La politica usi tutte le cautele [di Maria Francesca Chiappe]
L’Unione Sarda 15/10/2014. Il Commento. Le inchieste e le autorizzazioni. C’è un’inchiesta penale sul maxi impianto di Narbolia. Anzi, due. La prima a Oristano, la seconda a Cagliari e quella della Procura del capoluogo riguarda tutti i progetti per la produzione di energie rinnovabili presentati dalla società Enervitabio di Ravenna. Il sospetto è che dietro gli investimenti ci sia una colossale truffa: coltivazioni agricole pressoché inesistenti e super produzione di energia. Un affare sicuro, dato l’obbligo di acquisto imposto dalla legge al gestore, pure al doppio del prezzo rispetto all’energia prodotta coi sistemi tradizionali. Senza dimenticare gli incentivi statali per l’installazione. Le indagini impegnano da mesi in forma massiccia il Corpo forestale della Regione. Proprio per questo motivo sorprende che viale Trento abbia impugnato il verdetto con cui il Tar, il 12 luglio, ha annullato gli atti autorizzativi. Nessuno è colpevole fino a sentenza definitiva, figurarsi quando un’indagine è agli inizi, ma su questa materia, forse, servirebbe maggior prudenza. È di neanche due settimane fa l’allarme lanciato dal Procuratore capo di Cagliari Mauro Mura: la criminalità organizzata è sbarcata in Sardegna, ci sono tracce perfino di Cosa nostra, la mafia siciliana. E allora, dal momento che esiste un problema normativo, che inevitabilmente se ne trascina uno amministrativo, è facile intuire come si aprano varchi impressionanti agli abusi di chi vuol fare soldi in maniera illegale. Il problema è, dunque, il controllo del territorio: certo non può spettare ai Comuni, spesso interessati a dire sì a parchi eolici e serre fotovoltaiche per i posti di lavoro (seppur pochi) che possono creare o le minori spese di energia elettrica che per qualche tempo possono garantire. Basti fare un giro per le campagne della Sardegna e vedere quante siano le pale eoliche, quante le serre fotovoltaiche. E allora: a chi spetta il controllo? Chi deve monitorare la situazione? Chi ha la cultura per capire che quel tipo di impianti deve avere certe caratteristiche? A nessuno più sfugge l’enorme interesse economico legato alla produzione di energie rinnovabili. Se, come sembra, sono stati intercettati i segnali dello sbarco della criminalità organizzata non a caso in un settore che tira moltissimo pure in questa fase di gravissima crisi economica, la Regione ha il dovere di prestare la massima attenzione. Non sarà il caso di Narbolia ma il fatto che su quell’impianto ci siano due inchieste di due diverse procure portate avanti entrambe dal Corpo forestale dovrebbe suggerire, come minimo, di procedere con grande cautela.
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