Nel nostro mondo reale la difesa dell’art. 9 della Costituzione è una necessità [di Franco Meloni]

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Qualche anno fa, nel 1992, si sono ricordati tre eventi avvenuti mezzo millennio prima: la scoperta dell’America, la morte di Piero della Francesca e la morte di Lorenzo il Magnifico. Preferisco ricordare del primo solo la data che si studia sui libri: 12 Ottobre, lo stesso giorno della scomparsa del mio pittore preferito. Lorenzo appare come figura minore che allestiva grandi palcoscenici nei quali prendeva forma il Rinascimento con magnifici interpreti. Di lui, però, ricordo la definizione studiata per il primo esame della mia vita: quello del passaggio alla quarta classe elementare, Scuola Alberto Riva, Piazza Garibaldi, Cagliari. Il Fiorentino veniva etichettato come “l’ago della
bilancia della politica italiana”. Il 1992 è stato anche l’anno di Mani Pulite.

Il 12 Ottobre 2014 si ricorda, con la Fai Marathon, che il patrimonio culturale del nostro Bel Paese deve essere curato, sorvegliato, protetto da chi, per incuria, incompetenza, avidità o semplice stupidità, vuole considerarlo come prodotto non idoneo allo sviluppo di una non ben definita società. Volgarmente: con la cultura non si mangia.

Spostandomi nelle piazze di Cagliari con un bavaglino verde leggermente attillato per la mia XXX taglia, cercavo di vincere la resistenza del caldo alla testimonianza che lo scirocco non mi avrebbe fiaccato. Come un sandwich man ricordavo che le piazze potevano e dovevano tornare al ruolo
di discussione dei problemi comuni.

Sotto il balcone testimone dell’assalto fascista ad Emilio Lussu, Pasquale Mistretta elencava con la sua memoria implacabile le occasioni che avevano visto gli scontri di idee che cercavano una via democratica dopo troppi anni bui. Che il mio amato Piero mi perdoni, ma ricordavo maggiormente la necessità di un ritorno alla Politica, e quindi a Lorenzo. E che la comune cittadinanza non induca in inganno.

In Piazza del Carmine Ettore Cannavera ha ricordato che, mentre prima la Terra si prendeva cura del genere umano, ora siamo noi, temporanei abitanti del martoriato pianeta, a doverci prendere cura della Terra. E questo significa responsabilità, e quindi politica.

L’iscrizione al FAI, per me, che vorrei vivere in un mondo ideale, è una forzatura equivalente alla difesa della Croce Rossa, alla difesa dei bei tramonti o, impensabile, alla difesa della nostra Costituzione. Nel nostro mondo reale, può diventare una necessità.

*Fisico. Università di Cagliari. Componente Delegazione FAI di Cagliari

 

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