Lettera aperta al presidente della Regione Francesco Pigliaru [di Umberto Cocco]
Gentile Presidente Pigliaru, ho ricevuto oggi la lettera con la quale ci chiede di collaborare a un programma di edilizia scolastica, e a dargli persino un’anima, mettendoci dentro la qualità della scuola, non solo le mura, e la didattica, le mense, il tempo pieno. Grazie, le risponderemo. Ma mi permetto di rilevare alcune cose che non mi convincono; le avevo già colte in una prima delibera della Sua giunta, e rilevate, e segnalate, senza che nessuno se ne sia curato. Magari sbaglio, ma insisto. L’iniziativa della Regione si sovrappone a quella del Governo, e la Sua lettera è quasi la fotocopia di quella di Renzi di due mesi fa. Non ci sarebbe niente di male se insieme Regione e Governo si gettassero sulla scuola, riversando attenzioni e risorse, anzi: ma far finta che l’uno operi senza sapere dell’altro, o, peggio, operare senza sapere l’uno dell’altro, è non solo fonte di confusione, ma cattivo esempio di governo e di amministrazione.
Lei ci chiede le stesse cose che ci ha chiesto Renzi, di segnalare le esigenze delle nostre realtà scolastiche (di messa in sicurezza, adeguamento degli edifici, razionalizzazione degli spazi, eventualmente progetti per nuove scuole). Ma noi le abbiamo già segnalate a Renzi, e presentato persino un piano finanziario che nel caso di Sedilo prevede che lo Stato nemmeno ci metta soldi propri, ma che semplicemente sottragga al blocco del patto di stabilità interno i 350 mila euro di avanzo che la mia amministrazione potrebbe investire per riorganizzare e adeguare le scuole.
Renzi non ci ha (ancora) risposto, ogni tanto ne parla nelle pirotecniche comparsate in tv, ha detto che giugno è il mese dei cantieri aperti, ma ormai nessuno ci crede. Ora, nel silenzio della stampa, dei parlamentari, di Renzi, si scopre che nel decreto legge dell’altro giorno (lo stesso degli 80 euro ai lavoratori dipendenti) il Governo dice che ci saranno sì 300 milioni di fondi per l’edilizia scolastica dal 2014 al 2020, e che saranno svincolati dal patto di stabilità soltanto 122 milioni nel 2014 e altrettanti nel 2015, e che l’elenco di chi avrà diritto a utilizzare i soldi dei propri bilanci così svincolati si saprà non oltre il 15 giugno con la pubblicazione di un decreto del Presidente del Consiglio. Glielo può dire Lei a Renzi che così sarà impossibile aprire i cantieri a giugno, forse anche a luglio e agosto? Basterebbe la necessità di un’autorizzazione dei vigili del fuoco o di una qualunque altra autorità tipo una sovrintendenza per spostare tutto a settembre-ottobre, a scuole iniziate, dunque a non aprire cantieri per tutto il 2014. E poi 122 milioni di euro sono così pochi da distribuire in tutta l’Italia, che sembra un altro gioco al lotto, come quello delle “opere cantierabili” per le quali il governo Letta ha messo a concorrere i Comuni per finanziamenti anche consistenti ma a chi faceva prima nell’invio on-line della domanda… Una lotteria, dove pare che adesso, a graduatoria fatta, si stia introducendo qualche criterio. Come si vede, siamo assai lontani dai 3 miliardi e mezzo di euro che Renzi diceva di volere mobilitare per le scuole, ma in ogni caso Lei, Presidente Pigliaru, ne può parlare al capo del Governo, e magari farci sapere se abbiamo una chance di entrare in graduatoria, ed eventualmente consentirci di preparare il progetto definitivo prima di giugno? Alla luce di quel che succede con la campagna di Renzi per le scuole io risponderei con maggiore precisione alla Sua lettera, e Lei stesso avrebbe un quadro assai più chiaro delle esigenze e delle risorse a disposizione, fra quelle dei bilanci comunali, della Regione e dello Stato. Perché Lei giustamente nella lettera ci chiede di “creare reti”, ma almeno un filo fra la Regione e il Governo bisogna che venga teso, un canale aperto. O mi sbaglio, e magari c’è, e la Regione sa, e solo nella lettera non ci viene detto?
