far votare all’assemblea e con la loro astensione benevola sia pure senza coinvolgimento nel nuovo consiglio di amministrazione. Facendo il gioco delle tre carte nelle ultime ore hanno preso quel testo e lo hanno fatto diventare il loro, espungendone però il giudizio sul passato e i criteri di rinnovamento e trasparenza. Hanno finto di trattare ma avevano di riserva la soluzione di maggioranza con i due amministratori comunali pronti a saltare sul loro carro con amicizia addomesticata.

Erano tutti lì i funzionari delle organizzazioni venerdì, con le loro quote e le deleghe di altri quotati del loro stesso mondo. I privati (390 soggetti) contano per l’80% nell’assemblea dei soci, perché questo Gal è nato così, contro il principio “una testa un voto”, come società consortile a responsabilità limitata. Con 60 enti pubblici (comuni, unioni dei comuni) ridotti a pura rappresentanza, umiliati in partenza, e protagonisti dello sviluppo locale al loro posto non l’impresa, ma l’associazione degli amministratori di condominio (che esprimeva il presidente uscente), la Confesercenti, Legacoop, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confapi, i loro consorzi fidi che hanno sborsato soltanto alcune migliaia di euro di capitale sociale riavendo indietro talvolta almeno uno di loro tre volte tanto di soldi pubblici con operazioni dirette del CdA del Gal, così come è accaduto a un gruppo privilegiato di privati (ristoratori frequentati per le cene di fine anno, officine di rimessaggio di barche dove chissà perché ricoverare i gazebo del Gal, cooperative fittizie erogatrici di prestazioni dubbie, fra 70 e 100mila euro a un foglio di propaganda della Provincia).

Questa colpa è della Regione, ed è gravissima. Faceva impressione venerdì sentire che alcune decine di sindaci presenti contavano il 10% e i sindacati di categoria (non le imprese) con le loro deleghe, il 40%. Certo, bastava che uno solo dei loro amici non votasse a favore, e non ce l’avrebbero fatta. Ma non va bene. C’è qualcuno alla Regione che prova a rimediare, nella Regione rinnovata?

Questa è la politica che mi interesserebbe. A chi è curioso di sapere che gioco politico, di partiti e di gruppi si svolge nel Gal, e a chi sospetta che ci sia un qualche gioco, beh, se tutti gli amministratori pubblici, di tutte le provenienze, salvo 4 su 60, sono da una stessa parte, io ci andrei cauto a ritenerli tutti strumento di qualche gioco. Proverei a prendere per vero quel che dicono.

Difficile buttarla in politica: per tornare al nuovo CdA, dei due compari compaesani che si sono alternati, uno è di sinistra l’altro di destra ma non importa davanti ai superiori interessi…. Quello di destra è espresso dalla Legacoop (!), e due amministratori comunali di destra sono eletti con il voto di sé medesimi fra le decine di comuni contrari, ma con l’aiuto di Solarussa, amministrazione di sinistra della quale è vicesindaco un neo consigliere regionale del Pd sino a qualche giorno fa vicepresidente del Gal.

Lo dico per dire che in questo melmoso blob oristanese purtroppo ogni distinzione si annulla, e semplicemente attorno a un consistente investimento di soldi pubblici nello sviluppo locale (consistente di questi tempi, quando non arriva un euro dalla Regione ai Comuni da alcuni anni), comunità affamate di risorse, di occasioni di impresa e di lavoro, si sono viste non solo espropriate del potere di programmazione, ma hanno visto i soldi gettati via, rischiano di perdere quelli non spesi, di venire in sovrappiù chiamati a ricapitalizzare una società mandata in malora da altri.

