Sardegna: le ‘indagini geofisiche’ arrivano anche nei nostri mari [di Maria Rita D’Orsogna]

Trivellazioni-petrolifere-alle-Tremiti

Il Fatto Quotidiano.it 26 maggio 2014. Sono arrivati anche nei mari di Sardegna. La “Schlumberger Italiana SpA”, filiale dell’omonima texana, ha infatti richiesto al Ministero dell’Ambiente di poter svolgere “indagini geofisiche” bidimensionali nell’istanza D1 EP-SC. La superficie coinvolta è enorme: quasi 21.000 chilometri quadrati di mare. La concessione comprende le provincie di Sassari e di Oristano con i comuni di Alghero, Bosa, Cuglieri, Magomadas, Narbolia, Porto Torres, San Vero Milis, Sassari, Stintino, Tresnuraghes, Villanova Monteleone. Siamo a 24 miglia da Capo dell’Argentiera e a 33 miglia da Alghero.

Il progetto è nelle vicinanze di una ventina di siti di interesse comunitario, di zone protette speciali e di aree archeologiche e di birdwatching. Fra le zone più vicine alla concessione, le aree protette “Isola Asinara”, “Capo Caccia e Isola Piana”, “Penisola del Sinis ed Isola di Mal di Ventre”. Soprattutto siamo a poche miglia dal santuario dei cetacei (balene e delfini) detto Pelagos istituito nel 1991 e considerata area naturale marina protetta di interesse internazionale. Ma come gli è venuto in mente?

Secondo la Schlumberger, l’attività mineraria in questa zona sarà di “sicuro interesse”.Lo studio di “Valutazione di Impatto Ambientale” è stato pubblicato dal Ministero dell’Ambiente pochi giorni fa ed è stato redatto da Valentina Negri e da Raffaele Di Cuia. Nel rapporto si afferma che tutto sarà posto a distanza tale dalla costa da poter “garantire la preservazione di aree di tutela ambientale“. Come se i delfini e le balene potessero leggere cartelli dove gli si dice: di qui c’è la riserva, di la c’è la concessione petrolifera.

Si prevede di acquisire dati per un totale di oltre 7.300 chilometri di tracciato di airgun durante un periodo di dieci settimane. Gli spari saranno ogni 5-15 secondi, con intensità variabile fra circa 240 e 260 decibel, valori migliaia e migliaia di volte superiori a quanto la vita marina possa sopportare. Spari ogni quindici secondi, ventiquattro ore al giorno per settimane intere in zone popolate da cetacei e possibilmente dalla tartaruga Caretta Caretta, specie uber-protetta da ogni convenzione europea e mediterranea.

Interessante che la Schlumberger dica che la maggior parte delle specie di “importanza economica” vivono fra i 500-700 metri mentre invece con le loro indagini sismiche arriveranno fra i 2.000-2.800 metri di profondità e che quindi non c’è da preoccuparsi. E come ci arrivano a quei 2.000-2.800 metri se non attraversando la fascia dei 500-700 metri? E le specie non di “importanza economica”? È tutto un business, pure le tartarughe e i delfini!

Nello studio parlano di tutto – temperatura del mare, clima, correnti marine, porti, rotte nautiche e pure della situazione economica della zona, con il numero degli alberghi e la constatazione che il turismo è in calo. Sui possibili effetti dell’air gun alle specie marine del santuario Pelagos piccolissimi paragrafetti, che vuoi che sia. Soprattutto non c’è mai una visione di insieme. Come verrà cambiato il mare di Sardegna se si arriva alla fine? E non delle indagini sismiche, ma del santo graal delle ditte petrolifere: estrarre petrolio. Dove li costruiamo gli impianti di supporto – raffinerie e porti petroliferi – su terraferma? Mettiamo anche qui una Fpso come Ombrina?

I ben pensanti sicuramente diranno che è solo per la conoscenza del sottosuolo, che il progetto durerà poco e pazienza per qualche balena spiaggiata. E infatti è la Schlumberger stessa che dice che non si prevede “la costruzione di opere permanenti o lo stazionamento in mare di qualsiasi attrezzatura o mezzo che potrebbero causare una perturbazione dello stato originale dei luoghi”. Forse l’airgun non cambierà lo stato originale dei luoghi. Ma quello che verrà dopo e per cui l’airgun è solo un antipasto sì. Lo scopo finale della Schlumberger non è di studiare i fondali marini sardi. Lo scopo finale della Schlumberger è di tirare fuori petrolio. Spezzettano il progetto pensando di andare avanti un po’ per volta, ogni passettino osando un po di più. Come la Monaca di Monza che con un che vuoi che sia dopo l’altro finì in clausura.

Nel progetto le parole effetti trascurabili, bassi o nulli appaiono almeno almeno dieci volte. Certo, è tutto trascurabile, finché tutto diventa un enorme Porto Torres e fra 50 anni ricominciamo daccapo. Si possono mandare osservazioni entri il giorno 6 luglio 2014.  Le balene non parlano, occorre che lo facciamo noi per loro.

One Comment

  1. elio

    Ma facciamolo ! cominci qualcuno a imbastire un referendum , io non ho la capacita’ di muovere i media voi redazione si, agiamo dunque!

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