Una testimonianza e un grazie alle donne di via Lanusei [di Marina Virdis]
Nel 1993 iniziavo la mia “nuova” professione come pittrice botanica e presentavo una mia ricerca sui fiori spontanei del Sinis. Ritornata da poco in Sardegna dopo tanti anni trascorsi a Roma, questa mostra era il risultato di un anno di girovagare tra Capo San Marco, la riserva di Torre e’Seu e le campagne che si affacciamo lungo le spiagge di quarzo del Sinis. Un girovagare lento, quasi quotidiano, per scoprire le specie botaniche spontanee da dipingere, molte endemiche, di questo territorio. Quel lavoro è stato anche un tempo di ritorno ai luoghi della mia adolescenza, riscoprire i profondi legami con la mia isola attraverso i profumi, i colori , l’ unicità dei luoghi che avevo abbandonato da anni per fare l’Accademia di Belle Arti prima e iniziare la professione di grafica pubblicitaria dopo, concedendomi grandi spazi di militanza nel movimento delle donne impaginando tutte le riviste del movimento: Effe, Quotidiano Donna, Noi Donne. Per questo, quando ho deciso di presentare il mio lavoro, ho pensato subito alla Libreria delle Donne di Cagliari. Ricordo perfettamente l’accoglienza e il loro entusiasmo per il mio lavoro. La mostra “ Fiori di Gaia” fioriture spontanee per acquerello, è stata ospitata nel bellissimo spazio di via Lanusei presentata in catalogo da Grazia Francescato e Luigi Mossa, e accompagnata una brillante conferenza di Bruno Paliaga sulla vegetazione spontanea della Penisola del Sinis. Sono passati venti anni. Il mio lavoro si è perfezionato e ora espongo nei Musei, in storici Orti botanici come quello di Padova e Kew Gardens a Londra , i miei lavori sono nelle collezioni di Istituzioni importanti per la pittura botanica internazionale, come la Royal Horticultural Society londinese o all’Hunt Institute for Botanical Documentatio alla Cernegie Mellon University a Pittsuburg, negli Stati Uniti. Dal Sinis a da via Lanusei – dalle amiche meravigliose del Centro- di nuovo in giro per il mondo. Sono grata a queste donne per avermi ospitato con affetto e generosità e penso che i loro apprezzamenti mi abbiano portato fortuna. Non posso nemmeno pensare che questo Centro possa chiudere, che il lavoro paziente, colto e amorevole di tutte le sue socie possa svanire nel nulla. La biblioteca delle donne e il suo Centro di documentazione devono poter continuare ad essere l’importante punto di riferimento per tutte noi e soprattutto per le nuove generazioni di donne. E’ arrivato il tempo di ricambiare. Se non ora, quando?
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