Lei nella lettera ci chiede di segnalare le esigenze delle nostre scuole, fa uno sforzo in più rispetto a Renzi per introdurre il tema della qualità architettonica degli interventi, per collegare agli edifici la qualità della scuola e della didattica, per concepire gli spazi in relazione alle attività magari a tempo pieno, e sembra comprendere che non di nuove scuole c’è bisogno in Sardegna in generale, ma di accorparne di quelle esistenti, riorganizzando gli edifici e le loro funzioni (possibilmente senza gettarli via, senza lasciarli all’incuria, riconsiderandoli in un discorso generale sugli spazi pubblici sovrabbondanti dei nostri paesi).
Ma mi interrogo, e Le chiederei: si tratta di un aggiornamento dell’anagrafe delle scuole che la Regione possiede, o di un modo per superare quella banca dati? Sulla base dell’anagrafe esistente l’assessore Milia prima delle elezioni ha messo a correre 35 milioni di euro, senza bando, facendo fare di corsa una domanda agli amici, compresi alcuni amici di centrosinistra, e facendosi schermo dell’anagrafe dell’assessorato. Lei ne terrà conto, non ho dubbi, nel decidere come spendere i 30 milioni di euro già disponibili, ma se lo dicesse pubblicamente farebbe un bel gesto da amministratore giusto. Ha chiesto Renzi nei giorni scorsi e sembra suggerire anche Lei che lo sforzo per la scuola sia generale, corale. Che vengano coinvolte le famiglie dei ragazzi, i ragazzi, gli insegnanti, e perché no gli anziani in un nuovo rapporto educativo intergenerazionale del quale nelle nostre mitizzate comunità c’è un enorme bisogno, e lo farei volentierissimamente nel mio paese se non fosse che la Regione tiene bloccati 5 progetti del mio Comune già finanziati con bando pubblico regolarmente vinto: un progetto, la riqualificazione dell’area Pip (linea elettrica, adsl, acque bianche etc.) fatto fermare quando l’impresa aveva già cominciato a lavorare, dopo avere vinto l’appalto che gli stessi uffici della Regione ci avevano sollecitato a bandire entro il 2013. Poi non ci state dando i soldi per il centro di raccolta del latte (300mila euro), per un ecocentro (100mila), per la conclusione di un’opera “immediatamente cantierabile” (un centro culturale-biblioteca, 400mila euro) che Cappellacci in persona ci aveva informato di avere finanziato facendo scorrere la graduatoria del relativo bando, e nulla si sa della videosorveglianza (90mila euro) dopo che sono state pubblicate le graduatorie dei progetti ammessi, compreso quello di Sedilo. In queste condizioni forse è già tanto che Lei trovi un indirizzo a cui mandare le lettere ai sindaci. Io sono qui per cercare di fare pagare meno tasse ai sedilesi, nell’ingrato ruolo assegnato dallo Stato di togliere ai commercianti in crisi e ridistribuire (tasse) a chi sta anche peggio di loro, senza potere incidere per esempio sul costo dello smaltimento dei rifiuti che siamo obbligati a conferire ad Arborea (e prima a Macomer, all’impianto obsoleto) a costi tre volte tanto quelli di Sassari e Porto Torres. Ma non è senza conseguenze questo gioco a usare i sindaci come uomini di frontiera da esporre e magari bruciare tanto ne arriva un altro, con funzione di volta in volta narcotizzante (non è così per lo sgangherato welfare dei Comuni?) o brutalmente esattoriale. Lei ha una enormità di problemi da affrontare, lo vede meglio di me: ma ricominci dalla coesione che può garantire alla società sarda una buona rete di amministrazioni locali che si fidano della Regione, che a sua volta non li inganna, non scarica su di loro le difficoltà, e li coinvolge, li chiama, li ascolta. Anche questa lettera, la legga come io ho letto la Sua, o se la faccia sintetizzare, vedrà che ne può venire un pochettino di bene. *Sindaco di Sedilo
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Bravo Umberto ! Buon viatico per il confronto di oggi al Liceo Siotto con Berlinguer
Amo la chiarezza e questa lettera di Umberto Cocco è … ” Tutto chiarezza ” ! Leggerà e penserà così il Presidente ?
Una semplice pensatrice spera e pensa di sì .
cose serie di sindaci capaci
Grande Umberto!!!!!!
Giusto , Umberto ! Avrei fatto anche un cenno al progetto delle LIM e della scuola digitale altro “problemino” niente male da risolvere …..
Un giornale serio, però, deve pubblicare anche i commenti che non ti piacciono, caro Umberto!