La chiesa di S. Michele nel quartiere storico di Stampace a Cagliari [di Lucia Siddi]

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Pubblichiamo l’intervento letto da Lucia Siddi nella Chiesa di San Michele in occasione della FAIMARATHON Cagliari… tra bianchi colli e piazze svoltasi a Cagliari domenica 12 ottobre un percorso che ha coinvolto 10 piazze della città ed un centinaio di accademici, studiosi, professionisti, intellettuali, artisti che si sono prestati a fare i “ciceroni speciali” per spiegare la bellezza della città del sole (NdR).

La chiesa sorge nel quartiere di Stampace, un tempo cinto dalle mura così come gli altri tre sobborghi storici, Marina o Lapola, Villanova e Castello, quest’ultimo l’unico che ancora oggi conserva gran parte dei bastioni e delle porte d’ingresso. A Stampace risiedevano le più famose botteghe artigiane, soprattutto quelle dei pittori e degli scultori, come quella importantissima dei Cavaro, pittori già documentati nel rione dal XV secolo e, per ultima, la casa e la bottega di Giuseppe Antonio Lonis, il più importante scultore sardo vissuto nella seconda metà del Settecento.

La chiesa di San Michele arcangelo, una delle più ammirate dai viaggiatori dell’Ottocento (Valery, Lamarmora), era definita dal canonico Giovanni Spano un magnifico tempio per la ricchezza dei suoi arredi ed è stata oggetto negli ultimi vent’anni di significativi interventi di restauro a spese del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di approfonditi studi archivistici che hanno chiarito le vicende costruttive e le maestranze che vi hanno operato. L’edificio è parte integrante di un più vasto complesso che comprende il Noviziato (dal 1848 trasformato in Ospedale militare)e le abitazioni dei religiosi secondo le norme che caratterizzano sempre le strutture costruite dall’ordine della Compagnia di Gesù, fondato da S. Ignazio di Loyola nel 1534.

Il Noviziato venne istituito, in Sardegna, nel 1579 a Busachi , trasferito poi a Cagliari nel 1584, prima nella chiesa di S.Croce e poi a S.Michele. Il complesso potè essere costruito grazie ai generosi lasciti di mons. Giovanni Sanna (vescovo di Ampurias alla fine del XVI secolo) e del nobile Francesco Angelo Dessì che nel 1674 donò la sua cospicua eredità all’Ordine gesuitico per completare la chiesa e i suoi arredi. Sulla facciata, infatti, fondale scenografico dell’attuale via Azuni (un tempo via S.Michele) conclusa nel 1705, oltre all’emblema della Compagnia (IHS con una croce e tre chiodi entro sole raggiato) compaiono gli stemmi del Sanna (un cinghiale e una quercia) e di Dessì (inquartato con un’oca, una corona d’alloro, 5 cuori e un volatile).

Per la costruzione dell’intero complesso i Gesuiti si servirono di architetti provenienti verosimilmente dalla Lombardia, e di maestranze locali. Il ricco apparato decorativo interno è costituito da pitture ad affresco, stucchi, dipinti ad olio su tela, sculture e preziosi marmi policromi realizzati da artisti estremamente qualificati, come Giacomo Altomonte, marmorari lombardi e genovesi, scultori e intagliatori napoletani e catalani, ma anche da artisti sardi come i pittori Giuseppe Deris e Antonio Caboni e lo scultore Giuseppe Antonio Lonis. Il tutto con una sontuosità che esprime con grande efficacia il motto del fondatore della Compagnia Ad Maiorem Dei Gloriam.

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