Bambini (1) [di Gianluca Pisano]

Fussli_l_incubo

Ci siamo, per me è finita. Mi stanno trascinando giù: li sento tirare, mordere e pizzicare. Doveva finire così. Sono ragni, ragni enormi con zampe dalle unghie affilate, denti gialli, aguzzi e famelici. E hanno occhi umani che spuntano dai corpi rotondi e pelosi. Li ho visti poco fa nell’oscurità mentre giravo inutilmente dentro sotterranei freddi e oscuri. Ho provato a sfuggire alle loro trappole. Ma non ce l’ho fatta. Mi hanno trovato e tra pochi istanti mi divoreranno. Per favore qualcuno mi aiuti o verrò ucciso.

Mamma, aiutamiiiii …

– QUALCUNO MI AIUTI! –

– …sole? Vedi c’è sole ! –

– Che cosa … – Grondo di sudore, mi pulsa la testa ed il mio cuore è diventato un continuo rimbombo nella cassa toracica. Francesco piange in terra: l’ho appena fatto rotolare giù dal letto alzandomi di scatto.

– C’è il sole, scendi dai. Hai fatto cadere Francesco … Sei sveglio? Perché non rispondi? Mi fai il latte? Ho fame. Dov’è mamma? Mamma è già uscita, mamma? –

– Paola, un attimo … –

– Perché mi hai fatto cadere, monello. Papà monello – ora Francesco sta strillando e mi scoppia la testa.

– Voglio il latte. Mi dai il latte? Dov’è mamma? Scendi? Papà? Papàaaaa –

– Amore, sei sconvolto. Ma che succede? Perché Francesco sta piangendo? –

-…latte? Mi prepari il latte?-

– Lascia perdere, Monica, non ragiono, ho avuto un incubo … Ti pare che alla mia età devo sognare ragni giganteschi ? Erano i bambini con le manine e le vocine che cercavano di riportarmi alla realtà. Francesco … devo averlo fatto cadere  Non mi sono accorto di nulla. –

– …sono piccola ma sono anche un po’ grande. Mi dai il latte? –

– Brutto monello! Papà è monello –

– BASTA, STATE ZITTI! Scusami, ora ti aiuto Francesco, non l’ho fatto a posta. Su avanti, andatevi a preparare. Vi raggiungo tra un attimo-

– No! –

– Perché no? Ieri mi hai detto che volevi venire con me al mare. –

– Voglio mamma. –

– Mamma sta uscendo per andare al lavoro. –

– Io resto qui a giocare. –

L’asticella della pazienza è in picchiata vertiginosa verso la zona rossa.

– Non puoi stare sola, sei piccola. Io e Francesco andiamo al mare. –

– E io no. –

– Peggio per te. Io e tuo fratello intanto andiamo a prepararci. –

– Io no. –

– Arrangiati. Aspetta … quello sguardo, ce l’hai con me, vero? –

– Si. –

– Perché? –

– Perché non ci sei mai. –

Prima o poi bisogna pagare il conto. E mia figlia non è diversa dagli altri bambini. Molti padri spariscono di mattina per andare a lavorare e si rifanno vivi all’imbrunire, quando è già ora di prepararsi per andare a letto, quando nessuno ha più voglia di giocare. I bambini si ribellano, e lo fanno con gli interessi.

– Oggi però ci sono, andiamo a divertirci? –

– Va bene. Ti voglio bene. Il mio papà. –

Stavolta è andata bene.

– Marina Piccola o Poetto? –

– Marina Piccola, voglio cercare i granchietti. –

– Ci sto. –

 *Ingegnere elettronico e padre

*Foto : Johann Heinrich Füssli, L’incubo (1781)

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