La tartaruga sopra il palo [di Raffaele Deidda]
In molti conoscono il Principio di Peter, formulato nel 1969 dallo psicologo canadese Laurence J. Peter, che tende a dimostrare come in una organizzazione ognuno viene promosso fino al suo livello di incompetenza. Il principio si adatta a qualsiasi organizzazione: commerciale, produttiva, di servizi e anche politica. Risale a molto prima del 1969 la saggezza popolare, che sembra sviluppare un corollario del principio di Peter con la metafora della “Tartaruga sul palo”. Si basa sulle riflessioni di una persona cui capita di vedere una tartaruga in equilibrio sopra un palo. Immediatamente si domanderebbe come sia potuta arrivare fin lassù. Poi si direbbe che forse non dovrebbe restare lì. Continuerebbe pensando che sicuramente non vi è arrivata da sola. Infine si convincerebbe che, restando in quel posto, la tartaruga non potrebbe fare alcunché di utile. Fatte le debite considerazioni, la soluzione migliore sarebbe quella di farla scendere dal palo. Venendo all’attualità politica, molto clamore ha destato la dichiarazione della parlamentare del Pd Alessia Morani, membro della Commissione Giustizia della Camera: “Il Parlamento non è un ufficio del lavoro. Chi è a reddito zero nella vita precedente non ha combinato granché”. La parlamentare ha poi precisato di riferirsi ai redditi dei parlamentari che dichiarano poco o niente e che la mancanza di reddito “voleva essere solo un modo per affermarne l’inesperienza politica o professionale”, giudicando strumentale l’interpretazione delle sue parole, tendente ad evidenziare che avrebbe “disprezzato in qualche modo le persone che non hanno reddito”. Pur accordandole la buona fede, la parlamentare dovrebbe ammettere che le sue esternazioni sono state incaute e infelici e che, a prescindere dal contesto, risuonano come: “Chi non ha reddito è un fannullone”. In particolare per Veronica Fiorillo, indicata dal Presidente della Repubblica, nel discorso di fine anno, come simbolo della precarietà. Con la laurea in psicologia, Veronica non era riuscita neppure ad accedere ad un tirocinio gratuito previsto nel percorso di specializzazione per diventare psicoterapeuta. Per lei le parole della Morani sono risultate inaccettabili: “Io, a reddito zero, forse davvero non valgo niente. Mi dispiace se non si è resa conto di quello che ha detto. Abbia almeno l’umiltà di chiedere scusa. Lo faccia per lei, per il suo partito, e per quegli italiani che per lo meno meritano rispetto (visto che di lavoro, reddito e speranza non se ne vede proprio l’ombra)”. Serve a tranquillizzare l’incapiente Veronica Fiorillo, l’ulteriore precisazione della parlamentare Pd: “Il partito democratico sta faticosamente mettendo in atto politiche che hanno come obbiettivo primario l’equità sociale ed i primi provvedimenti del Governo vanno proprio in questa direzione. Certamente abbiamo appena iniziato e le cose da fare sono tantissime. Credo, però, che finalmente la strada imboccata sia quella giusta”? Probabilmente no. Inoltre in tanti, dopo l’episodio ed i chiarimenti necessari, si sono chiesti come la signora Morani, al pari della tartaruga, sia potuta salire su quel “palo”. Quello della Camera dei Deputati. Commentano che difficilmente vi è arrivata da sola (solo per i suoi meriti?), dicono anche che non dovrebbe restare lì perché non è utile ad alcunché e che, in definitiva, la soluzione migliore sarebbe farla scendere. Soprattutto perché si sta verificando un fenomeno inquietante: il Governo Renzi è considerato coraggioso da chi lo guarda da destra e spregiudicato da chi lo osserva da sinistra. Esternazioni come quelle della “fraintesa” on.le Morani (è troppo diffusa la sindrome dei fraintesi strutturali) non aiutano certo ad individuare la maggiore sensibilità verso i temi di giustizia sociale che a giudizio dei “renziani” farebbe la differenza con i precedenti governi. Oltre gli 80 euro di bonus fiscale fino a dicembre 2014, al momento non c’è molto. Fra l’altro Renzi deve ancora dimostrare che il provvedimento sviluppi un reale stimolo per l’economia e non abbia, invece, una marcata valenza elettorale in occasione delle elezioni europee. Utile anche a giustificare il suo anomalo arrivo e la sua permanenza a Palazzo Chigi e la diffusa indifferenza al voto come insegnano le ultime elezioni sarde sul cui assenteismo è calato uno strumentale silenzio. |