Per l’ambiente e l’agricoltura indirizzi chiari e politiche efficaci [di Pietro Ciarlo]

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Qualche settima fa ho partecipato ad una iniziativa del Fondo Ambiente Italiano (FAI) svoltasi a Villasor. L’evento è stato molto interessante. Sono infatti emerse indicazioni importanti per la difesa ambientale in un territorio a forte vocazione agricola. La prima di tali indicazioni è molto semplice: riguarda la salvaguardia della terra agricola da usi improvvidi.

A Villasor è stato costruito un impianto fotovoltaico esteso per decine di ettari e si ipotizza un ulteriore impianto di solare termodinamico, forse ancora più ingombrante. Queste strutture non devono essere costruite su terreno agricolo. Lo dice innanzitutto il buon senso, ma anche l’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie e l’efficienza energetica. Infatti, in un suo libro bianco sul solare termodinamico del luglio 2011 l’ENEA, indica le aree industriali dismesse e le discariche esaurite come siti per l’insediamento degli impianti con espressa esclusione dei terreni agricoli.

Noi, in Sardegna, potremmo segnalare anche aree militari che si dovessero rendere disponibili e non meglio utilizzabili. La logica sottesa a queste posizioni è ambientalista, ma anche economica. Se il primo grande problema per l’Italia e la Sardegna è lottare contro la disoccupazione costruendo lavoro e diffondendo reddito, è un vero e proprio errore strategico distruggere terreno agricolo a favore di impianti a bassissima densità di manodopera e con valore aggiunto negativo nel senso che la realizzazione e il funzionamento di tali impianti sono possibili solo grazie a sostanziosi incentivi che tutti gli utenti finanziano con sovra costi della bolletta elettrica. Bisogna essere selettivi.

Il fotovoltaico va benissimo sui tetti delle case e dei capannoni, qui il favorevole rapporto costi benefici è evidente. E’ su queste soluzioni, quindi, che vanno concentrati gli incentivi. Diversamente da quanto sinora avvenuto, i nostri Comuni e la Regione devono assumere un indirizzo politico chiaro: niente solare sui terreni agricoli e concentrazione degli incentivi. Ma non basta. L’ agricoltura è un’attività economica. Se i terreni agricoli non producono reddito prima o poi, vengono abbandonati. Ormai si è capito: la tutela dell’ ambiente non può prescindere dall’ agricoltura e viceversa. Nel senso che un’agricoltura selvaggia che non rispetti territorio e qualità, in un Paese come il nostro, è destinata al fallimento.

L’agroalimentare in Sardegna è una delle poche cose concrete, ma ha bisogno di politiche pubbliche efficaci. E’ in corso di elaborazione il Programma di sviluppo rurale 2014-2020. Per questo periodo spettano alla Sardegna 1.308 mln di euro, qualcosina in più dei 1284 del precedente periodo di programmazione, e in periodi di tagli non è poco. Comunque, in relazione agli abitanti, si tratta di quasi il 50% in più di quanto assegnato alle regioni ordinarie. E’ un’occasione da non perdere. La precedente amministrazione regionale non è riuscita a fare nulla di buono, bisogna cambiar passo. Innanzitutto ascoltare le realtà produttive. A Villasor all’ iniziativa del FAI è intervenuto il presidente della grande cooperativa dei coltivatori di carciofo: il colloquio è stato quanto mai interessante.

In questi giorni sono entrate in vigore le misure statali del pacchetto “campolibero” contenute nel decreto competitività ormai definitivamente convertito in legge: tali misure sono in particolare indirizzate ad incentivare il lavoro giovanile in agricoltura e a favorire la commercializzazione dei prodotti, punto dolente del nostro agroalimentare. Ci sono risorse e spazi normativi per politiche pubbliche efficaci. Bisogna agirli.

L’intuizione del FAI Sardegna e di Maria Antonietta Mongiu di coniugare difesa ambientale e agricoltura mi sembra di straordinaria portata teorica generale e di grande rilevanza pratica per la Sardegna. Speriamo che tutti facciano la loro parte, soprattutto le istituzioni regionali.

*Costituzionalista. Università di Cagliari

One Comment

  1. Graziano

    Bella e più che opportuna iniziativa. Coinvolgere il mondo agropastorale, e non solo le istituzioni e gli ambientalisti, sul grande tema della difesa del territorio è il modo migliore per fare fronte unito nel contrasto alla speculazione in tutte le sue forme. Maria Antonietta Mongiu=Un nome una garanzia.

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