Le memorie della menta piperita [di Elena Morando]
Pubblichiamo un racconto lungo in diverse puntate tra loro autonome ma legate da un filo rosso. Le precedenti parti sono state pubblicate il 13 ed il 19 maggio (NdR). 6.1. Mio padre ama le piante, dice che i nomi delle piante sono come quelli delle persone e che sono facili da ricordare quando si impara a volergli bene. Ma io non sono ancora riuscita a volere bene ad una pianta perchè voler bene a qualcuno significa piangere per lei come ho visto fare dietro casa quando è arrivata la notizia che l’altro nonno era morto, e dato che io ho pianto quasi per tutti; questo significa che anche io voglio bene ed è da mettere nel pezzo di io buono che la strega non conosce. 6.2. Così poi, quando sarà tempo, arriverà una benedizione dal cielo e anche le galline inizieranno a volare con le loro ali che non usano. Ma una pianta non ha solo un nome ha anche un odore è questo è molto importante per riconoscerla in mezzo a cento. Dagli odori poi si possono pensare le storie che fanno calmare e anche le storie che servono per aspettare; perchè gli odori sono formati da parole che nascono dalla voglia di mangiare, bere o annusare qualcosa e dato che serve tempo per fare tutte e tre le cose, quando il tempo passa o stiamo aspettando o ci stiamo calmando. Io uso sempre le parole che vengono dagli odori non perchè mi piace di più ma perchè è più semplice e ancora non sono abbastanza istruita da usare le altre parole che servono per lottare. 6.3. Per ora io lotto solo con la strega che conosce molto bene gli odori più brutti e di conseguenza le parole e le storie più brutte. Ma io so di sconfiggerla con le parole che vengono dall’odore della menta piperita che qui cresce dappertutto ed è più forte di tutti gli altri odori e dunque di tutte le altre parole. Le parole della menta piperita parlano delle radici profonde che arrivano a toccare l’acqua da dove si abbeverano anche gli alberi ma anche della pipì e delle lacrime che sono salate e che scendono e bagnano dove arrivano lasciando il segno. Le radici, la pipì e le lacrime miste all’erba schiacciata e all’acqua della conca del cielo dove abbiamo benedetto i cani fanno l’odore e la storia della menta piperita che serve per lottare con la strega e per farla uscire da sotto l’astronave quando voglio volare più in alto e le schifezze che ha nel buco pesano troppo. Infatti se lei è uscita posso svuotare anche la sua casa, salire al posto di comando e chiudere gli occhi per stare vicino agli uccelli che giocano e sentire il vuoto nella pancia prima di piangere e allora forse questo significa amare. -VII-ROSE 7.1. Le rose che sanno di antico sono vecchie più di cento anni, e sono appartenute prima di noi ad altre persone che le hanno annaffiate e hanno fatto i mazzi da mettere sui tavoli e vicino alle finestre. Sono piccole e riempiono tutto il muro vicino a casa mischiandosi al rovo, ma a differenza del rovo non si arrampicano sugi alberi per salire più in alto perchè le rose vogliono sentire la voce degli uomini che passano vicino così in questo modo crescono meglio. Loro infatti sono piante domestiche e non selvatiche e questo vuol dire che dentro di loro hanno il liquido che serve per allattare e per il pianto dell’amore. 7.2. Rose non è solo una parola e un odore ma è anche il ricordo delle voci di prima che si sono avvicinate per annaffiarle, anche se poi le rose non crescono ma preferiscono rimanere piccole ed essere prese per lasciare tappetini di foglie. 7.3. Io ho preso le rose perchè volevo sapere di che colore è il loro liquido, le ho messe dentro una bacinella e le ho pestate; il loro liquido è rosso e il loro odore è complicato da dire come l’odore di una persona, perchè si devono usare molte parole. Un pezzo dell’odore della rosa è finito sulla pelle di mia nonna e questo non so come è successo. -VIII- TUTTE LE LUCERTOLE AL SOLE 8.1. Non so quanto tempo ancora rimarrò qui, forse come dice mia sorella passeremo qui tutta la nostra infanzia. L’infanzia dura poco e quindi staremo poco, presto saremo grandi e il posto delle bambine grandi è vicino agli adulti per capire come si fa a crescere. Mentre quando si è bambini non è necessario imparare niente perchè si sa già tutto. 8.2. Io ad esempio so che le lucertole vengono da sotto terra e sotto terra hanno delle strade che portano al mare e strisciando fino al mare lasciano la loro pelle per strada per potersi bagnare. Le lucertole possono rinascere anche da un pezzettino di coda che si muove e possono diventare serpenti senza zampe, non credo che tra nuotare e volare c’è molta differenza perchè comunque non si tocca con i piedi e lo spazio tutto intorno è libero per giocare, ma è più facile prendere il volo che tuffarsi perchè per tuffarsi ci vuole più coraggio e non sai quanto l’acqua è profonda, invece il cielo quant’è alto, questo lo vedono tutti anche di notte quando ci sono le stelle che illuminano. 8.3. D’estate le lucertole aspettano al sole per scaldarsi bene la pancia e fare crescere le uova che hanno dentro, molte più delle galline, e dopo che si sono scaldate cambiano colore ed entrano dentro le strade che hanno costruito di notte per arrivare fino al mare. Costruire strade è faticoso, perchè bisogna scavare e non tutte arrivano a tuffarsi. Alcune rimangono nascoste sotto le rose antiche e altre aspettano che le uova che hanno nella pancia rotolino da sole fino al mare. -IX-IL SECCHIO 9.1. Davanti casa c’è un secchio, è un secchio arrugginito sempre pieno di acqua. L’acqua ha il colore della ruggine ed è caduta con la pioggia o è acqua avanzata a qualcosa, un po’ di acqua rimane sempre e per non sprecarla o si butta tra le rose oppure dentro il secchio. Ma la ruggine che è il liquido del ferro esce e sporca l’acqua come la strega arriva a sporcare le parole. Dentro il secchio ho visto la mia faccia e ho provato ad assaggiare per sentire il sapore, a me piace bere come fanno i cani perchè loro sanno pulire l’acqua sporca con la lingua e in questo modo non hanno sempre bisogno di acqua pulita. 9.2. Io so che presto mi abituerò diversamente, perchè quello che una bambina impara da sola spesso non piace ai grandi. Io credo che nel secchio c’è il mio ritratto di quando sono buona e sto pensando a cose che assomigliano al volo e all’amore ed è per questo che se mi annoio verso l’acqua dal secchio nella terra per vedere dove vado a finire e se gli occhi del mio ritratto riescono a vedere sotto terra e a percorrere le strade delle lucertole fino al mare. In questo modo mentre guardavo ho colpito con il bordo del secchio sul naso, non è uscito sangue come a Bianchina quando si è spezzata il corno. Anche a me rimarrà il segno sul naso. |