Giunta Regionale contro la Sentenza TAR 1599 11/07/2014 che ha bloccato le serre fotovoltaiche di Narbolia [di FAI Sardegna]
Il FAI Sardegna ha accolto con preoccupazione la notizia, appresa a mezzo stampa, del ricorso attuato dalla Giunta Regionale avverso il provvedimento del TAR (Sentenza 1599 11 luglio 2014) che lo scorso 12 luglio ha bloccato i procedimenti autorizzativi l’impianto di serre fotovoltaiche in comune di Narbolia. Stupisce che ciò accada a poche settimane dai Convegni organizzati dal FAI Sardegna di Cagliari, di Villasor e soprattutto da quello di Milis (OR) “Quale Energia per quale Sardegna?” durante il quale sono emersi dati preoccupanti circa l’installazione di ulteriori impianti produttivi di energia rinnovabile nell’isola. La Sardegna produce un’ eccedenza energetica pari al 40% del fabbisogno annuo; a questo dato si somma, come affermato dal Procuratore Capo di Cagliari Mauro Mura, l’inquietante presenza, dietro la progettazione e produzione di energia cosiddetta “pulita”, di zone grigie in cui multinazionali e malavita organizzata hanno la possibilità di investire denaro traendo profitti sicuri, veloci e che lasciano i territori spogli dell’unico bene rimasto in tante aree della Sardegna, ossia la possibilità di fare agricoltura. Villasor e Narbolia sono il simbolo della grande illusione del malo modo in cui è stato usato il termodinamico solare ed fotovoltaico: le serre, come si è potuto constatare nei Convegni sopra citati, non sono in grado di garantire livelli produttivi tali da giustificarne l’esistenza. Né, alla luce di quanto accaduto in altre regioni della Sardegna, l’indotto in termini occupazionali è tale da legittimare la scelta di erodere centinaia di preziosi ettari di terra agricola in favole di strutture che nel giro di pochi anni saranno lasciate al loro destino e che diventano le ennesime cattedrali nel deserto che non si riuscirà a smaltire o a bonificare. La Giunta Regionale, col suo ultimo atto, rischia di giustificare le azioni di gruppi di potere interessati esclusivamente a intercettare profitti grazie agli enormi capitali pubblici che ruotano attorno alle energie rinnovabili. Il FAI Sardegna ritiene che una simile operazione, dettata dalla buona fede e dall’attrattiva che può avere, in tempi di crisi, l’offerta di pochi posti di lavoro, sia da interrompere perché metterebbe l’Isola nelle mani di speculatori che priverebbero, in alcuni casi definitivamente, molte comunità locali del proprio territorio e, quindi, del proprio futuro. Quest’atto vanifica inoltre la revoca del PPS della giunta Cappellacci che il FAI ha tanto encomiato. Si spera che la Giunta Regionale sospenda il ricorso in essere e che finalmente metta mano al Piano Energetico Regionale fugando ogni dubbio sull’estemporaneità a cui si assiste. Maria Antonietta Mongiu |
E’ paradossale che da un lato si faccia fronte comune e ci si batta, giustamente, per rientrare in possesso delle aree occupate dai poligoni e poi si conceda l’esproprio di centinaia di ettari di terra, spesso coltivabile, agli speculatori del fotovoltaico e dell’eolico.
Gent.ma Sig.ra Mongiu , quanto affermato nel suo articolo , contiene una verita’ ( zone grigie in cui multinazionali e malavita organizzata hanno la possibilità di investire denaro traendo profitti sicuri, veloci ) ed una non verita’ ( la scelta di erodere centinaia di preziosi ettari di terra agricola in favole di strutture che nel giro di pochi anni saranno lasciate al loro destino e che diventano le ennesime cattedrali nel deserto che non si riuscirà a smaltire o a bonificare). Come sempre accade , parrebbe che la verita’ stia nel mezzo, intanto perché la comunita’ locale di Narbolia tramite il Sindaco CHIEDE che il fotovoltaico non venga smantellato, e che le serre continuino a produrre i prodotti della terra come attualmente fanno ( e quindi ben lungi dall’erodere terra agricola alla produzione) , ma soprattutto perché Comuni ,Provincie ed uffici Regionali preposti, hanno rilasciato le attestazioni di regolarita’ delle opere, autorizzandone l’esecuzione , sulla base di una legge regionale approvata dal Consiglio, e quindi apparirebbe una vessazione da parte della Giunta Regionale) il non permettere l’esecuzione dei lavori e conseguentemente la rifusione dei danni , tant’e’ che il Consiglio di Stato ha modificato la decisione del TAR Sardegna concedendo la sospensiva su ricorso dell’impresa costruttrice ( per cui anche volendo ritirare il ricorso, la Giunta Regionale non otterrebbe gli effetti da Lei auspicati ) ed ad essere sincero io preferisco , se proprio dovessi scegliere , che magari, piuttosto che il fotovoltaico, venissero dismesse tutte le aziende fornitrici di energia che usano carbone e petrolio che , (quelle si’ che inquinano) nel tempo diventeranno cattedrali nel deserto , come la centrale elettrica della Saras, quella di Ottana e quella di Portotorres ( che ormai marciano a ritmi ridotti quando non addiritura nulli), ben conscio che pur cessando i vantaggi derivanti dall’applicazione del chip5 e/o 6 la produzione di energia elettrica col fotovoltaico diventerebbe meno economica e meno appettibile, ma resterebbero pur sempre le serre a fornire lavoro e reddito alla popolazione locale . Con stima e simpatia Mauro Mastino