Le memorie della menta piperita [di Elena Morando]

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Pubblichiamo un racconto lungo in diverse puntate tra loro autonome ma legate da un filo rosso (NdR).

I- CAPRE

1.1. Non ricordo più per chi doveva andare a fare le lotte, e nemmeno se isola vuol dire che non siamo attaccati a nessuno, forse le lotte vuole dire urlare forte così tutti possono sentire e isola vuol dire in mezzo al mare; quando il vento è molto forte il mare si allunga e arriva a coprire tutta la spiaggia.

1.2. Stare in un’isola è una cosa rara, lo ha detto mia sorella per farmi studiare, e dato che a me viene facile imparare le cose, dopo andrò a fare le lotte anche io; mamma dice che per fare le lotte bisogna essere istruiti, intanto però, fino a che non sono grande, devo essere coraggiosa e se piango lo faccio in silenzio, come cantando una canzoncina che so a memoria.

1.3. Adesso poi essere coraggiosa è più facile perchè è estate e non ho tempo di pensare a nient’ altro che alle mie capre. Il tempo per le capre è il tempo delle corse, bisogna imparare a correre molto veloce senza fare rumore in un modo che serve per farle andare giuste nel sentiero; ci vuole tempo e pazienza e ascoltare il rumore di quello che succede. Tutte le volte io mi graffio e non so se c’è davvero c’è bisogno di correre come faccio perchè le capre la strada la sanno a memoria ma forse è il bisogno di nonno di ridere, infatti nonno ride moltissimo, e muove il bastone in aria dicendo che assomiglio anche io a una capra quando salto, e quando cado, allora lo sento che ride ancora di più.

1.4. Ma non c’è solo questo da dire, c’è da dire anche che io sono sorella di latte dei capretti di Bianchina. Il latte di Bianchina è caldo e un po’ salato dal sudore delle corse o forse è lo sporco che sa di salato, la terra mischiata alla polvere, mischiata al latte, mischiata alla saliva dei capretti e alla bava del cisto, quella specie di schiuma che fanno le foglie e che si attacca dappertutto e poi dopo un po’ scompare. Bianchina è la capra più giovane ed ha gli orecchini nel mento, da me se li fa toccare, sono orecchini morbidi che si allungano come due lumache. Le corna sono piccole e la destra è a metà perchè ha sbattuto contro la mia astronave di pietra mentre saltava dal muretto del recinto e poi un corvo l’ha rubata per il suo nido.

1.5. I corvi nei nidi hanno moltissime cose, anche le mutande di nonna rubate dal filo.

 II- LA VIGNA

2.1. Il luogo dove sta la vigna, non esiste più, esisteva e poi si è cancellato. Al suo posto sono rimasti dei pezzi di tronco che si chiamano ceppi e un prato di spine e cardi violetti. Poi sui lati ci sono i mandorli che fioriscono e sfioriscono e perdono tutte le foglie per terra. Le mandorle cadono anche loro quando è tempo e i gusci sono casette per altri insetti. Io li uso per costruire lettini.

2.2. Di lettini di mandorla in vigna ne ho cento; vicino al ceppo più grosso che secondo me fiorisce d’uva e fa i grappoli. Li ho messi io là, tutti in fila, per seppellire gli insetti che trovo morti in giro. Non è facile trovare il guscio giusto per ogni insetto, è un lavoro di precisione. La morte ha un significato per tutti, lo ha detto nonna quando le ho chiesto perchè dobbiamo morire se vivere è così bello, e il significato si trova mentre si vive felici.

2.3. Ma non credo che gli altri che rimangono capiranno mai questa ragione anche se c’è. Ad esempio se muore mamma non capirò la ragione, il significato della sua morte che lei ha trovato mentre era in vita. Per questo seppellisco insetti, così faccio qualcosa di bello in vita per i morti e tengo insieme tutti quelli che si somigliano, dato che nel cimitero degli uomini non ci possono stare anche i cani, e di conseguenza i cani e gli insetti rimangono senza un cimitero; seppellire cani per me è molto faticoso e allora lo faccio con gli insetti.

2.4. Morire per le foglie invece è più semplice, non fanno altro che cadere nel posto giusto per la ragione che è autunno e questa ragione l’hanno trovata in vita mentre erano verdi e piene di linfa che è il loro sangue. Senza le foglie il cielo che sta dietro i mandorli mi sembra sempre più azzurro, forse perchè l’aria che rimane fra i rami è schiacciata e l’azzurro diventa più forte o forse sono io che voglio così. Forse la ragione è anche che io mi strizzo gli occhi perchè la luce mi da fastidio e il cielo mi piace guardarlo solo di notte. Mentre nonno e nonna dormono, e il mio cimitero di gusci alla vigna non si vede più. Credo che dopo una certa ora, sui gusci cadono dei fili d’erba sottili e il cimitero scompare, stare sotto i fili d’erba è come stare sotto una coperta e vicino agli insetti morti si infilano altri insetti che hanno freddo e sopra la volpe ci cammina.

La volpe viene sempre in vigna, nonna dice che è l’abitudine che le ha insegnato sua nonna, perchè anche la volpe ha una nonna da cui ha ereditato le abitudini come io ho ereditato da lei le sue, così la volpe di notte fa un giro e lascia le sue impronte nel cimitero e ci fa la cacca sopra tutta piena di frutti e pietrine che sono semi, poi forse anche lei di notte come me, si mette a guardare il cielo che ha una luce diversa e a qualcosa penserà.

2.5. Io penso che nessun posto di questa campagna dove sto è uguale alla vigna, perchè là bisogna andare per capire se i ceppi sono davvero secchi e là vado a sedermi sopra un sasso che non è liscio e non è comodo ma è in una posizione che fa sembrare tutto in discesa e poi penso a cosa c’è dentro il mio corpo di liquido come lo sputo, la pipì e il sangue quando cado e a cosa c’è di liquido ancora nei ceppi per far nascere l’uva che fa il succo liquido ed è dolce come il sangue. Non voglio pensare che qui in vigna tutto è morto per sempre perchè ho visto piante che sembravano secche che poi sono cresciute con le foglie verdissime e i rametti molli che si piegano all’indietro e in avanti e quindi anche per i ceppi ho questo segreto.

*Performer, sceneggiatrice, scrittrice

One Comment

  1. sandra

    sento anche il rumore e il profumo della campagna…. brava!!

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