Il “viaggiatore” da educare….[di Francesco Sechi]

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L’educazione

Si è appena conclusa la Settimana della Mobilità Sostenibile, edizione 2013, promossa ogni anno dalla Comunità Europea e alla quale hanno aderito diverse città della Sardegna. L’evento viene promosso con il fine di sensibilizzare i cittadini a comportamenti di viaggio più rispettosi dell’ambiente, incentivare le amministrazioni a mettere in campo iniziative virtuose, presentare alla comunità locale, nazionale ed internazionale interventi durevoli, e non temporanei, realizzati dalle amministrazioni in tema di mobilità sostenibile. Puntualmente, anche negli eventi di Cagliari, si è parlato di educazione dei cittadini ed altrettanto puntualmente si è ricordato che solo lo sviluppo di un sistema di trasporto pubblico collettivo che garantisca accessibilità ed elevate prestazioni in termini di tempi di attesa, di percorrenza e di confort sia la base per garantire uno sviluppo della mobilità in senso sostenibile.

Gli slogan

Da queste considerazioni nascono slogan del tipo: + bus = meno auto = meno inquinamento = più salute = più soldi in tasca, più tempo libero, migliore qualità della vita, meno stress. In sintesi, USATE IL TRASPORTO PUBBLICO!Qualcosa non convince.  Sembra tutto logico e condivisibile ma c’è qualcosa che non convince il cittadino che quotidianamente si muove per necessità e non per una scelta fine a se stessa. Sembra che nella mente degli amministratori, che invitano il cittadino a lasciare l’auto a casa, non ci sia la consapevolezza che il muoversi sia una attività legata alle attività che si devono compiere, che le modalità con cui ci si muove siano legate alle distanze tra i luoghi di abitazione e quelli di lavoro o di svago. Come se esistessero i flussi ma non le cause che li generano, come se il modo con cui gli amministratori hanno sviluppato le città e il territorio non c’entrasse nulla. In realtà il viaggiare è un costo che il cittadino subisce e questo costo è funzione della distanza da percorrere, ovvero, della localizzazione delle residenze, dei luoghi di lavoro, dei servizi, dei luoghi di svago) che gli amministratori stessi hanno creato nel corso degli anni senza una evidente pianificazione. E questo sviluppo territoriale e il modo di muoversi è stato condizionato pesantemente dal sistema dei trasporti che si è realizzato e che ha generando effetti non previsti che hanno creato occasioni di sviluppo urbano non controllato.

Ed è in particolare lo sviluppo della viabilità stradale che ha consentito alle famiglie di trovare opportunità migliori per l’acquisto della casa in luoghi sempre più distanti dai centri cittadini incentivando lo sviluppo di un territorio disperso, generatore di mobilità in auto e difficilmente servibile in maniera efficiente dal trasporto collettivo. In sostanza i flussi dei veicoli e passeggeri che vediamo oggi nelle strade non sono casuali ma la conseguenza di determinate scelte di sviluppo urbanistico e del sistema dei trasporto. Ma chi ha fatto queste scelte? Non i cittadini.

E mentre si promuove la mobilità sostenibile e si invitano i cittadini “male educati” a comportamenti più rispettosi dell’ambiente le città dell’area vasta continuano a modificarsi sulla base di sviluppi urbanistici scoordinati e non pianificati e nuove infrastrutture di trasporto stradale. Evidenti sono gli effetti derivanti dallo sviluppo di Sestu su un area dove è sovrabbondante la presenza delle strade (+130% del traffico nella viabilità locale rispetto a 10 anni fa) e della Cittadella Universitaria di Monserrato la cui attrattività ha richiesto la realizzazione di un’opera importante e dispendiosa quale lo svincolo sulla SS 554. Un po’ meno evidenti, perché si manifestano più lentamente ma non per questo di secondaria importanza, quelli derivanti dallo sviluppo di nuovi insediamenti residenziali a bassa densità localizzati centri dell’hinterland cagliaritano principalmente lungo la SS 195, la SS 130 e la litoranea per Villasimius. E mentre questi fenomeni avvengono, supportati da uno sviluppo stradale continuo, alcune aree si rafforzano, altre si indeboliscono, alcune di arricchiscono altre si impoveriscono e la mobilità si modifica generando gli effetti visibili nelle strade. La domanda che nasce spontanea è: c’è qualcuno che sta governando questo fenomeno? I flussi di traffico che vediamo oggi sulle strade sono derivati da errati comportamenti dei cittadini oppure sono stati creati da un errato sviluppo urbanistico ed infrastrutturale?

