La Cultura non è il vestito buono solo per la primavera [di Franco Campus]

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I numeri recenti di Monumenti Aperti meritano una riflessione seria e meno trionfalistica. La manifestazione, che si somma alle giornate del Fai, a quella della prossima Notte dei Musei, e quelle delle diverse Notti Bianche, rappresentano una bella boccata di autostima per il nostro PATRIMONIO CULTURALE.Il messaggio che sembra sorprendere tutti è che questo patrimonio esiste (oibò), è tangibile, si può vedere, toccare e anche vivere bene insieme ad esso (incredibile ‼!). La domanda di vivere in città finalmente vive e culturalmente aperte è il sogno di tutti e risponde anche ad una esigenza naturale capace di dare spunti alla nostra creatività e identità. Insomma migliora la nostra qualità della vita (noi come archeologi lo diciamo da decenni !!!).

Ma passata la festa, occorre riflettere seriamente. La manifestazione ha successo non per uno spirito di tenerezza nei confronti dei ragazzi che fanno un LAVORO GRATUITO per un giorno mettendoci tutta la loro passione, ma ha successo perché gli studenti si preparano per tempo grazie al LAVORO degli insegnanti o dei diversi tutor che si occupano di PREPARARE studenti e insegnati. La manifestazione ha successo perché i diversi comuni che aderiscono al circuito stanziano dei fondi (FINANZIAMENTI) utili e necessari per la pubblicazione delle guidine, per le magliette e per tutto quello che è necessario a chi sta svolgendo questo LAVORO per un giorno. Ha successo inoltre perché molti professionisti partecipano portando il frutto del loro LAVORO (Archeologi, Storici dell’arte, Archivisti, Guide Turistiche) e si pongono come mediatori culturali nei confronti dei ragazzi che a loro volta dovranno passare le informazioni ai visitatori.

L’insieme di questi elementi (non dimenticando la collaborazione attiva e preziosa degli Uffici Comunali nei settori per le Attività Culturali, ma anche le Università, le Soprintendenze, gli Archivi, le Associazioni Culturali) è la base vera di questo successo e si fonda su due pilastri: PROFESSIONALITÀ’ e SINERGIA.

Ma attenzione… non si prenda come parametro del successo solo il numero dei visitatori che firmano all’ingresso del monumento, poiché i medesimi si spostano verso il monumento vicino, quindi, lo sanno tutti, i numeri dei visitatori si sommano (come i sinistri carri di Mussolini).
Ultima considerazione molti dei Monumenti Aperti sono Aperti TUTTO l’ANNO (anche se per entrare in alcuni casi si paga un piccolo biglietto). Quindi a volte si ha il sospetto (malizioso) che l’alto numero provenga solo dalla gratuità (quindi di fatto impedendo di lavorare ad un regime accettabile nei giorni successivi).

Per fare tutto quel LAVORO, nei restanti 364 giorni vi sono infatti dei PROFESSIONISTI che hanno bisogno del biglietto per giustificare la loro esistenza, quindi necessitano sempre dei FINANZIAMENTI per migliorare la loro preparazione, dei FINANZIAMENTI per le ricerche (storiche archeologiche etc), dei FINANZIAMENTI per migliorare la fruizione (museale, didattica).
E anche l’indotto (bar, ristoranti, negozi) vive se l’eccezionalità diventa una normale prassi: almeno quasi tutti i giorni.

Il successo di Monumenti Aperti sarà completo, dopo quasi venti anni anni, se le persone continueranno ad andare nei musei anche nel resto dell’anno, ma soprattutto quando qualcuna di queste persone, come dimostra l’alto numero di candidati alle prossime consultazioni elettorali, quando sarà eletto non si farà abbagliare dal fatto che tutto funziona perché ci sono i volontari e perché c’è gente. Servono i PROFESSIONISTI, i FINANZIAMENTI e delle nuove PROGETTUALITÀ.

La Cultura non è il vestito buono solo per la primavera.

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