* Sindaco di Sedilo

3 Comments

  1. SEBASTIANO MUSCAS

    Carissimo amico o,scusa! compagno Umberto, sono profondamente allibito per il linguaggio da vetero-comunista che usi,un linguaggio obsoleto,fuori dalla storia e fuori da ogni realtà.
    Si perchè le cose non sono così come le descrivi tu,forzando la tua coscienza ,perchè,ne sono convinto, non la pensi così.
    Parlare di schieramenti di destra o di sinistra oppure di avvicendamenti tra compari,compaesani è pura fantascienza che derivano da scorie ideologiche non ancora rimosse dal cervello di coloro che hanno vissuto per tanto tempo in un certo ambiente.Il compare o il compaesano di cui parli era ed è c0mpletamente all’oscuro di quello che è successo nel CDA dell’11 aprile ,vuoi perchè fino alla mattina anche il sottoscritto era convinto che tutto sarebe andato per un altro verso.
    Come delegato del consorzio Fidicoop non eravamo nè siamo interessati a rivestire ruoli di amministratore del Gal,questo l’ ho ripetuto più volte. Il nostro rappresentante fino all’ultimo minuto doveva essere quello di Coop Fin,un rappresentante della legacoop.
    Quello che è successo tra la notte del 10 e quella dell’11 aprile a livello di responsabili regionali non lo conosco. Percepisco comunque che vi è una lotta feroce tra due esponenti politici del Pd a livello provinciale.
    Purtroppo questa situazione ha fortemente penalizzato l’andamento dei lavori dell’assemblea del Gal del 11 aprile. questo è un fatto inoppugnabile sotto gli occhi di tutti.
    Per quanto mi riguarda non ho da difendere interessi di nessuno,men che meno degli amministratori uscenti,i quali,se sono responsabili di azioni dannose,siano esse dolose o colpose, ne dovranno rispondere nelle sedi più appropriate.
    Sono comunque irremovibile sulle mie posizioni:
    Il tempo ci stava rubando,con le rispettive legittime irrinunciabili posizioni , la speranza di portare a casa( a beneficio delle imprese) le risorse messe in cantiere,compresi gli oltre 4.500.000 euro della misura 321 ” azioni 1-2-3-4- destinate ai comuni SMD, in grave Stato di Malessere Demografico,per la maggior parte dell’Alto Oristanese .
    Siccome sin dalla sua costituzione ho lottato per uno statuto diverso,correva l’anno 2009, dove ciascuno valeva un voto, mutuando dalla cooperazione il principio “una testa un voto”, non cesserò di battermi per una rapida modificazione delle norme statutarie,costi quel che costi.
    Secondo: io provengo da un passato, vissuto per oltre venti anni nell’amministrare questo territorio, ed ho sempre combattuto per attribuire ai rappresentanti del territorio i giusti ruoli,non per una particolare scelta strategica ma per un forte convincimento interiore ,quindi ritengo una “conditio sine qua non” la presenza in CDA di rappresentanti di istituzioni locali.
    Non avendo voi, tra di voi, trovato alcuna soluzione condivisa e,ritenendo i due designati degni e capaci di rappresentare gli enti locali, ho accettato, la candidatura improvisata.
    Resta inteso che convido quasi tutto quanto è scritto nel documento da voi preserntato,di cui ho preso conoscenza il giorno stesso e che mi batterò per la sua appicazione.
    Sono sempre disponibile al dialogo e a ricevere preziosi consigli da tutti gli amministratori comunali,siano essi di destra o di sinistra,se ancora è accettabile questa distinzione.
    Un abbraccio
    Sebastiano Muscas

  2. umberto cocco

    eh no, caro Tatano: tu che sei stato il segretario efficiente di un consigliere regionale di Forza Italia (Gallus) sino a un mese fa, insinui che la lotta fra due esponenti del Pd a livello provinciale spiega la vicenda del Gal?

    Una cinquantina di sindaci di ogni schieramento in mano a uno di due esponenti provinciali del Pd?! E chi sarebbe questo Superman? Immagino Antonio Solinas, consigliere regionale rieletto, che starebbe lavorando a mettere in difficoltà l’altro consigliere, neo eletto nello stesso Pd, Mario Tendas, vicepresidente del Gal sino all’altro ieri.

    Allora sappi che io non parlavo o scambiavo messaggi con Antonio Solinas da un paio di mesi prima delle elezioni regionali, che non ho mai parlato di Mario Tendas e mai del Gal sino a due settimane fa, quando l’ho rivisto appunto dopo mesi e quando mi ha chiesto se era possibile lavorare a una soluzione unitaria per rilanciare il Gal.

    Ho stima e simpatia per Antonio Solinas, non l’ho votato alle regionali; ne avevo e ne conservo ancora un residuo anche per Mario Tendas, che conosco da quando, ragazzo, frequentava la sezione di Solarussa e la federazione oristanese del Pci che io dirigevo. Non ho votato nemmeno per lui. Non so della lotta fra loro della quale parli, so anzi che viaggiano a Cagliari insieme.

    Tendas ha sbagliato a condividere una gestione disastrosa del Gal, a non chiamare l’assemblea e rendere conto delle scelte man mano fatte dal CdA e del buco che stava diventando voragine per le spese non rendicontate come la Regione chiedeva. Si è dimesso “per gravi motivi familiari” e si è candidato con successo a consigliere regionale, e anche questa modalità non mi ha convinto e gliel’ho scritto.
    Non mi conosci abbastanza e poiché hai fatto e fai politica, dalla Dc a Forza Italia, credo con onestà, ti inviterei a non mancare di rispetto a chi la fa almeno altrettanto onestamente. Stai alle cose, non “buttarla in vacca”. Io all’aspetto eventualmente politico ho dedicato nel mio articolo cinque righe in chiusura, per dire che la politica, purtroppo, nella vicenda del Gal non spiega niente.