Gli interventi a favore del trasporto pubblico negli ultimi 20 anni. Per rispondere a queste domande può essere utile vedere quali interventi rilevanti sono stati fatti dagli amministratori negli ultimi 20 anni a favore del trasporto pubblico: la riqualificazione delle linea ferroviaria ex FdS Cagliari-Monserrato in metro leggera e il suo prolungamento con il Policlinico di oramai imminente apertura, l’elettrificazione della tratta ferroviaria Monserrato-Settimo, la fermata RFI dell’aeroporto e di S.Gilla, il sistema di infomobilità, il rinnovo della flotta degli autobus.

Gli interventi a favore del trasporto privato negli ultimi 20 anni. E contestualmente vediamo quali interventi sono stati realizzati a favore del “concorrente” del trasporto collettivo, l’auto privata. Innanzitutto agli interventi che hanno riguardato il potenziamento dei principali itinerari di accesso all’area vasta: la nuova SS 131, la nuova SS 125, la litoranea per Villasimius, la nuova via San Paolo. La risoluzione della congestione nei nodi maggiormente congestionati attraverso svincoli “multilivello”: lo svincolo di Is Pontis Paris, lo svincolo per il Policlinico, lo svincolo di via Peretti. E, ancora, importanti assi viari di scorrimento: il completamento dell’Asse Mediano, il potenziamento del Lungomare Poetto, la realizzazione della strada arginale parallela al viale Marconi. La realizzazione di parcheggi in struttura in centro, aggiuntivi e non sostitutivi della sosta su strada: il parcheggio di via Amat, quello di via Regina Elena, quello di via Manzoni. A breve, la realizzazione della nuova SS 195, la riqualificazione della SS 554. Il risultato è che gli interventi a favore del Trasporto Pubblico sono stati sovrastati dagli interventi a favore delle auto. Ovvero, gli amministratori che chiedono ai cittadini di muoversi in maniera sostenibile fino ad oggi gli hanno offerto prevalentemente soluzioni di mobilità insostenibile.

E il Regista?

Ma ciò probabilmente non avviene per dolo da parte degli stessi amministratori ma per una “inconsapevolezza di fondo” sulle cause che generano i fenomeni di mobilità, sugli effetti insostenibili generati dallo sviluppo della rete stradale, e quelli generati dalla inconsapevolezza del valore della pianificazione territoriale e dei trasporti, preferendo a questa una gestione dei trasporti volta a superare le “emergenze”. E c’è inoltre una “debolezza di fondo” derivante dalla mancanza di un Regista, ovvero colui che: vigila sul coordinamento dei Piani e sulla loro attuazione, fa il monitoraggio del sistema dei trasporti, individua le metodologie di analisi, finanzia solo quelle opere finalizzate al raggiungimento di obiettivi chiari e misurabili, boccia le proposte di intervento che vadano contro gli obiettivi prefissati, individua le linee guida per gli sviluppi urbanistici e compatibili con una accessibilità sostenibile. Ma chi deve fare il regista? Il ruolo del regista non può che essere un ente sovraordinato rispetto al territorio dell’area vasta. Considerando che non esiste un ente amministrativo di Area Vasta, considerando il futuro “incerto” delle provincie, la scelta non può che ricadere sulla Regione che ha tutti i poteri, le competenze e lo staff tecnico per svolgere tale ruolo.

Qualche domanda scomoda

E ora un paio di domande scomode che il cittadino “male educato” vuole rivolgere agli amministratori che lo invitano ad usare il trasporto pubblico. Perché nell’area vasta di Cagliari l’auto ha la priorità sul trasporto pubblico?  Che modello di sviluppo di area vasta immaginate?  State monitorando i progetti dei trasporti che avete finanziato in termini di benefici attesi?  Sulla base di quali Piani, obiettivi e indicatori fornite i finanziamenti? I Piani dei comuni sono coerenti tra loro e con il PRT? Esiste un metodo di valutazione unico per la valutazione dei progetti sul sistema di trasporti?  Gli interventi finanziati sono inseriti all’interno di piani dei trasporti che li giustificano?  E’ utile continuare a costruire opere senza che esse vengano inquadrate in una strategia globale ma solo perché esistono dei finanziamenti?  Perché il collegamento Repubblica-Matteotti è presente nel Piano Strategico e non nel Piano della Mobilità di Cagliari?  Perché il preferenziamento semaforico per i mezzi del CTM recentemente realizzato con soldi pubblici, è in corso di smantellamento in favore delle rotatorie?Siete ancora convinti che la risoluzione della congestione stradale debba avvenire attraverso la realizzazione di  nuove strade e svincoli?

La credibilità del “maestro”

A seconda delle risposte che verranno date a queste e ad altre “non semplici” domande il “maestro amministratore” potrà avere o meno la sufficiente credibilità per “educare” il cittadino a cui solo dopo potrà essere chiesto di cambiare il proprio comportamento di viaggio in favore di una visione comune di sostenibilità e qualità ambientale.

*Ingegnere. Esperto di mobilità sostenibile

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