Ibetta caddu meu a faede erba [di Fortunato Ladu]
Esistono economie floride e purtroppo esistono economie povere. Le cause di questo divario sono sicuramente diverse ma sembrerebbe che una in particolare sia la regina in assoluto di questo handicap. Usato il più delle volte come spauracchio e come avallo di amministratori impotenti e poco pratici,questa volta ahimè devo prendere atto che la realtà supera la fantasia. La storia per molti sarà ostica ma per gli operatori del settore è una dura realtà. Parliamo di lingua blu. La presenza di questa malattia all’interno di un allevamento causa notevoli danni e purtroppo in un periodo in cui a causa del caldo le difese immunitarie dell’animale vengono meno. Quando l’anno scorso la malattia arrivò nell’allevamento IT045Ca023 – cioè il mio – notai che i primi ad essere aggrediti furono gli Arieti e in pochi giorni morirono. C’era una spiegazione logica in quando l’odore dell’ariete attirava molto di più il culicoide e ne aumentava il rischio di trasmissione della malattia. La mortalità totale fu bassa ma il gregge quando arrivarono le prime piogge era in una situazione catastrofica. Le ecografie fatte dal Dottor Genesio Olmetto, certificarono il dubbio. Gli arieti rimasti erano stati vittima di infezioni che ne avevano pregiudicato la fertilità e di conseguenza i salti del mese di Agosto che mi avrebbero garantito gli agnelli pasquali erano falliti lasciando oltre cento pecore produttive vuote. Salutammo quindi con soddisfazione l’approvazione da parte del Consiglio Regionale della legge sui rimborsi e da allora apriti cielo,le note stampa si susseguono ad ogni ora. Per prima cosa sembra che i burocrati Romani abbiano espresso dubbi sull’impegno delle somme, quindi il Governo che non svincolava le somme per il patto di stabilità. Non basta. Ottenuti questi due pass, subito si presenta il problema di come dividere trecentosessanta milioni sbloccati ai vari assessorati, bisognava essere vigili affinché i ventotto milioni fossero all’interno di quei fondi che l’assessorato avrebbe potuto spendere. Speravo che a distanza di mesi la cosa fosse in dirittura d’arrivo ma mi sbagliavo,la telenovela continua. Con una conferenza stampa congiunta infatti,Sanità e Agricoltura ieri hanno annunciato che la Giunta ha deliberato per rendere operativi quei ventotto milioni. Piccolo problema però. Gli stessi sono vincolati all’approvazione da parte di Bruxelles che non è detto che risponda positivamente e trascorsi i trenta giorni dalla trasmissione si provvederà al trasferimento ai Comuni, alcuni bloccati per il Patto di Stabilità, dei fondi necessari. Il tutto prevede anche il contorno burocratico a cui i Comuni saranno costretti a pagare pegno pena la non spendita dei fondi. A quel punto saremmo nel periodo dei parti e il pastore avrà ben altro da fare che protestare,sempre che qualche altro flagello nel frattempo non ne pregiudichi la sopravvivenza . Il tutto mette in evidenza due cose importanti, da un lato un’attenzione da parte assessoriale di attenzione nel gestire cose che sarebbero dovute essere liquidate nella precedente legislatura, dall’altra che la lotta alla burocrazia non solo non è mai iniziata ma non è nei pensieri di questi amministratori. Poco importa se a pagare siano le aziende e poco importa se le stesse a causa di questi ritardi subiranno protesti,altre umiliazioni vanificando lo scopo che una legge di simile portata si prefigge e cioè quello di ristorare danni subiti, non fosse altro per rendere giustizia ad un settore che in questi anni ha pagato sulla propria pelle lo scotto dei vaccini killer. Ma questa è un’altra storia e non è burocrazia. Anzi si chiama mafia baronale di sanità animale. Ibetta caddu meu a faede erba. |