    Allora ti chiedo: avrei dovuto tacere quando, chiedendo ripetutamente che fine avevano fatto i bandi vinti dal mio Comune e dagli imprenditori sedilesi, mi sentivo rispondere che il Gal non c’era più, i dipendenti erano stati licenziati, il direttore pure, mentre gli amministratori facevano finta di niente e i funzionari della Regione dicevano che stavamo rischiando di perdere i soldi dei bandi vinti e anche tutti gli altri milioni fermi nelle casse del Gal?

    Nemmeno sapevo chi lo gestiva e con che meccanismi questo Gal, salvo sentire ogni tanto che una consigliera comunale di Boroneddu cercava di porre questioni nel CdA, solitaria, insieme con il suo sindaco, sempre rintuzzata e alla fine costretta a dimettersi. (Aveva visto tutto da allora, la nostra colpa è di non averle dato retta).

    Non basta questo, a spiegare perché ci siamo mossi, io e gli altri sindaci? C’è bisogno di una ragione recondita?

    Abbiamo assistito con te ad assemblee del Gal dove prima che la disonestà è risultata evidente a tutti la leggerezza e anche una certa cialtroneria nella gestione dei soldi pubblici, e in una occasione una dirigente regionale ci ha detto cose che ci hanno fatto restare ammutoliti, delle spese non rendicontate (assegni senza intestazione e in fotocopia, fatture illeggibili per le macchie di sugo, rimborsi di ristoranti ogni fine anno, di benzina, elargizioni a cooperative di soci etc etc.). Scoprirai anche tu che molte di quelle rendicontate sono anche peggio, ora che stanno venendo fuori, a cominciare dai soldi dati alle vostre associazioni che vi ripagano abbondantemente delle quote di capitale in virtù delle quali controllate il Gal.
    Sei entrato a gestire una successione che fa finta di potere tranquillamente sorvolare su quel che è successo, sorvolare e coprire. Ti aiuteremo a risanare il Gal, se si potrà. Non mi aspetto che sia tu a svelare eventuali responsabilità di Serafino Mura per esempio, al quale subentri a qualunque ora lo abbia deciso, perché c’è “s’ozzu santu” fra voi, sei stato il revisore della Cia che lui dirigeva, tenderai a non maneggiare quella materia, e chi non lo capisce?

  3. SEBASTIANO MUSCAS

    Caro Umberto, premetto che nutro un grande rispetto per il ruolo istituzionale che tu rivesti,essere sindaco è un fardello molto pesante, rispetto il tuo ruolo e in te tutta la comunità che rappresenti,oltre ad una
    grande stima personale.
    Credo che nessuno di noi due abbia intenzione e voglia di continuare su questioni che renderebbero più melmosa una situazione già di per sè poco gradevole.
    Non interessa a nessuno, men che meno a noi. Nè tu nè io,penso, abbiamo interessi da difendere o magagne, sono blando,,se ce ne sono,da coprire.
    Guardiamo al futuro.
    Sarà possibile una azione di salvataggio,tutti insieme, per riuscire di salvaguardare e di assicurare le azioni,azioni imprenditoriali,azioni sociali,azioni culturali, messe in piedi dai nostri operatori economici privati(cooperative,imprese,familiari,società…) e da soggetti pubblici?
    Perchè a questa mission siamo chiamati . Ecco questo deve essere il primario obiettivo,il più urgente.
    Contemporaneamente ,su binari paralleli,si possono mettere in movimento altre azioni.
    Ho richiesto un pronunciamento urgente sulla riforma dello statuto nella direzione di una società cooperativa consortile a r.l..attuando csì il principio di “una testa un voto”;
    Ho chiesto con urgenza una certificazione ai sindaci in merito alla situazione dei crediti(certi,dubbi,incagliati..) e dei debiti.
    Ho chiesto tante altre cose…date fiducia e tempo,non molto per la verità,ai nuovi amministratori.
    Gli amministratori sono 7 ,ho scoperto nella riunione del 14 aprile che nessuno di essi ha esercitato il ruolo di amministratori del Gal in passato,.
    I due cooptati non sono diventati mai amministratori perchè una srl non può esercitare il diritto di cooptazione alla pari delle società per azioni ergo non hanno mai esercitato il ruolo di ammnistratori.
    Concludendo auspico,io sono totalmente a vostra disposizione, una stretta collaborazione tra amministratori,sindaci del territorio e,naturalmente,tra gli operatori economici del territorio.
    Un caro saluto.
    Sebatiano Muscas

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