Un’americana a Sanluri. Alla ricerca di Itaca [di M.Tiziana Putzolu]
Quando torni americana? Quando ci rivedremo? Ma quando tu vuoi, risponde lei, con quella inconfondibile ed irresistibile pronuncia newyorkese, salutandomi, alla fine di una giornata di lavoro dedicata alle donne piccole imprenditrici di un’area della Sardegna particolarmente in difficoltà. A parlare delle immense capacità delle donne imprenditrici e di internazionalizzazione d’impresa. A Sanluri. Sì, proprio a Sanluri. Lei si chiama Ruthann. E Ruthann è una storia, un racconto. Un racconto molto americano. Che parte da quegli occhi azzurrissimi che ti guardano e ti scrutano e da quello sguardo libero, aperto, penetrante che non lascia alternative alla constatazione ed all’evidenza della sua intelligenza. Non è facile raccontarla senza cadere nella trappola del mito americano, del successo. Perché Ruthann é avvocato di successo, la più giovane pubblico ministero donna nel suo paese, ha imparato a pilotare un aereo e a guidare un’auto da corsa, gestisce diverse iniziative imprenditoriali in diversi campi, ha diversi studi legali ed in diverse e lontane città di quel paese, è consulente di importanti organizzazioni internazionali. Forse (azzardo) repubblicana. Si occupa di questioni femminili e ripete spesso, mentre racconta, (perché parla molto, proprio molto ed ostinatamente in italiano) che Women do it better. Da parte mia metto le mani avanti e le dico subito che le donne sarde sono come le donne di tutto il mondo. Annuisce. Insomma, upper class, bella, intelligente. Ed inquieta. Se non faccio tante cose io mi noio, mi dice a pranzo. Mentre parla penso alle molte contraddizioni della storia. Di quella che conosco. Norma Jeane e Joice Lussu, grattacieli e modernità, polvere e povertà da cui fuggire. Sempre. Per poi tornare. Quando la incontro so già diverse cose su di lei, ma i frammenti dei suoi racconti mi piacciono e lei non si fa pregare. Perché non è la storia dei suoi successi che mi incuriosisce, ma la sua inquietudine, quel tratto recente della sua esistenza che la vede impegnata nella ricerca delle sue origini, italiane. Che ritrova dopo tanto peregrinare in un piccolo paese del Molise, da cui partì, addirittura prima dell’unificazione dell’Italia, il suo bisnonno. Che approdò in America, ebbe quattro figli in quella terra e morì lasciando i quattro bambini che finirono in orfanotrofio. L’orfanotrofio li divise, e queste quattro creature ebbero le loro vite separate per sempre, non si ritrovarono più. Uno di questi era il nonno di Ruthann. Prima di lasciare questa terra, il padre di Ruthann, figlio di uno dei quattro orfanelli, le chiese di ritrovare la famiglia, di cercare le sue origini. E così inizia per lei il viaggio a Itaca. Perché un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Perché ognuno ha diritto di essere di un posto. Ruthann è ostinata. La ricerca delle sue origine va oltre, travalica il senso geografico, vuole essere appartenenza. La sua ostinazione la porta a volere di più, sta chiedendo il riconoscimento della cittadinanza italiana che, mi dice, vuole ottenere dalla Sardegna. Perché Ruthann, perché dalla Sardegna, che c’entra? In maniera sorprendente mi dice che vuole la cittadinanza italiana ma da sarda, perchè siete un popolo meravilliosso. Non so che dire. La mente mi corre verso parallelismi ed accostamenti ad altre donne che hanno amato quest’isola ma sono assolutamente inapplicabili alla sua, di storia. Allora cerco di prenderla da un altro verso e capire se per caso qualche ragione diversa la porta a questa affermazione, forse ha passato qua qualche estate, magari al mare, si sa, la vacanza. Nooo, mi dice, semplicemente siete un popolo straordinario. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non c’è da queste parti una casa né un pezzo di terra né delle ossa ch’io possa dire ‘Ecco cos’ero prima di nascere’. Mentre andiamo via da Sanluri nel tardo pomeriggio le indico il Castello, bellissimo, illuminato da un residuo di soffuso sole primaverile, un pugno di storia e passato proprio di fronte a noi, a portata di mano. Sai, fu edificato intorno al 1350. Era una fortezza…. qualcuno sostiene che la prima edificazione risalga al 1100. Però. Ci abbracciamo e ci salutiamo. Ci auguriamo di rivederci prestissimo. E’ vero, Ruthann, la Sardegna è un mondo meraviglioso, un archetipo, anche se molti di noi purtroppo non se ne sono mai accorti. Dovremmo posare su questa terra solo la punta dei piedi. L’inquietudine degli uomini e delle donne contemporanei sono frutto delle separazioni cognitive da ciò che li circonda. La ricerca del mito potrebbe essere la nostra salvezza, una delle possibili vie di ricomposizione e recupero di queste perdite. Che la Sardegna, se lo vuoi, sia la tua Itaca. |
Ruthann..un punto di riferimento per “l’ impresa donna”, un pozzo d’esperienza, intelligenza sottile, infaticabile, gioiosa, brillante, coraggiosa, autorevole, grande.. DONNA di origine…ITALIANA