Sardegna come un elefante [di Raffaele Deidda]
A Muhammad Rūmī, mistico sufi del XIII secolo è attribuita la parabola dei “Sei saggi ciechi e l’elefante”. Sei indù molto saggi, dediti allo studio e tutti ciechi, volevano sapere cos’è un elefante. A causa della loro cecità decisero di scoprirlo mediante il tatto. Il primo arrivò all’animale andando ad urtare contro i suoi ampi fianchi “Lo vedo, è come una parete”, disse. Il secondo palpò una zanna dell’elefante e disse: “E’ così acuta, rotonda e liscia…è come una lancia!”. Il terzo toccò la proboscide che si muoveva e gridò: “Dio mi liberi! L’elefante è come un serpente”. Il quarto allungò la mano fino al ginocchio dell’animale, palpò tutto attorno e disse: “È chiaro, l’elefante è come un albero”. Il quinto toccò un orecchio ed esclamò: “Anche il più cieco degli uomini si renderebbe conto che l’elefante è come un ventaglio”. Il sesto toccò la coda che oscillava e commentò: “L’elefante è molto simile ad una fune”. I sei saggi discussero animatamente a lungo, restando ognuno nella propria convinzione. Pur essendo certo ciascuno di possedere la verità, si sbagliavano tutti. L’insegnamento che si trae dalla parabola è che nessuno può avere individualmente l’unica ragione o possedere l’unica verità, ma che il singolo “saggio” contribuisce a costruirla portando la propria visione delle cose e del mondo. Se si volesse assegnare alla parabola induista una valenza di metafora riferita alla Sardegna, verrebbe immediata la constatazione che al governo della regione ci sono sei saggi (sette con il governatore). Sei assessori la cui saggezza è certificata dai lunghi studi compiuti e dal ruolo accademico ricoperto. Saggezza che adesso pongono a disposizione per il bene della Regione. A distanza di 5 mesi dalla loro nomina, hanno costruito i sei professori una visione univoca del “pachiderma” Sardegna, peraltro favoriti dal fatto di non essere ciechi? In tema di ambiente, per esempio, sono tutti concordi che sia stata cosa buona e giusta per la Sardegna il commissariamento della Conservatoria delle Coste, premessa della sua definitiva chiusura, motivato da esigenze di “spending review” e giustificato dalla manovra di “riorganizzazione e semplificazione della struttura della Regione”? Ritengono i saggi assessori, che hanno meritoriamente annullato il PPS di Cappellacci, di poter garantire la tutela delle coste e del paesaggio mantenendo efficace la deliberazione della Giunta regionale di centrodestra n. 45/2 del 25 ottobre 2013 che produce effetti negativi? Sono i saggi assessori unanimemente convinti che si tratti di un buon affare l’acquisizione della diga di Monte Nieddu – Is Canargius, oggetto d’indagine da parte della Commissione Europea in quanto esempio di scempio ambientale (e finanziario)? Della diga in questione l’europarlamentare del Pd Andrea Zanoni ebbe a dire: “Non è accettabile che gli interessi di chi sta dietro grandi opere di questo tipo vadano contro gli interessi della collettività, dell’ambiente e dello stesso buon senso. La Sardegna è una terra estremamente ricca d’acqua. Invito le autorità locali a fare un passo indietro sulla diga di Monte Nieddu prima che siano costretti a farlo da Bruxelles”. In materia turismo e trasporti, sono tutti convinti i saggi assessori che le cose vadano a gonfie vele (“Contiamo di confermare le performance del 2013”, disse l’assessore regionale del Turismo) e che “ La Sardegna sia “vicina come non mai”, interessata da un flusso che “avvicina l’Isola al mondo” e offre un’ampia gamma di proposte turistiche adatte a tutti i target di visitatori? Nel comparto Sanità, poi, il caso del San Raffaele di Olbia rappresenta l’emblema di come l’univocità dei pareri e delle volontà costituisca una condizione difficilmente raggiungibile. La speranza è che gli assessori accademici maturino quanto prima, insieme ai colleghi non professori, una visione unitaria dell’isola, dei suoi problemi e priorità. Principale ragione, oltre l’acclarata competenza, della loro nomina! Che non coltivino, soprattutto, la convinzione di possedere verità individuali su cosa sia “l’elefante” Sardegna. Alla fase dell’analisi e dello studio, delle tesi e delle antitesi, deve subentrare nell’immediato la sintesi e l’operatività di scelte consapevoli e condivise, utili ad affrontare e risolvere i veri problemi dell’isola. Che non possono attendere. |