Una sanità contro le donne [di Alba Canu]
Da qualche tempo veniamo informati dagli organi di stampa di spostamenti delle sedi di importanti e delicati settori della sanità locale. Non poche, e spesso motivate, sono state le proteste dei cittadini e delle associazioni interessate ai diversi servizi e all’assistenza fornita dagli ambulatori e dai presidi trasferiti. L’impressione, per altro confermata dalle proteste, è che le scelte attuate non sembrano essere state discusse con gli utenti e le loro organizzazioni, né con le istituzioni locali che devono programmare, ad esempio, la presenza e la frequenza dei trasporti pubblici per e dalle nuove collocazioni. Spesso non si comprende quale sia la strategia complessiva e se, davvero, la direzione della ASL 1 di Sassari abbia in mente un piano preciso per rispondere ai bisogni dei cittadini/e, al contempo capace di efficacia ed efficienza non solo finanziaria. Questa lunga premessa per aggiungere un tassello al “via vai” a cui stiamo assistendo che, a parere di chi scrive, non sembra avere logica funzionale. Parlo dell’ipotesi che la direzione ASL sta avanzando sul trasferimento dello storico Centro Oncologico, che da tempo opera a Sassari in via Zanfarino, al San Camillo ben fuori dall’area urbana. Come immagino sappiano i responsabili della ASL, il Centro di prevenzione oncologica opera a favore sia delle donne della città, sia di una numerosa utenza femminile che spesso proviene dai paesi della Provincia, alcuni dei quali non raggiunti dai Consultori. Pensare di collocare questo fondamentale presidio in un’area extraurbana, servita in modo non capillare dai mezzi pubblici, non sembra una soluzione particolarmente produttiva. A questo si aggiunge l’annosa richiesta delle donne e delle loro organizzazioni/associazioni di realizzare il progetto “Area Donna” con il quale far confluire in una unica struttura logistica, facilmente raggiungibile dalle donne interessate, la prevenzione primaria e secondaria di tutte le patologie specifiche della donna, “articolata in unità operative che strutturalmente appartengono al Dipartimento Oncologico (Senologia Radiologica e Centro di Prevenzione Oncologica) nell’ottica della tempestività della diagnosi, dell’appropriatezza degli esami diagnostici e secondo il principio fondante del prendersi cura” come si legge nell’Atto Aziendale della ASL n.1 già nel 2008. Progetto, per altro, già attuato dalla ASL di Cagliari. Recentemente abbiamo registrato lo spostamento del Centro Oncologico per le mammografie dalle strutture di Rizzeddu all’ex ospedale Conti, senza che questa riorganizzazione di specialisti, spazi e strumentazione fosse completata con l’accorpamento della “funzione prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione” contenuta nel progetto Area Donna la cui finalità consisteva “…nel garantire percorsi ben definiti per le patologie femminili, per tutta l’attività di prevenzione primaria e secondaria (in particolare le attività di screening delle neoplasie mammarie e ginecologiche) e per il follow-up delle donne operate al seno, fondamentale nell’ambito di un programma complessivo di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle neoplasie mammarie” . Assistere ancora oggi all’ennesimo e contraddittorio provvedimento di dislocazione agli antipodi della città di servizi previsti accorpati nel progetto “Area Donna”, è veramente sconfortante. Non se ne capisce la logica, la funzionalità operativa e nemmeno quella logistica: soprattutto non si capisce se l’obiettivo di questi provvedimenti sia davvero il “principio fondante del prendersi cura” delle patologie femminili o se siano prioritarie altre esigenze non di tipo “sanitario”. *Vicepresidente del Consiglio Provinciale di Sassari
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Per completare la cronaca di un “disastro annunciato”, è bene informare che la ASL n1 di Sassari, il 21 ottobre, ha trasferito il Centro Oncologico fuori dalla città, in aperta campagna, nella struttura del San Camillo. Tutto questo nonostante le proteste di cittadine/i, delle associazioni delle donne, del sindaco di Sassari, di alcuni consiglieri regionali, comunali, provinciali ecc ecc
Arroganza allo stato puro, giustificata con un comunicato postumo della dirigenza asl, con contenuti di improbabile programmazione….acconzi semmu, diciamo a Sassari!