Energia e dintorni. Se ne parlerà a Milis Sabato 27 settembre nel Palazzo Boyl [di Sergio Vacca]

 

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In vista del Convegno Quale energia per quale Sardegna? Organizzato dal FAI Sardegna a Milis Sabato 27 settembre nel Palazzo Boyl dalle 15:00 alle 20:00 ospitiamo questo importante contributo. La discussione in corso questi giorni sull‘energia e sui modi e mezzi di produzioni della stessa trasforma l’iniziativa di sabato in una rilevante opportunità di confronto offerta dal Fondo Ambiente Italiano. (NdR).

Da circa dieci anni la Sardegna dispone di una quantità di energia elettrica eccedente rispetto ai fabbisogni, stimata da Terna in 4.993,8 GWh, al netto delle perdite di rete (dati Terna: L’elettricità nelle regioni, al 31 dicembre 2013). In quell’anno la produzione totale netta è stata di 13.475,7 GWh, mentre il totale dei consumi, per lo stesso periodo, si è assestato in 8.605,2 GWh.

Di questo si parlerà a Milis, nella sala conferenze di Palazzo Boyl, sabato 27 settembre. Se ne parlerà trattando di produzione e consumo, di energie rinnovabili, della sostenibilità ambientale delle diverse fonti energetiche, della necessità di un organismo regolatore della produzione, ma anche delle connessioni tra produzione energetica da fonti rinnovabili e criminalità economica. Un programma nutrito, con molti argomenti e molti interventi.

Le statistiche, anche molto recenti, evidenziano come nell’isola non esista un’emergenza produttiva, essendo la richiesta interamente soddisfatta dal parco impianti pubblici e privati, composto dall’ idroelettrico, termico, eolico e fotovoltaico. E questo a fronte di una diminuita domanda energetica, a cui, paradossalmente, corrisponde un aumento degli impianti e quindi della produzione energetica da fonti rinnovabili. Sempre dati 2013 (Terna, 2013) evidenziano produzioni dalle fonti rinnovabili eolico e fotovoltaico, rispettivamente di 1815,9 e 875,1 GWh; il numero di impianti e le potenze installate erano, a quella data, per l’eolico n. 72 impianti e 993,4 MW la potenza efficiente lorda; per il fotovoltaico, 27.711 impianti (la gran parte dei quali è rappresentata da impianti di dimensione familiare, dell’ordine dei KW), 705,3 MW la potenza efficiente lorda.

Il problema è rappresentato dall’assenza di una razionale programmazione energetica. In primo luogo, il costo praticato alle diverse categorie di utenze è alto. In particolare, rispetto a quelle produttive, è mediamente superiore del 30/40 per cento rispetto ai paesi CE. Ma, l’aspetto più preoccupante, che può in qualche modo considerarsi conseguenza della liberalizzazione della produzione energetica, è rappresentato dalla miriade di iniziative riguardanti le fonti rinnovabili, che costantemente sono presentate agli organi ai quali compete il processo autorizzativo, ognuna delle quali appare scollegata dal contesto pianificatorio energetico.

Una considerazione, che peraltro costituirà oggetto di trattazione nel corso del Convegno, riguarda l’aspetto ambientale. Il riferimento è a quelle iniziative, appena realizzate ed in corso, di installazione di impianti fotovoltaici (ricomprendendo in questa dizione anche il solare termodinamico e le serre fotovoltaiche) ad altissimo consumo di suoli. Tipico è l’esempio dell’impatto effettivo, in termini di perdita della fertilità che si creerà con la realizzazione degli impianti di solare termodinamico nelle pianure di Campu Giavesu e Santa Lucia di Bonorva, in relazione alla pedodiversità, ossia in relazione alle diverse caratteristiche e qualità dei suoli.

In altri termini, il danno che si creerà in quelle aree, in ragione dell’alta fertilità dei suoli (Vertisuoli) è enormemente maggiore di quello che potrebbe crearsi in aree caratterizzate da suoli meno fertili e marginali per l’agricoltura. Aree, peraltro, come Campu Giavesu, già parzialmente occupate da serre fotovoltaiche, un vero ossimoro, agronomicamente, nelle quali metà della superficie non può essere coltivata in quanto costantemente in ombra per la copertura fotovoltaica.

Un’altra considerazione riguarda la produzione idroelettrica. Attualmente sono presenti in Sardegna 18 impianti di diversa taglia, per una potenza complessiva di 459 MW, una producibilità massima di 699 GWh ed una produzione lorda nel 2013 (Terna, 2013) di 612,2 GWh. Gran parte degli impianti è di pertinenza ENEL – e anche di questo si parlerà nel convegno di Milis – mentre circa il 10%, in termini di potenza e di produttività, è di pertinenza regionale, gestito dall’ENAS. Qui si pone un altro grande problema, istituzionale in primo luogo, ma anche strettamente connesso alla gestione delle risorse idriche dell’isola.

Come è noto, con la legge 19 del 2006, la Regione si è dotata di un importante strumento di pianificazione, l’Agenzia del Distretto idrografico, e di un organismo di gestione, l’Ente Acque della Sardegna, che provvede alla produzione (invaso) della risorsa e alla distribuzione ai grandi settori d’utenza, potabile, irriguo, industriale e produzione idroelettrica connessa alla movimentazione dell’acqua. Il sistema regionale, perciò, pianifica e gestisce risorse mediamente ogni anno dell’ordine di 600-700 milioni di metri cubi. Il sistema ENEL è sottratto alla pianificazione regionale e una quantità di risorsa, dell’ordine di 250 milioni di metri cubi, viene gestita dalla Società elettrica senza alcuna connessione – che non sia onerosa – ai fabbisogni dell’isola. In periodi di carenza di risorsa idrica, perciò, la Regione ed il suo sistema di pianificazione non possono disporre di quel 35 – 42 % che è strettamente nelle mani dell’ENEL. Salvo quote, a discrezione della Società Elettrica, cedute a titolo oneroso.

Lo strapotere di questo organismo, peraltro, è tale che non restituisce alla Regione Sardegna due centrali idroelettriche, Tirso 1 e Tirso 2 assegnatele in forza di una sentenza del Tribunale Superiore delle Acque. E’ appena il caso di sottolineare che, la produzione delle due centrali è dell’ordine dei 30 GWh anno ed il valore economico è di circa 6 milioni di euro annui.

Aspetto istituzionale quindi, da rivedere alla luce delle concessioni idroelettriche, prossime alla scadenza, assentite all’ENEL e l’istituzione di un Regolatore, ossia di un’agenzia che segua la politica energetica dell’isola.

Anche di questo, unitamente ad altri importanti argomenti, si parlerà a Milis sabato 27 a partire dalle 15:00.

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