Monumenti aperti 2014: Scuola elementare Solferino Oristano(2) [di Gabriele Calvisi]

oristano

Sotto le piante, nel bacio del sole, nella carezza dell’aria pura e frizzante. Nel 1901 Oristano aveva 9 mila abitanti. La metà della popolazione abitava entro l’antica cinta muraria tra un intrico di vie; l’altra era distribuita nei sobborghi fatti di case di terra sparse oltre le strade sterrate di circonvallazione tra cui quella di via Solferino. In quell’anno i fanciulli dai 6 ai 9 anni, obbligati alla frequenza dei primi due anni di scuola elementare, erano 330: 141 maschi e 189 femmine. Ma solo 204 andarono a scuola; 126 invece,  il 38%, “ per assoluta povertà” non poterono avere le prime nozioni di lettura, calligrafia, né i rudimenti della lingua italiana, dell’aritmetica e del sistema metrico andando così ad ingrossare l’80% della popolazione analfabeta.

I fortunati che andarono alla scuola elementare comunale dovettero assistere all’insegnamento in 13 diversi edifici sparsi nel paese. Dieci anni dopo, nel 1909, per il Comune di Oristano e per il sindaco avvocato Carchero erano maturi i tempi per individuare un’area su cui costruire un moderno edificio scolastico. Per scegliere tra le numerose possibilità venne nominata una Commissione comunale che ne scartò 4 e rimise al Consiglio Comunale la decisione sulle tre rimanti.  L’orto dei signori Floris Temussi confinante al recente reclusorio (il carcere di Piazza Mannu); il locale della Missione e giardini attigui (l’attuale Palazzo degli Scolopi); l’orto dell’avvocato Enrico Meloni nei pressi della via Solferino, la vecchia via di circonvallazione del paese.

La scelta di massima del Consiglio  ricadde nell’orto dell’avvocato Enrico Meloni con 8 voti a favore su 13, non senza generare in paese “ Un vivissimo malcontento per la infelicissima scelta fatta del luogo in cui sorgerà il nuovo casamento scolastico”. La scelta dell’orto dell’avvocato  Enrico Meloni fu fatta per la centralità della  posizione; per  motivi igienici: era lontano da corsi d’acqua inquinati, da spurghi luridi, da acquitrini, da acque stagnanti, da concimaie. Quell’orto  poteva ridurre l’inconveniente del passaggio del bestiame e dei carri, inoltre aveva il miglior prezzo: dalle 15 alle 17 mila lire.

Le cronache di allora raccontano. “Coll’acquisto dell’orto Meloni si avrebbe anche un pubblico passeggio libero dall’indecenza e dal pericolo del continuo passaggio del bestiame: nei 20.000 mq. Di quell’area sarà facile e poco dispendioso chiuderne un tratto ed alberarlo; là le mamme condurrebbero in tutta sicurità i loro bambini al riparo dal passaggio degli animali e dei veicoli e lungi dal riflesso rovente delle pareti riscaldate dal sole; perché l’ampiezza stessa dell’area assicurerebbe per sempre ampiezza di lieti orizzonti e libera circolazione d’aria salubre”E ancora ” nelle nazioni più evolute si va introducendo, con mirabile profitto intellettuale e fisico, la scuola all’aria aperta: sotto le piante, nel bacio del sole, nella carezza dell’aria pura e frizzante”Un anno dopo la decisione del Consiglio, nel 1910, l’ingegnere Edoardo Busachi elaborava il progetto del nuovo edificio scolastico,  che venne aggiornato poi  nel 1915. Nel 1911 le scuole elementari passano sotto il controllo dello Stato.

Nel 1923 venne eseguita una prima  revisione dei prezzi del progetto da parte dell’Ing. Davide Cova, capo dell’ufficio tecnico del comune. Oristano era cresciuta raggiungendo oltre 12 mila residenti. Alla fine dello stesso anno, Giovanni Gentile, ministro dell’istruzione del primo governo di Benito Mussolini vara la più importante riforma della scuola. L’obbligo scolastico é elevato fino ai 14 anni, anche se rimarrà inattuato fino agli inizi degli anni 60.

