John Wayne calpestava senza paura sabbie infestate [di Franco Meloni]

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La radio era piccola e sempre accesa anche durante la cena, fatto insolito. Babbo, appena tornato dall’Ufficio, sempre tardi e con la Città molto buia, e le stelle erano veramente lontane, cercava di sintonizzare la Geloso con contatti in oro, molto affidabile, cercando un radiogiornale che tra rumori vari aggiornasse su quello che, a sentire i Grandi, sembrava essere un problema: la Corea. Non ho potuto seguire la crisi di Berlino perché avevo altri interessi: compiere bene i miei primi tre anni, ma nel ’52 avvertivo una tensione della quale ho capito le ragioni qualche anno dopo, con Glenn Ford che salva il mondo facendo precipitare l’aereo con una bomba terribile guidato da cattivissimi con gli occhi a mandorla, probabilmente del nord di una penisola lontana.

Il giudizio su chi fossero i buoni e chi i cattivi era semplice. Bastava sentire le storie di terribili torture inflitte a missionari che le mie devotissime zie, rimpiangendo sempre più apertamente la gioventù vissuta nel sogno di poter trovare, anche loro, un posto al sole, augurassero poco cristianamente al crudele Baffone un raffinato supplizio eterno. Tutto ciò molto, moltissimo tempo fa, addirittura nell’altro secolo.

Poi i telefoni hanno perso il bianco candore e mentre i pellerossa continuavano ad essere selvaggi, John Wayne calpestava senza paura sabbie infestate da pericolose cause di tumore, invisibili come i germi del vaiolo nelle coperte fornite nelle riserve indiane. Una fotografa a New York, qualche anno fa, mi ha guardato male quando le ho chiesto in quale stato USA fosse nata. Ho avuto paura volesse attaccare i miei radi capelli all’obiettivo della Nikon da momento che i confini sono una forzatura del malvagio uomo bianco. E ho pensato all’Irak , o Iraq o Jumhūriyyat al-‘Irāq. E gli inglesi sono famosi per la semplificazione dei problemi.

Per esempio hanno eliminato la questione dei confini per gli aborigeni nella lontana Australia. Quarantamila anni devono aver affinato il loro senso della sabbia in modo da superare temporanee definizioni. Speriamo che possano continuare a sognare il mondo, e quindi tutti noi.

*Fisico. Università di Cagliari

 

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