Il 28 luglio del 1925 l’avvocato Emilio Meloni, l’ortolano Giuseppe Meloni  e la moglie la casalinga Maria Salaris firmarono l’atto di vendita dell’orto di erbaggio  di ettari 2 e dieci are che  già dal 1921 l’avvocato Meloni aveva venduto verbalmente all’ortolano Giuseppe Meloni e alla moglie Maria Salaris per quarantamila lire. Seguì nell’ottobre l’atto di esproprio dell’orto di erbaggio dei coniugi Meloni. Sempre nello stesso anno il Commissario prefettizio del Comune di Oristano, l’avvocato Murroni concede a trattativa privata, dopo un’asta deserta, l’appalto dei lavori  per la costruzione del nuovo casamento scolastico, conforme al progetto dell’ing Edoardo Busachi , aggiornato con la revisione dei prezzi dall’ ingegnere Davide Cova alla Ditta milanese Grignani e fratelli Marcora per un importo di  un milione e 350 mila lire. Il sette novembre lo stesso Commissario prefettizio nomina il direttore dei lavoro l’ingegnere Davide Cova, capo dell’ufficio tecnico del Comune.

Il 20 febbraio 1926 il Commissario straordinario prefettizio visti nuovamente gli atti della trattativa privata, la revisione del progetto condotta dall’ingegner Cova il 15 febbraio, e gli impegni di eseguire i lavori entro il 1926 da parte della ditta milanese, decide di  riduce l’importo dei lavori a 1.800.000 lire e la base d’asta a 1.140.000 lire, e di ridurre a 1.500.000 la domanda per un finanziamento suppletivo alla Cassa Depositi e Prestiti già presentato nel 1925. E’ invece del 10 giugno del 1927 la nota di trascrizione dell’atto di vendita al Comune di Oristano da parte dell’ortolano Giuseppe Meloni e della moglie Maria Salaris  dei terreni di  di 1.98.75 ettari e di 3.25 are, per un totale di 2.02.00. ettari.

E tra luglio e agosto  del 27 scoppia una furiosa lite  tra  il Podestà della Città di Oristano e il Prefetto della Provincia di Cagliari  in ordine agli  elevati onorari riconosciuti e liquidati  come presunto progettista e direttore dei lavori all’ing.. Cova, capo dell’ufficio tecnico, dal Podestà e contestati invece dal Prefetto provinciale sia per danni erariali e sopratutto  non spettanti   in quanto non era l’autore del progetto, ma solo il revisore dei prezzi e direttore dei lavori, prestazioni che, secondo il Prefetto, rientravano già nello stipendio del capo dell’ufficio tecnico.

Il 31 ottobre  del 1927 il delegato del partito Nazionale Fascista Buno Biagi, campione  del fascismo bolognese, e il segretario federale Paolo Pili inaugurano il nuovo edificio scolastico “ la prima  delle nostre opere pubbliche attesa invano da decenni “ in occasione della  quinta commemorazione della Marcia su Roma.  Inaugurano un edificio non consegnato ancora e non arredato. Nel 1928 sarà arredato nell’essenziale,  è curata invece  l’immagine del potere fascista nei  ritratti del Duce e del Re secondo un manuale di immagine dettagliato e sistematico. Bisogna aspettare il 20 marzo del 1929 perché il Provveditorato alle opere pubbliche della Sardegna effettui la consegna   provvisoria del piano terreno  e il collaudo dell’edificio il 15 maggio del 1930 quando Oristano registrava poco meno di 12 mila abitanti.

Nell’anno scolastico 1930-1931 intanto divenne obbligatorio l’adozione del “libro unico” per l’insegnamento elementare con lo scopo di fascistizzare la società e lo Stato italiano correggendo l’impostazione liberale della Riforma Gentile. Il libro unico fu lo strumento di indottrinamento fin dalla tenera età dei fanciulli  ai valori del fascismo assieme all’Opera Nazionale  Balilla, l’ente preposto all’educazione fascista della gioventù.

Il 21 dicembre 1931 muore per attacco cardiaco mentre rientrava a casa Arnaldo Mussolini, il fratello del Duce, direttore del Popolo d’Italia, presidente del Comitato forestale italiano e “apostolo” della rinascita forestale italiana. Per la  prima domenica dopo il trigesimo della morte del fratello del duce, il partito nazionale fascista dà l’ordine al Comando Legioni Milizia Forestale  e ai Podestà del regno di piantare un albero in sua memoria. Il 14 febbraio del’32 con una cerimonia  il Podestà di Oristano fa mettere  a dimora un leccio, benedetto da un sacerdote,  nella parte posteriore del nuovo caseggiato scolastico. Su quella pianta venne applicata  una targa in bronzo fuso dalla Premiata  Tipografia Cartoleria Ditta Pietro Valdès di Cagliari per 25 Lire: “Arnaldo Mussolini Apostolo della rinascita forestale d’italia” .

Quella pianta non radicò e si seccò. Due anni dopo, il 12 marzo 1934, la Regia Direzione didattica di Oristano assicura il Podestà della sostituzione della pianta ormai morta con una nuova: un leccio, che stavolta crescerà  forte fino a diventare la grande quercia di oggi.

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